�Si
costituirono parecchie societ� col nome generico di Canottieri e con
nome particolare di Canottieri dell'Eridano, di Flik e Flok, Cerea, ecc.
- scriveva nel 1869 Pietro Baricco, agli albori del canottaggio italiano
� Ciascuna brigata adott� la sua impresa ed il suo costume, e chi
allest� navicelle, chi palischermi, chi gondole alla veneziana, gli
esercizi divennero frequenti, si ordinarono piacevoli gare, si fecero
solenni regate e cos� la citt� ottenne un nuovo ornamento, e la giovent�
s'ebbe un nuovo mezzo di innocente sollazzo e di utile esercizio
ginnastico. Per dare sicuro approdo a due principali Societ� dei
canottieri il Municipio fece test� riattare la sponda del fiume di l�
del Valentino, ed erigere due eleganti casotti (ch�lets), di cui cedette
loro l'uso per il luogo di ritrovo.�
Una pittoresca descrizione di un mondo sportivo che muoveva i primi
passi, tra incertezze ed anche acrobazie finanziarie, ma consolidando
nel tempo l'immagine dello sport remiero italiano, che oggi si apre al
mondo con forza ed autorevolezza.
Immagini fresche ancor oggi, che traiamo da un agile volumetto
pubblicato a fine 2005 dall'Archivio Storico del Comune di Torino �Sport
a Torino, luoghi ed eventi tra ottocento e novecento�, che ci fa
rivivere momenti di rara bellezza evolutiva del nostro canottaggio,
assieme ad una ricca e varia panoramica di tutto lo sport torinese.
�Infatti dalla costituzione nel 1863 della prima societ� remiera, la
Canottieri Cerea � prosegue la descrizione del percorso storico sportivo
di Torino � alla creazione nel 1883 della Canottieri Caprera
intercorsero vent'anni, durante i quali nacquero altri sodalizi
importanti come l'Eridano, l'Armida, l'Esperia, nello stesso arco di
tempo alcune societ� come la Gisella, la Medora, la Leda, i Sandalieri
(o Sandalini) del Po, si formarono, si fusero, scomparvero. Le sedi
sociali, sobrie ed eleganti, affollavano soprattutto la sponda sinistra
del fiume, le agili barche allineate le une alle altre, riposavano nei
rispettivi cantieri�.
La Cerea � una delle pi� antiche societ� di canottaggio in Italia e sino
a pochi anni fa considerata in assoluto la capostipite dello sport
remiero. I suoi soci, atleti e dirigenti, furono dei pionieri in uno
sport affascinante e fonte di grandi entusiasmi tra gli spettatori. Oggi
siamo abituati ai giovani campioni, ai protagonisti di regate che a
vent'anni vogano sull'onda del successo, di invidiabili carriere, ma
dopo il muro dei trent'anni importanti campioni talvolta tendono a
ripiegare nella tranquillit�, si fa per dire, dei master.
All'epoca,
diciamo 150 anni fa, spesso capitava che i canottieri iniziassero la
carriera proprio oltre i trent'anni, provenivano da altre esperienze
sportive che ne avevano temprato il fisico, s� che nella media il tempo
di allenamento in barca era abbastanza contenuto, ma sufficiente a
creare delle situazioni affascinanti per gli spettatori. Erano ammirati,
considerati degli avventurosi che si cimentavano con incoscienza
sull'acqua, ma anche invidiati. E divenivano oggetto delle scommesse
sportive, allora molto in auge anche nel canottaggio.
E proprio il totalizzatore consentiva al Rowing italiano di ricavare
parte delle capacit� di finanziamento delle gare grazie alla
manifestazione di spasmodico interesse che la gente riservava al
canottaggio, tanto da accorrere in massa a questi �spettacoli� bene
organizzati, in cui pagava volentieri anche il biglietto di ingresso.
E sulla dinamica evolutiva degli equipaggi dell'epoca riprendiamo una
descrizione da questo eccellente libro che ci aiuta ad esplorare i
lontani segreti dei grandi rematori di un tempo:
�I canottieri torinesi frattanto miglioravano giorno dopo giorno le
tecniche di allenamento. I buoni frutti non si fecero attendere: nel
1889 l'Armida present� una delle migliori imbarcazioni a quattro del
tempo, la Savoia, equipaggio composto dal capovoga Alessandro Rigat,
Vittorio Nicola, Edoardo Bosio, Giuseppe Cappellaro e dal timoniere
Andrea Marchisio. A pi� riprese campione italiano, la Savoia vinse la
Coppa della Regina per due anni consecutivi. Il gi� citato Nicola quando
cominci� a far parte dell'equipaggio aveva compiuto quarant'anni.
Cappellaro aveva sorpassato i trenta e tutti e quattro poi, per impegni
lavorativi, si allenavano soltanto sul finire della sera. Nonostante
questo il quattro risult� il miglior equipaggio italiano del periodo,
anche se non ebbe mai la possibilit� di confrontarsi con imbarcazioni
estere.�
La Canottieri Cerea era sempre dinamicamente presente ai grandi
avvenimenti ed il 23 giugno 1913 celebrava solennemente il proprio
cinqantennio di intensa attivit�.
Ferruccio Calegari
Nelle foto:
a) Sede Cerea, imbandierata per i festeggiamenti del cinquantesimo anno
di fondazione (come appare nel libro �Sport a Torino�
b) Progetto dello Ch�let della Canottieri Cerea sulla sponda sinistra
del Po (Prospetti longitudinale e trasversale, 1869) � come appare nel
libro �Sport a Torino� |