Fulvio Strain e la Head of the River: "Sembrava di essere a Trieste con la bora"

Pubblichiamo il contributo e le immagini che ci ha inviato Fulvio Strain, atleta della Societ� Nautica Pullino, per l'occasione imbarcato sul "misto" della Canottieri Varese nella travagliata 75� edizione della Head of the River Race.

Foto di gruppo scattata sul pontile del Rowing Club della Nazionale Inglese: da sinistra Fausto Prina (Varese) � Fabio Spagnolo (Ospedalieri Treviso) � Silvio Manzoni (Corgeno) � Emilio Campiglio � Andrea Prina (Varese) � Lorenzo Mascetti (Gavirate) � Alessio Montin (Varese) � Fulvio Strain (S.N. Pullino - Muggia) � Emily (timoniera "doc" inglese in prestito)Quando scegliamo uno sport impegnativo non sempre lo facciamo con cognizione di causa, ma a volte seguiamo l'istinto per il solo fatto che ci piace e per il gusto che si prova nel praticarlo.
Questo � uno dei motivi che spinge molti di noi alla pratica del canottaggio, sport completo, sano, duro ed ovviamente praticato a contatto diretto con la natura. Ed � stata proprio quest'ultima a metterci lo zampino sabato pomeriggio, rendendo il fiume Tamigi un percorso adatto pi� alla disciplina della canoa fluviale piuttosto che ad una gara per imbarcazioni a otto di tipo olimpico.
Noi ci siamo stati e possiamo confermare che si � davvero rischiato molto. L'articolo di Claudio Tranquilli, pubblicato sul sito federale, non poteva rappresentare meglio la situazione che si � venuta a creare.
Il nostro equipaggio, nell�attesa del proprio turno ai lati del campo di regata, non si � siamo subito accorto della gravit� delle condizioni meteo. Infatti, solo in certi punti l'effetto combinato della corrente e del vento contrario determinavano un moto ondoso che ricordava molto il mare sotto le sferzate delle raffiche di bora. Chi abbia vogato sul mare di Trieste (come chi vi scrive) conosce molto bene queste condizioni e, mi si creda, sul Tamigi queste erano molto simili a quelle che si ritrovano nel nostro golfo.
Gi� dal mattino soffiava un forte vento sul campo di regata, mentre la marea saliva. La corrente si presentava nella stessa direzione del vento, senza creare grossi problemi agli equipaggi in quel momento in allenamento.
La situazione � cambiata nel pomeriggio quando, scendendo la marea (il Tamigi presenta parecchi metri di dislivello tra alta e bassa marea), la corrente ha iniziato a muoversi in direzione opposta al vento. Subito si sono formate le "creste bianche" sulle onde che mettevano gi� in crisi parecchi equipaggi nel risalire verso il via. L'orario di partenza, infatti, � deciso proprio in base alle maree in quanto il fiume si deve presentare al massimo della capacit� per riuscire, appunto, a contenere i 420 equipaggi iscritti, limitati nel numero dall'organizzazione solo per motivi di sicurezza.
Noi siamo salpati dal pontone posto nei pressi del ponte di Hammersmith, sede della Nazionale Inglese e dal quale poco prima erano partiti i Leander inglesi con i rispettabili numeri 1,5 e 14.
Visto il nostro numero di partenza, il 312, siamo usciti quasi mezz'ora dopo e la situazione gi� si presentava difficile.
Nel risalire sono state innumerevoli le manovre che la nostra timoniera Emily ci impartiva per evitare gli altri equipaggi posti in fila sul lato destro del Tamigi in attesa del loro turno. 420 imbarcazioni in fila indiana non sono poche e ci si pu� facilmente immaginare lo spazio che ci vuole per contenerle tutte.
Debbo dire che la corrente ed il vento rendeva molto difficile mantenere allineata la barca alla riva richiedendo continue manovre correttive. Il contatto con gli altri era inevitabile: remi che si toccavano, numeri che finivano inesorabilmente in acqua, sguardi tra i componenti e frasi di scuse da parte dei timonieri.
In molti si erano "ancorati" alla riva o aggrappandosi ai rami degli alberi o direttamente per mezzo di cime volanti per cercare una stabilit�.
Anche noi ci siamo dovuti fermare, in una zona abbastanza "tranquilla", a circa 1500 mt dalla partenza come indicatoci dagli "Empires" sparsi sul percorso.
Da qui siamo riusciti a vedere abbastanza bene le fasi immediatamente dopo la partenza tifando per i ragazzi delle Fiamme Gialle che, per�, gi� nel passaggio davanti a noi, accusavano un leggero ritardo rispetto all'apripista inglese. Pi� tardi abbiamo saputo che erano gi� in difficolt� per l'acqua imbarcata ed, infatti, dopo qualche centinaio di metri, si sono dovuti purtroppo arrendere alle onde.
