Con
questo primo meeting nazionale di Piediluco prende corpo il
protocollo d'intesa stipulato tra il Comitato Regionale
Lazio della FIC e l'Universit� degli studi "La Sapienza" -
facolt� di Scienze della Comunicazione -, approvato dalla
stessa Federazione Italiana Canottaggio e dall'Ateneo
capitolino, finalizzato ad un'attivit� di stage alla quale
partecipano 18 laureati e laureandi provenienti dalla
facolt� romana. Il primo stagista a cimentarsi in un
racconto di colore, inerente questo primo appuntamento
remiero sulla distanza di 2mila metri, � Daniel Lestini,
gi� giornalista e laureato nella stessa facolt�, col
punteggio di 105/110, con la cattedra di "Teorie e tecniche
della comunicazioni di massa" e una tesi su "La Gazzetta
dello Sport", collaboratore, tra gli altri, della "rosea"
stessa e del quotidiano "il Tempo". E' interessante come un
giornalista, gi� direttore responsabile della testata locale
"il Cittadino" ma neofita della disciplina remiera, vede e
racconta il canottaggio.
A PIEDILUCO LE REGATE DEL "1� MEETING
NAZIONALE DI CANOTTAGGIO"
Suggestioni da prima uscita
Suggestioni e tensioni da ritorno sui "banchi di scuola"
per i tanti, tantissimi atleti arrivati a Piediluco, presso
il Centro Nazionale Paolo D'Aloja, per disputare il 1�
Meeting di Canottaggio. Il gotha della disciplina, radunato
nella fascinosa cornice del bacino lacustre umbro, piccolo
specchio d'acqua incastonato nel cuore della Penisola, ad un
passo dal borgo medievale, in uno di quegli angoli che
paiono estrapolati dalla tela di un'artista, proiettati in
un'altra dimensione, lontani dalle frenesie del vivere
quotidiano. Strette di mano, pacche sulle spalle, sorrisi e
abbracci: un anno di pi� sul groppone e la stessa passione,
per nulla sbiadita dai rigidi allenamenti invernali. Un
banco di prova attendibile, in vista degli impegni futuri,
quando si entrer� nel vivo e l'apprensione degli esordi far�
spazio alla trepidante esigenza di dare un senso alla
stagione. Una regata dopo l'altra, tutte d'un fiato, in una
maratona remiera lunga due giorni, con le sponde del lago a
far da culla ai numerosi appassionati, accorsi fiduciosi tra
urla di incitamento, megafoni e trombette, in una "torcida"
brasiliana improvvisata lungo la tribunetta dell'arrivo, in
attesa che sul rettifilo finale spunti la sagoma del proprio
beniamino. I protagonisti, gli atleti, fagocitati e quasi
ammantanti dall'acqua argentata, tagliata in due dalle prue
delle imbarcazioni, riflesso fedele del cielo uggioso.
Duemila metri di fatiche, sospiri, muscoli contratti e
sguardi tirati, con le spalle, non certo irriverenti, a quel
traguardo tanto agognato, protetto dalle imbiancate vette
del Terminillo. Un tour de force, specie per gli atleti che
hanno suddiviso le proprie fatiche su pi� categorie, quasi a
ripercorrere lo storico Grand-Tour dei letterati e artisti
europei che, tra il Settecento e l'Ottocento, sulle tracce
degli splendori dell'arte classica italiana, erano soliti
far tappa proprio a ridosso dell'attigua cascata delle
Marmore. Un programma serrato, tra batterie e semifinali, a
caccia del pass per la finalissima domenicale, viatico d'una
medaglia che possa dar colore ad una stagione ancora ai
primordi, in un lungo ed estenuante count down che, per
alcuni, si concluder� solo a ridosso della Grande Muraglia,
coi cinque cerchi dei Giochi Olimpici pechinesi quali
obiettivo o chimera d'una carriera. Non pochi gli spunti
tecnici, con lo staff azzurro disseminato lungo le sponde
lacustri, a caccia di indicazioni per gli impegni venturi,
non ultima la regata internazionale "Memorial Paolo D'Aloja",
che come da tradizione - siamo arrivati alla 21esima
edizione -proprio Piediluco ospiter� nel prossimo weekend. |