PER CHI SUONA LA FONTANA

DSC_0147PECHINO, 8 agosto 2007 - C�erano una volta le Olimpiadi di Barcellona, che il canottaggio disput� � era il 1992 � sul Lago di Banyoles, con gli impianti a terra realizzati provvisoriamente in una zona dichiarata Parco Naturale, intoccabile; terminati i Giochi, via tutto. Il caldo quell�anno in Spagna fu veramente soffocante, durante le regate il sole a picco era insopportabile sulle tribune in tubi Innocenti, senza uno straccio di copertura; e nella sala stampa, rinfrescata da un ventilatore da bambola Barbie.
La Federazione Internazionale (FISA) ebbe la malaugurata idea di organizzare una conferenza stampa in un giorno in cui la calura aveva raggiunto il calor bianco; i giornalisti, sperando in qualche distribuzione supplementare di fresco, affollarono il parterre ma il gran numero di presenze sotto il tendone arroventato innalz� ancor pi� la temperatura. Finite le dichiarazioni ufficiali, si pass� alle domande; immediatamente dal fondo del �forno� si alz� una mano, quella di Donato Martucci, gi� capo dell�Ufficio Stampa del CONI per un trentennio, poi passato a dirigere la rivista IL CANOTTAGGIO. Multilingue, notevole cultura e reporter raffinato, la sua pi� che una richiesta d�informazioni fu una staffilata: non si accorgevano gli organizzatori olimpici e la stessa FISA che i poveri giornalisti stavano cocendo a bagno-maria, senza nemmeno una piccola fontana cui rinfrescarsi, in una plaga che persino i mongoli del Deserto del Gobi avrebbero trovata inospitale?
La storiella del Gobi rimbalz� la mattina seguente su tutti i giornali, con titoli sarcastici sulla tendopoli infuocata di Banyoles. La FISA da allora ha rarefatto le sue conferenze stampa � oggi sono diventate una rarit�, come il francobollo �Gronchi rosa� � mentre gli organizzatori spagnoli, nonostante le proteste, la fontana non la misero e lasciarono la stampa a morire di caldo.
Ricordando quella storia di 15 anni fa, suscita una certa impressione entrare oggi nel pi� moderno degli impianti remieri - lo Shunyi Olimpyc Park di Pechino che nel 2008 ospiter� i Giochi di Canottaggio, Canoa e Nuoto di Fondo � e trovare subito una grande fontana zampillante. Trecento cannelle sparano verso l�alto, a suon di musica, altrettanti getti d�acqua che ricadono su una piattaforma circolare di pietra brunita, rinfrescando l�aria che anche nella capitale dell�ex-Celeste Impero quanto a bruciore non scherza. Un bel biglietto da visita per un bacino che di innovazioni ne raccoglie tante, tutte quelle copiabili dai campi di gara pi� moderni ad iniziare dal Feldmoching di Monaco (con i suoi saloni dietro le tribune, che a Pechino sono totalmente finestrati) per finire all�Eton di Londra (gli hangar sotto e le terrazze sopra), al Penrith Lake di Sydney (la torre larga e massiccia, quella cinese ha cinque piani) o allo Schinias di Atene (l�ascensore che collega i vari piani delle tribune).

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