Noi dell'Armida siamo saliti a Londra con tre equipaggi,
uno per la regata di sabato e due per la regata di domenica.
Quello che � successo ormai � noto a tutti, per� vorrei
spezzare una lancia in favore degli inglesi. L'atmosfera che
si respira sul Tamigi davanti a oltre diecimila tra atleti e
spettatori � un emozione incredibile, soprattutto per noi
che siamo abituati a gareggiare con qualche sparuto
spettatore sulle rive.
Certamente col senno del poi, la regata Head of the River
doveva essere rimandata, ma bloccare 420 "otto" non era una
cosa facile. Armida One ad un certo punto � dovuta
"sbarcare" sulle sponde del Tamigi, per scaricare l'acqua
imbarcata. Immaginate cosa vuol dire immergersi nelle acque
gelide, sollevare l'otto e svuotarlo! Alla fine, per�, il
nostro equipaggio era triste per non aver potuto disputare
la regata e non per essere stato a mollo per pi� di un ora.
Ho visto arrivare timonieri immersi fino al collo, atleti
fradici, equipaggi dimezzati, ma il pubblico applaudiva
tutti e offriva birre!
La domenica l'atmosfera era diversa: sole, vento medio,
anche se allineare i 200 "Otto" in gara non � stata una cosa
semplice, causa la forte corrente.
I due armi dell'Armida, su cui remavano ben nove fanciulle,
hanno dato il meglio di s� stessi. All'inizio abbiamo avuto
assistenza "linguistica" da parte di un giudice italoinglese,
poich� riuscivamo a capire una parola su cento!
Devo ringraziare un equipaggio americano, Univesity Barge,
per averci agganciato e portato a riva durante le difficili
manovre di allineamento per la partenza, cos� come per il
rientro le felicitazioni vanno ai simpatici vogatori dell'
otto di Dubai.
Certamente il prossimo anno torneremo, magari portandoci una
macchina fotografica subacquea !Il Presidente
Gian Luigi Favero
P.S. Un ringraziamento caloroso a Carol Dezi moglie di
Riccardo, per aver trovato un otto all'Armida. |