PECHINO,
8 agosto 2007 - E' cominciata la festa del "countdown". Un milione
di cinesi hanno invaso le strade di Pechino per celebrare la scadenza di
un anno all'apertura delle Olimpiadi del 2008, che si svolgeranno nella
capitale della Cina. In piazza Tienanmen, � stato salutato il passaggio
dai 366 giorni mancanti ai 365. Sull'orologio presente in piazza, il
nuovo numero � comparso alle 20 locali (le 14 italiane): il numero 8,
sinonimo di fortuna nella tradizione cinese, si conferma simbolo dei
Giochi che cominceranno appunto l'8/8/2008. Alla cerimonia hanno
assistito il presidente del Cio Jacques Rogge e i rappresentanti di 205
comitati olimpici nazionali.
Ma se l'apparato prepara lo storico evento con toni trionfalistici, i
problemi - guardando al di l� dello sfarzo dei preparativi - esistono,
eccome. Sul fronte dei diritti umani, oggi, quaranta dissidenti cinesi,
tra cui la fondatrice dell'associazione delle Madri di Piazza Tienanmen,
Ding Zilin, hanno diffuso una lettera aperta alle autorit� cinesi
affinch� vengano liberati tutti i detenuti per reati d'opinione.
Nella lettera, che � anche indirizzata al presidente del Comitato
Olimpico Internazionale Jacques Rogge e "ai leader dei paesi
democratici", i dissidenti denunciano "la sistematica negazione dei
diritti umani ai nostri cittadini mentre - e in alcuni casi perch� -
stanno procedendo i preparativi per le Olimpiadi".
Sette le richieste che i firmatari rivolgono al governo: amnistia per i
detenuti di coscienza; frontiere aperte per far rientrare gli esuli;
libert� di lavoro per i giornalisti cinesi e stranieri; indennizzi
adeguati per le vittime delle espropriazioni legate alle opere
olimpiche; protezione dei lavoratori edili, in gran parte immigrati;
fine delle operazioni di polizia contro coloro che presentano petizioni;
creazione di un comitato di cittadini per il controllo delle spese
olimpiche.
Richieste che per ora sembrano cadere nel vuoto. Mentre non s'� spenta
l'eco del fermo subito ieri dai giornalisti internazionali che avevano
partecipato a una conferenza stampa "non ufficiale", gli attivisti
filotibetani che ieri avevano inscenato una protesta ai piedi della
Grande Muraglia risultano tuttora detenuti. Intanto, le comunit� di
esiliati del Paese himalaiano hanno annunciato per oggi manifestazioni
di protesta in diverse citt� tra cui Londra, Citt� del Messico, New
Delhi e Citt� del Capo. Il Tibet � stato occupato nel 1950 dall'esercito
cinese. Nel 1959 il leader spirituale tibetano, il Dalai Lama, � fuggito
e da allora vive in esilio in India.
Ma non sono solo i diritti umani a tenere banco. Sul fronte
tecnico-sportivo, oltre ai dubbi sullo stato d'avanzamento dei lavori, a
dettare l'agenda del Comitato olimpico � l'allarme smog, il problema
della quasi perenne nube che avvolge la metropoli cinese e contro la
quale sarebbe stato fatto poco o nulla. Una situazione cos� seria, ha
dichiarato il presidente del Cio Jacques Rogge durante i festeggiamenti
per il "countdown", da poter addirittura modificare il programma delle
gare. "La variazione d'orario di alcuni eventi � un'ipotesi da
considerare - ha detto - non sarebbe necessaria per tutti gli sport: gli
eventi di breve durata non costituirebbero un problema ma per altre
discipline l'ipotesi � da prendere in considerazione". A rischio le gare
di durata, come il ciclismo, per il quale si prospetta un posticipo
dell'orario d'inizio, se non addirittura un rinvio giorno, per giorno,
in base ai dati dell'inquinamento. Insomma, chi era "solo" abituato ai
posticipi da maltempo delle Olimpiadi invernali, dovr� rivedere le
proprie certezze.
A preoccuparsi dello smog cinese non � solo Rogge. Il presidente del comitato
olimpico australiano John Coates, che si trova a Pechino ha detto che -
di sicuro raccomanderemo ai nostri atleti di non venire qui con troppo
anticipo: ne ricaverebbero soltanto l'aumentato rischio di prendersi
qualche malattia respiratoria o di tipo gastrico. Quindi, li faremo
venire a Pechino solo quattro o cinque giorni prima delle gare".
Altro grido d'allarme sul doping. Arriva da Werner Franke, docente
dell'universit� di Heidelberg e massimo esperto tedesco in materia. "La
Cina � il principale produttore e fornitore di doping a livello mondiale
- ha detto il biologo molecolare al quotidiano "Thuringer Allgemeinen',
puntando il dito contro l'ampio uso di sostanze illecite soprattutto nel
nuoto e nell'atletica leggera. "Boicottare i Giochi sarebbe un segnale.
Sarebbe la ribellione dello sport pulito". Franke recentemente ha
sollevato sospetti sul vincitore del Tour de France, lo spagnolo Alberto
Contador e ha consegnato alla polizia tedesca documenti che
accuserebbero l'iberico.
Nella foto:
Un momento delle celebrazioni, in piazza Tienanmen
FONTE: www.repubblica.it
(8 agosto 2007) |