Questo il ricordo di don Angelo nelle parole di un
grandissimo campione del canottaggio: Giuseppe Abbagnale
Sicuramente,
pur sforzandomi, non riuscir� ad esprimere appieno quello
che la figura di Don Angelo ha rappresentato per me e per
tutti quelli che hanno avuto il privilegio di conoscerlo ed
ancor di pi� per chi ha avuto la fortuna di percorrere
insieme un breve tratto di vita.
Persona estremamente umile e fattiva, dotato di
intelligenza non comune e di una umanit� che andava oltre le
pi� rosee aspettative, totalmente distaccata dalla
materialit� delle cose terrene.
Unico difetto che io gli riconoscevo, e che spesso gli
rimproveravo, la sua quasi venerazione per la famiglia �Abbagnale�,
cosa che spesso mi metteva quasi in imbarazzo, pur sapendo e
riconoscendo la semplicit� ed il candore con cui ne parlava.
Ho incontrato Don Angelo per la prima volta alla fine
degli anni settanta, in occasione dei campionati italiani
del 1977, ci siamo ritrovati poi di tanto in tanto sui campi
di gara e man mano la nostra amicizia e diventata sempre pi�
profonda.
Con me anche la mia fidanzata di allora (ora mia
moglie) si � attaccata a lui tanto da divenire il personale
confidente di entrambi.
E� stato lui a celebrare il mio matrimonio (non poteva
essere altrimenti) come quello di Carmine e di Agostino.
Spesso mi ritrovo a pensare a lui e non ho ancora del
tutto compreso come quel lago che lui tanto amava, quelle
acque su cui ha fatto nascere dal niente una canottieri e
con essa tanti campioni, tutto d�un tratto abbia voluto
mettere fine alla sua vita terrena.
So che dall�alto del cielo lui continua a vegliare
sulle persone a lui care, sugli Alpini, sugli infermi, sui
suoi Canottieri, vecchi e nuovi di cui tanto andava fiero.
Continuer� dal Paradiso a godere nel veder tagliare
vittoriose le prue delle barche italiane in tutto il mondo.
Giuseppe Abbagnale
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