Tra
gli spettatori delle semifinali di questo pomeriggio c�era anche un
personaggio che ha segnato la storia del nostro canottaggio: il
presidente onorario Gian Antonio Romanini, ottant�anni a ottobre, met�
dei quali vissuti a strettissimo contatto con remi e barche. Le distanze
non lo preoccupano: dalla sua Torino o da Bordighera, paese a lui molto
caro per la vicinanza al mare, non ha problemi a saltare in auto,
guidare per centinaia di chilometri e raggiungere il campo di regata
internazionale dove i suoi ragazzi vogano a caccia di metalli pregiati.
�Il canottaggio � dentro di me, non riesco a stare lontano da questo
ambiente: mi spiace molto vedere che a Lucerna la tribuna sia mezza
vuota. Ci sono le semifinali, la posta in palio � comunque alta:
eppure...�.
Una riflessione � doverosa. �Non siamo ancora uno sport pubblico: in
giro per l�Italia e per l�Europa vedo sempre atleti, dirigenti e
tecnici, tanti genitori ma soltanto in poche circostanze c�� l�occasione
di avvicinare gente nuova�. Questo accade perch� �il programma gare �
troppo spesso a livello internazionale: il pubblico non afferra quanto
vede, pensa a quanto sono bravi e brave vogatori e vogatrici e stop�. E�
un problema di non facile risoluzione. �Non possiamo certamente
comprimere lo sport�. E i suoi canottieri? �Mi riservano sempre
un�accoglienza molto affettuosa, li vedo molto sereni: sono felice di
vedere nuovamente Rossano (Galtarossa n.d.r) in Nazionale, il suo
ritorno � un fattore positivo che si ripercuote sul movimento�. Passa il
doppio Schiavone-Sancassani. �Che brave! Hanno voglia di arrivare
ovunque: questo secondo posto non � casuale, non le ferma nessun
sacrificio. Domani disputeranno una grande finale�. Le semifinali
proseguono, salutiamo il presidente onorario: dalla tribuna stampa
scorgiamo il suo sguardo verso l�acqua e gli equipaggi azzurri, quello
di un ragazzo verso la sua amorosa. |