A seguire gli altri equipaggi, tra i quali vorrei segnalare la buona prestazione dei ragazzi del CUS Pavia che, forse per il peso minore a bordo o per una conduzione diversa del timoniere, sono riusciti alla fine ad arrivare al traguardo.
Abbiamo assistito anche allo speronamento di un otto che con la prua ha letteralmente fatto virare di quasi 90 gradi l'imbarcazione che lo precedeva che ha dovuto penare non poco per evitare di schiantarsi contro gli altri armi che lungo le rive erano in attesa del turno, e quindi ripartire attardato.
Nota a parte l'equipaggio del Cambridge che gareggiava con il numero 11, il quale sembrava quasi planare sulle onde pur provocando schizzi alti svariati metri.
Le partenze si sono susseguite per circa 10 minuti, poi il nulla e la simultanea partenza in massa dei vari mezzi di soccorso nella parte a monte del ponte di Hammersmith dove appunto si sono verificati gli affondamenti. Abbiamo subito capito che qualcosa non andava per il verso giusto. I giudici sono quasi tutti spariti e siamo rimasti in attesa degli eventi assieme a molte facce che si interrogavano sul da farsi.
Poi dopo un periodo di incertezza da parte degli organizzatori, tra ordini e contr'ordini � stato dato il "rompete le fila" con l'annullamento della gara.
Abbiamo aspettato un po' prima di rientrare, anche per evitare l'ingorgo immenso che si stava creando in centro fiume per la simultanea presenza dei, credo, quasi 370 armi "graziati".
La situazione ci � stata molto chiara nella fase del ritorno.
Nell'affrontare la zona del "disastro" ci � sembrato quasi di vogare in mare aperto con onde che hanno letteralmente fatto la doccia al nostro buon prodiere Fabio.
Fortunatamente ne siamo usciti bene, con la certezza per� che l'annullamento era inevitabile ed, anzi, forse anche un po' tardivo.
Una volta rientrati ed aver rassicurato quelli che ci aspettavano timorosi sulla nostra sorte, abbiamo saputo che a molti le cose non erano andate altrettanto bene.
Da segnalare per� l'ottima e perfetta organizzazione che ha permesso, anche in una situazione sicuramente al limite con pi� di un centinaio di atleti a mollo, di portare tutti in salvo a riva. D'altronde il danno ai mezzi � senz'altro da preferire a quello alle persone, anche se sarebbe bello evitarli entrambi. Col senno di poi, in effetti, forse si poteva scongiurare il tutto, ma come sappiamo non sempre le cose si possono prevedere con certezza: certo � che qualcuno dell�organizzazione ha un po� "tirato la corda". D�altra parte l'importanza che la regata ricopre ha sicuramente inciso sulle decisioni dell'organizzazione.
A parte questo la manifestazione credo rappresenti l�apice del canottaggio, raccogliendo quasi 4000 atleti tra vogatori e timonieri. Non credo ci sia nulla di simile al riguardo nel nostro sport.
Nella vela la confronterei con la Barcolana che si svolge nel golfo di Trieste e dove pi� di 1500 imbarcazioni a vela si muovono contemporaneamente su una linea di partenza lunga alcuni chilometri.
E' comunque un'occasione unica potervi partecipare anche perch� non credo basterebbero pagine di parole per poterla rappresentare, occorre viverla !!
A questo proposito vorrei ringraziare i ragazzi di Varese che nell'occasione hanno creato un equipaggio misto che poteva ben figurare. L'obiettivo era quello di qualificarsi per l'edizione del 2008 migliorando la posizione dell'anno scorso.
Vorr� dire che rimanderemo la sfida al prossimo anno, al prossimo 23 marzo con partenza alle 5.10 del pomeriggio.
Un grazie anche all�amica Alessia che ha scattato le foto della �gara� mentre il sottoscritto era impegnato nella voga.
L'equipaggio che ha preso parte alla trasferta era cos� composto:
Fausto Prina (Varese) � Fabio Spagnolo (Ospedalieri Treviso) � Silvio Manzoni (Corgeno) � Emilio Campiglio � Andrea Prina (Varese) � Lorenzo Mascetti (Gavirate) � Alessio Montin (Varese) � Fulvio Strain (S.N. Pullino - Muggia) � Emily (timoniera "doc" inglese in prestito).

Per il gruppo dei ragazzi di Varese
Fulvio Strain - S.N. Pullino - Muggia

Clicca per la galleria delle immagini della Head of the River Race  ->>  (www.snpullino.it)


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