LE PALE DI ALLAH

la preghiera del doppio egiziano di soliman, morsi (1)PECHINO, 10 agosto 2007 - Re Giacomo I di Spagna scosse la testa. Questo mercante di Tolosa, da anni a Barcellona, sapeva a quali rischi e sofferenze sarebbe andato incontro, lui ed i suoi giovani amici? Poi annu�, fece avvicinare Pietro Nolasco e lo abbracci�: la richiesta del trentottenne barbuto e determinato � fondare un Ordine per la liberazione degli schiavi cristiani in mano ai musulmani � avrebbe richiesto lacrime, sangue e tanti denari ma la Divina Provvidenza non lo avrebbe abbandonato, e perci� disse di s�. L�Ordine di Santa Maria della Mercede inizi� cos� la sua opera di riscatto nei porti saraceni, offrendo ai padroni delle galere somme anche notevoli (raccolte con le elemosine in tutta Europa) per rompere i ferri che incatenavano ai remi tanti disgraziati caduti in mano ai figli di Allah. E quando le monete non bastavano, i �mercenari� prendevano il posto dei riscattati, lasciando la veste bianca con lo stemma della Santa Croce e spesso anche la vita.
Oggi che non ci sono pi� vogatori da liberare (i rematori-schiavi � ovviamente saraceni - furono adoperati pure dalla Repubblica di Venezia), nei Paesi seguaci di Allah la situazione si � ribaltata: si pagano affermati tecnici stranieri che �imparino� ai giovani a remare e agli allenatori ad insegnare. �Anche se sono ancora molti i Paesi, soprattutto asiatici che si rivolgono a coach dell�ex-blocco comunista per impostare i programmi di preparazione, i corsi per tecnici supportati dalla FISA, la Federazione Internazionale, stanno dando la possibilit� ad alcune Nazioni dell�area musulmana di affidare i propri equipaggi a d.t. interni� spiega Gianni Postiglione, membro dal 1997 della Commissione Agonistica della stessa FISA, premio internazionale �Allenatore dell�Anno� per il 2006 e direttore tecnico dei remi di Grecia dopo aver a lungo lavorato presso il Centro di Piediluco. Ai Mondiali Juniores di Pechino sono quattro i Paesi - la cui religione si fonda sul Corano � con equipaggi in gara (Egitto, Iran, Tunisia e Turchia) e vogatrici � come quelle di Teheran - dal capo velato. �Non mi sembra una cosa tanto strana�, sorride Postiglione, napoletano cinquantacinquenne. �Nel Sud Italia molte donne portano un fazzolettone in testa e non dimentichiamo che fino a pochi anni fa il doppio femminile dell'irannelle nostre Chiese signore e signorine dovevano avere il velo o il cappello. Ripararsi i capelli � pure una questione di igiene e qui c�� anche il sole che picchia sulla capigliatura scura delle medio-orientali�.
E� solo l�ex-Persia ad avere un d.t. �for de porta�, il rumeno Jiaga, ben noto in patria per avere preparato forti equipaggi femminili prima di passare in Cina e quindi in Iran. Egitto (il coach nazionale � Kaled), Turchia (Recep) e Tunisia (Soula) hanno affidato le flotte a preparatori �indigeni�, e se sono i discendenti dei Faraoni ad avere la pi� bella �location� di allenamento � sul Nilo al centro de Il Cairo, all�ombra dei grandi alberghi a 5 stelle � � Tunisi che sta spingendo di pi� per allargare i suoi orizzonti. �Faysal Soula, diplomatosi allenatore nei corsi che facemmo negli Anni Ottanta a Piediluco e con esperienze nel Kuwait, mette a disposizione le strutture remiere della laguna tunisina per la preparazione invernale, su acque ottime soprattutto la mattina. E� una diretta concorrenza a Siviglia, gran bella citt� ma ormai troppo affollata di canottieri (e canoisti) nei mesi freddi; la Tunisia � poi uno dei Paesi meno integralisti, perci� � pi� facile agli stranieri adattarsi ai costumi musulmani�, conclude Postiglione, la cui Grecia � entrata in finale a Pechino con tre barche juniores (quante gli USA), compreso il difficile singolo maschile - 32 iscritti, il top di questi Mondiali � grazie al diciassettenne Papachristos. �E te credo, con quel cognome� ha mormorato qualcuno in tribuna.

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