JIRI VLCEK: CON LA FORZA DELLA FEDE VERSO PECHINO 2008

di Claudio Tranquilli

Jiri Vleck Il quattro senza pesi leggeri vola verso la finale di domenica mentre il prodiere Jiri Vlcek ci racconta l'avventura della sua vita. Il 29enne Jiri Vlcek nasce nel maggio del '78 a Mlada Boleslav, cittadina a 40 km da Praga. Appena 11enne raggiunge l'Italia dopo essere fuggito con la famiglia, sul finire della primavera del 1989, dal regime comunista dell'ex Cecoslovacchia. "Ero poco pi� di un bambino quando mio padre decise di fuggire dalla Cecoslovacchia per cercare di dare un futuro migliore alla sua famiglia - dice Jiri che preferisce farsi chiamare, per una pronuncia migliore, semplicemente Jirka - Mio padre non sapeva ancora che di l� a pochi mesi sarebbero crollati sia il regime comunista dell'ex blocco dell'Est europeo che il muro di Berlino". La famiglia di Jiri raggiunta l'Italia si stabilisce per due anni a Milano ed in seguito si sposta sul Lago d'Orta dove il padre trova lavoro come custode di una villa. "Sono stati anni veramente difficili per me perch� non riuscivo ad integrarmi con i compagni di scuola e la stessa cosa mi accadeva con i miei coetanei fuori dell'ambito scolastico. Pensavo che la societ� italiana non mi accettasse e, esclusi alcuni amici che la pensavano come me, non riuscivo ad allargare la mia cerchia di conoscenze". Il canottaggio per Jiri arriva nel 1992 quando una vicina di casa, che faceva canottaggio, gli propose di salire in barca. "Era il 1993 quando decisi di tesserarmi per la Canottieri Lago d'Orta di Don Angelo Villa. Mi rendevo conto per� che l'Italia mi stava stretta e volevo andare via perci� nel 1997 decisi di ritornare nella Repubblica Ceca. Con un motorino di 50cc attraversai le Alpi fino ad arrivare nella mia Nazione. Fu un viaggio che mi cambi� la vita perch� in quell'occasione capii che cercavo nuovi orizzonti ed ero nato per viaggiare. Al ritorno in Italia iniziai a lavorare come elettricista per mettere da parte i soldi che mi sarebbero serviti per raggiungere nel 2000 l'Australia. Il mio obiettivo era quello di vedere le Olimpiadi e rimanere a vivere in quella terra. Nel frattempo vinsi nel 1999 il titolo italiano nel doppio con Basalini". Per Jiri Vlcek iniziano i dubbi perch� anche nello sport, non essendo cittadino italiano, quello che poteva ottenere in Italia lo aveva gi� ottenuto. Ma non era tutto, qualcosa di importante stava per cambiargli ulteriormente la vita e lui ancora non lo sapeva: "Vivere nel mio Paese d'origine equivaleva ad essere ateo, quindi nel 2000 mi avvicinai per curiosit� al buddismo e da quel momento iniziai un viaggio introspettivo. Un viaggio dentro di me che mi fece capire che non erano gli altri che sfuggivano da me ma ero io che fuggivo da me stesso impedendomi di socializzare con gli altri. Dal momento in cui ho abbracciato il buddismo ho anche deciso, nel 2001, di chiedere la cittadinanza italiana". Ma la burocrazia � sempre lenta e la cittadinanza arriva solo nel 2004. Nel frattempo gareggia con la nazionale Ceca e sfiora la qualificazione olimpica per i Giochi di Atene 2004. Sempre pi� deciso a cambiare la sua vita lascia il lavoro di elettricista, ottiene l'agognata cittadinanza, inizia a frequentare Michela, tuttora la sua 'morosa', e nel 2005 si tessera per il Gavirate dove incontra Giovanni Calabrese che lo prepara tecnicamente e, sempre lo stesso anno, vince prima il titolo mondiale nell'otto pesi leggeri e poi il titolo italiano. Nel 2006 si ripete a Eton e dedica il titolo iridato alla madre Marcella. "Nel 2001 mi ero prefissato di raggiungere l'obiettivo olimpico, fallito nel 2004, ed ora ci riprovo per Pechino 2008. Tutti questi cambiamenti avvenuti nella mia vita li devo anche alla mia fede che mi ha dato forza e continua costantemente a sostenermi. Mi dispiace solo per il mio compagno di barca - � in camera con Bruno Mascarenhas - che deve sopportare le mie preghiere Mascarenhas, Amitrano, Amarante, Vlcek (Jiri ogni mattina prega per circa mezz'ora, a volte anche per pi� di un'ora, pronunciando incessantemente la frase 'nam myo ho renge kyo' letteralmente tradotta in 'dedicare la propria vita alla legge mistica'). La cosa per� non gli pesa. Per quanto riguarda la mia vita, sono consapevole di essere in un momento positivo e pieno di energia e ne sono felice. Come sono felice di essere su questa barca, che ritengo la pi� multietnica d'Italia (Mascarenhas � italo/portoghese, Catello e Amitrano napoletani di Castellammare di Stabia e Vlcek italo/ceco) e remo nella convinzione che domenica faremo una gara eccellente in grado di soddisfare le aspettative di tutti".


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