Beati gli ultimi, l'altra faccia del Mondiale

BRANDENBURG (Germania), 7 agosto - La presenza massiccia di Paesi che non vantano tradizioni remiere: ecco l'altra faccia del Mondiale juniores che si � concluso ieri e che ha fatto registrare, con 53 nazioni ed oltre 700 atleti, il record assoluto di presenze nella storia della manifestazione. Armenia, Colombia, Guatemala, Kenia, Zimbabwe sono solo alcuni di questi: nessuno di loro ha varcato la soglia dell'ingresso in finale ma tutti hanno attirato attorno a s� una calda simpatia ed una grande attenzione.

"Il nostro gruppo � ancora molto piccolo ma sta crescendo a vista d'occhio, sia pure fra mille difficolt� - spiega Joshua Kandagor, un ex campione di atletica che vive a Mombasa e ora fa il coach del Kenia, iscritto a questi Mondiali con un singolo ed un doppio -, i giovani si stanno appassionando a questo sport che da noi � nato solo 7 anni fa ma ha gi� fatto notevoli progressi. Certo, niente a che vedere con l'atletica, il football, l'hockey, il volley, l'handball, che sono gli sport pi� popolari ma il canottaggio sta attaccando perch� tutti noi amiamo l'acqua: un dato, questo, fondamentale perch� i nostri allenamenti in barca si svolgono sull'oceano. Il nostro esordio nel Mondiale juniores risale allo scorso anno a Banyoles con Mohamed Khan, lo stesso singolista che ha gareggiato anche qua: � stato eliminato tutte e due le volte nei recuperi ma il seme � gettato. Per crescere, per�, abbiamo bisogno di aiuti, abbiamo pochi soldi e le barche costano troppo. Per ora ci d� una mano la Federazione internazionale, la nostra speranza � di riuscire un giorno a farcela da soli".

Mario Cunha � il coach dello Zimbabwe, presente a Brandenburg con un quattro di coppia. E' allenatore part time, di professione fa il fotografo e vive ad Harare, la capitale resa celebre pochi anni fa dal fatto che l'Italia del tennis vi gioc� un incontro di Coppa Davis contro gli idoli locali, i fratelli Black, campioni di doppio. "Stiamo tirando su un centinaio di giovani - racconta -, fra loro ci sono anche molte ragazzine: sono tutti studenti perch� da noi il canottaggio si inizia nelle scuole mentre gli allenamenti si svolgono prevalentemente ad Harare, dove c'� un piccolissimo centro federale. Il problema � che quando finiscono di frequentare i college mancano dei punti di riferimento che permettano loro di continuare. E poi c'� la difficolt� di andare a fare le gare, il carburante � scarso, � difficile riuscire a viaggiare. Comunque in questi ultimi anni abbiamo fatto notevoli progressi, l'augurio � di continuare a migliorare". Proprio per questo, terminati i Mondiali, Cunha si tratterr� in Germania per altre due settimane per partecipare ad un seminario indetto dalla Federazione internazionale per la formazione e l'aggiornamento di coach dei Paesi in via di sviluppo.

philip rowley, tecnico inglese  della squadra colombiana.JPGDel tutto diversa la situazione della Colombia, che ha avuto un solo atleta impegnato in questo mondiale: il singolista Rodrigo Ideus, uscito anche lui nei recuperi. L'allenatore � Philip Rowley (nella foto - cliccare per ingrandire), un ex buon canottiere inglese che vive a Londra dove gestisce la Tidenay scullers School, un Centro di alta specializzazione che ha sede proprio sulla linea d'arrivo della celeberrima Oxford-Cambridge Boat Race. Dello staff fa parte anche una psicologa, Willis Tegwen, che insegna ad Oxford. Ma anche Ideus vive a Londra dove i genitori, ora divorziati, si trasferirono nove anni fa per motivi di lavoro. Frequenta l'American School e, come buona parte dei suoi compagni di college, si allena in barca tutti i giorni. "In Colombia non sono mai stato - confessa Rowley - ma quando mi hanno offerto la possibilit� di dare una mano a quel Paese per cominciare ad affacciarsi in campo internazionale, l'ho presa al volo con molto entusiasmo. Sono convinto che se riusciremo a fare qualcosa potr� scattare la molla anche per i molti giovani che vivono in quel Paese".
Presto Rodrigo avr� un compagno col quale potr� fare coppia: Rafael Mora, 28 anni, un altro colombiano che vive e lavora a Zurigo, in Svizzera. "Dal prossimo autunno - spiega Rowley - verr� a Cambridge per frequentare un Master. E' un discreto vogatore, lo metter� in barca con Rodrigo e prover� a farne un doppio pesi leggeri che potrebbe debuttare nel Mondiale 2006".


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