Banyoles,
30 luglio 2004 -
Il mondiale catalano si avvia alla conclusione tra tante luci e qualche
ombra. Per l'Italia � gi� positivo poich� su venti equipaggi iscritti
ben 14 sono arrivati in finale (queste per noi sono le luci). Per le
ombre, invece, dobbiamo guardare in casa FISA, sempre pi� legata ad un
desueto clich� e poco incline a cambiamenti, che vorrebbe tutti i
mondiali uguali in ogni Paese senza tenere conto, per�, che ogni nazione
ha una sua cultura e peculiarit� diverse che differenziano anche tutti
gli esseri umani. Ma andiamo oltre, ci sono i Dirigenti che dovranno
pensare a cambiare le cose, se le vorranno cambiare, poich� a chi
assiste alle gare e le commenta, invece, preme evidenziare che v'� una
realt� che sta emergendo anche nel mondo remiero e si chiama Adaptive
Rowing, o canottaggio per "diversamente abili". Ed � qui che le
ombre
si fanno ancora pi� cupe e insistenti perch� sembra quasi che la
partecipazione al mondiale di atleti di Adaptive Rowing sia mal
tollerata. Dico sembra perch� � inaudito bendare chi ha la "fortuna" di
poter vedere ancora qualche ombra per essere considerato disabile totale
e, quindi, gareggiare. Ed allora: eureka! invece di pensare ad un
regolamento che permetta di poter far salire in barca un non vedente
parziale insieme con un non vedente totale si tirano fuori dalla borsa
delle mascherine, ma non quelle di carnevale perch� non c'� niente da
ridere, utilizzate per l'insonnia o per riparare gli occhi dalla luce e
si ordina a questi atleti di indossarle durante le gare per ottenere la
cecit� totale. Altra cosa che � necessario rilevare � quella che dell'Adaptive
Rowing non si sa nulla, come nulla si sa delle varie disabilita
degli
atleti: si sente il bisogno di notizie in maniera da poter informare il
pubblico e, quindi, dare a questa disciplina il giusto risalto. �
inutile, infine, fare gareggiare l'adaptive rowing alla fine delle
competizioni in assenza quasi totale di pubblico; meglio farlo
all'inizio delle regate quando gli animi sono caldi e le persone
attente. A noi italiani non resta che plaudire a Paola Grizzetti,
Giovanni Calabrese e Renzo Sambo che insistentemente si
stanno adoperando per far nascere e crescere questa cultura sportiva.
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