Il ricordo di Don Angelo attraverso le parole appassionate
del Presidente Federale Renato Nicetto
Don
Angelo non me ne vorr� se, pur inspirato dalla grande stima
con cui ho sempre accompagnato le sue gesta, non riuscir� a
dare alla sua immagine quell�impronta caratterizzante la sua
presenza nel nostro mondo remiero.
Il lago d�Orta vede Angelo gi� bimbo, aveva un anno,
proveniente da Milano dove lanci� le sue prime grida, chiss�
se erano gi� i primi segnali di grande carisma avvolto da
un�enorme umanit�, come affior� pi� tardi, nella vita di
tutti i giorni.
Assaporata la bellezza del lago, le limpide giornate
dove il sole riverbera i suoi raggi luminosi, Angelo opta
per il seminario di Miasino. Passa il tempo, e con un salto
tra un lago e un altro, campi verdi e maestose cime, eccolo
ad Arona viene consacrato sacerdote.
Siamo nel 1954 e don Angelo Villa prende possesso del
suo primo mandato di parroco a Cursolo-Orasso in valle
Cannobina. Dotato di grande comunicativa verso i giovani ha
modo di trovarli attorno numerosi e con essi le loro
famiglie.
Si scende, da circa 1000 metri ai 400 a Ramate,
seconda tappa parrocchiale: qui don Angelo costruisce
l'asilo e fa nascere una squadra di calcio.
� questa una fase significativa, una prima importante
presa di coscienza del ruolo sociale dello sport che, unito
al mandato di apostolo cristiano, possa contemplare un
momento veramente importante verso quel nutrimento
spirituale che unisce tutti noi nell�amore verso il
prossimo.
Ritornato all'Isola di S. Giulio nel 1985, sacerdote
itinerante al servizio di tutta la comunit�, don Angelo
aveva trovato sfogo al suo spirito sportivo con la nascita,
nel 1963, della Canottieri Lago d�Orta dove troveranno
ospitalit� tanti giovani, alcuni dei quali attraverso questo
nobile sport raggiungono il traguardo di Campioni Mondiali,
come Stefano Basalini, Paolo Pittino e Irka Vlcek. La grande
soddisfazione di don Angelo � evidente, quando trova il modo
di parlare dei suoi campioni. Tra questi ha una particolare
dedizione verso gli olimpionici fratelli Abbagnale ai quali
dedica la sua assistenza spirituale.
Riunire campioni del remo di ieri e di oggi, non solo
di canottaggio, lo rendono felice, entusiasta, vitale, tanto
che la sua presenza, legata sempre al momento religioso,
riesce a condurre nella sua scia anche l�anima pi�
sprovveduta.
Un movimento ecumenico, di sportivi, di alpini, di
religiosi, di infermi, di uomini, di aria, di cielo, di
terra, di acqua, non ha sosta, ma proprio l�elemento pi�
caro, l�acqua tanto amata del suo lago che si infrange
attorno a Isola, interrompe la presenza terrena di don
Angelo.
Richiamato dal Grande Canottiere a sollevare le anime del
Paradiso, lascia un indimenticabile ricordo che alegger�
ovunque, sulle onde tagliate dalle prue delle imbarcazioni
dei suoi canottieri.
Renato Nicetto |