Dalle
10,38 di domenica 3 dicembre entreranno in azione loro, i
giovani allievi, cadetti, ragazzi e junior che sul quattro
di coppia lotteranno contro il tempo per aggiudicarsi la
competizione. Dire che scender� in acqua la speranza del
canottaggio, il futuro del nostro sport, la parte migliore
della nostra giovent� remiera � accogliere i nostri atleti
con la solita enfasi, ma loro non meritano considerazioni di
maniera, bens� l�onore di partecipare ad una competizione
particolarissima che li vedr� impegnati sulla distanza dei
sei chilometri. 31 equipaggi al via affronteranno la
corrente tiberina e i numerosi meandri con la concentrazione
delle grandi occasioni e il batticuore che sempre precede il
via: per alcuni, alle prime esperienze di gare, il percorso
si presenter� impegnativo non solo per la distanza, ma
soprattutto per la direzione da imporre all�imbarcazione tra
i gorghi di un campo di regata che si snoda tra la campagna
romana tra un affluente ed un altro.
La lotta contro il tempo in questa regata presenta una
difficolt� in pi� poich� non � solo legata alla resistenza e
la preparazione tecnica degli atleti, ma anche la loro
sensibilit� nel �capire� il fiume, i suoi correntini, le sue
acque morte, in una parola sfruttare quello che la natura
fluviale del percorso offre al concorrente. Certo gli atleti
pi� grandi conoscono meglio i trucchi del mestiere, ma che
dire dell�entusiasmo dei giovanissimi al cospetto del
momento della verit� rappresentato dalla regata? Partiranno
distanziati di un minuto, poi saranno soli contro il tempo e
l�arrivo apparir� come un miraggio dietro l�ultimo meandro,
quello dell�Acqua Acetosa, dove ad attenderli ci sar� il
pubblico degli appassionati pronti all�applauso e all�ultimo
incitamento. Il rischio in agguato � sempre quello di
perdere il ritmo, di non sentire, per la stanchezza, la
battuta del capo voga, di perdere fiducia in s� stessi in un
disperato �ma quando si arriva?� Poi c�� sempre una parte
del fiume che non conosci che ti fa perdere preziosi secondi
in mulinelli e gorghi, ma alla fine c�� l�arrivo e la tromba
liberatoria del giudice sancir� la fine dell�avventura. Mai
come in queste gare di gran fondo su percorso fluviale l�
essere immersi nella natura assume significato cos� forte:
nella regata in linea di 2000 metri tutto � pi� semplice, ma
dover affrontare le insidie della competizione senza i
soliti punti di riferimento pu� essere un problema
determinante specialmente per dei ragazzi. La loro
maturazione di atleti si misurer� nel modo con cui
affronteranno le difficolt� e soprattutto sapranno gestire i
problemi e lo sforzo fisico. Sembra gi� di vederli pronti al
via organizzati in una lunga sequela di remi e schiene
pronte a flettersi. Sono loro: i giovani del canottaggio
italiano.
Giuseppe Lattanzi
Addetto Stampa Comitato Regionale Lazio FIC |