di Claudio Tranquilli
ROMA,
6 novembre 2006 - La 14� edizione della Silver Skiff ha
azzerato tutti i record precedenti facendo registrare
l�iscrizione di 366 singolisti che, aggiunti ai 172 della
Kinder Skiff, porta la partecipazione 2006 ad un totale di
538 sculler in rappresentanza di 100 Societ�. Gli stranieri
sono 95 con gli svizzeri a dominare (40) seguiti da USA e
Inghilterra (8), Slovenia e Austria (7), Germania (5),
Olanda (4), Svezia, Norvegia, Estonia, Egitto (2),
Australia, Bielorussia, Canada, Francia, Nuova Zelanda,
Pakistan, Turchia e Palestina (1). Una regata che consolida
la sua presenza tra le grandi regate inserite nel calendario
internazionale.
La competizione, nata nel 1992 dall�interesse di alcuni
singolisti master del Cerea capitanati dal 58enne Vittorio
Soave � ora � un �giovane 72enne� che di professione fa il
Libraio Antiquario con l�hobby della bicicletta, sci
alpinismo, jogging �, era una sfida tra loro, accettata
quasi per gioco, come ci dice lo stesso Vittorio: �Questa
regata nacque cos� per gioco, tra veterani del Cerea,
veterani dai capelli ormai grigi (da cui l'aggettivo
"Silver", ora snaturato da capigliature che di fili argentei
ne hanno ben pochi, o nessuno). Gestii personalmente (con
l'aiuto di alcuni soci volenterosi le due prime edizioni,
quelle del '92 e '93) poi la Societ� decise, con mio
sollievo, di farsi carico di una regata che, seppure
riservata sino al �96 soltanto ai master, stava assumendo
dimensioni per me ingestibili. La regata venne cos� inclusa
prima nel calendario FIC e poi in quello FISA ed ora �
quella COSA immane che � diventata�.
Con lo stesso Soave, a pieno titolo ideatore della gara,
anche se con connotati diversi, abbiamo realizzato quest�intervista
con l�intento di conoscere meglio sia il personaggio, noto
nell�ambiente remiero per essere un attivo promotore delle
regate londinesi, aiutato anche dal suo fluente inglese e
francese, e per essere un fine antiquario erudito sull�arte
di scovare autentiche chicche del patrimonio letterario
italiano ed internazionale. Ne � emersa una conversazione
che ci ha permesso di scoprire anche parte delle passioni di
un uomo che, dall�alto e con la saggezza dei suoi 72 anni,
pu� affermare senza timore di essere smentito di aver
vissuto in maniera sportiva, continuando tuttora, una vita
dinamica frammista tra cultura, arte e le tante passioni che
fanno di un uomo un uomo speciale.
- Su quanti chilometri si disput� la prima sfida? E da
chi fu vinta ?
La sfida si disput� sullo stesso percorso di gara
odierno, ossia della lunghezza di 11 chilometri. Fu vinta
dal pluriiridato Romano Uberti (torinese di origine veneta,
allora trentaquattrenne), il quale, bench� ormai a riposo e
quasi senza allenamento, copr� il percorso in 46'49".
Romano, due anni dopo, miglior� ancora il suo record, col
tempo di 44'55".
- Nel 1992 avrebbe mai pensato che questa gara, la sua
gara, sarebbe diventata cos� importante sia in Italia che
all'estero?
Assolutamente no! Ma talvolta capita di dar vita
involontariamente a creature mostruose.
- Qual � stata la molla che fece di un libraio antiquario
uno sfidante in singolo?
Anzitutto sono stato prima un singolista che un libraio
antiquario. Entrai al Cerea nel 1953, facendomi due mesi di
pontone ed un anno di yole, cos� come allora si usava. Poi
gareggiai nel 2 con per circa 3 anni, anche se con risultati
non eclatanti. Infine nell'otto (allora ogni Societ�
torinese aveva degli otto di buon livello), partecipando a
tutti gli incontri annuali del match Torino-Aix-Les-Bains
(negli anni Cinquanta l'unica gara internazionale cui a
Torino si poteva ragionevolmente aspirare e per partecipare
alla quale le Societ� torinesi si scontravano in
eliminatorie anche drammatiche). Nel '58-59 entrai nel misto
Cerea-Armida, allenato dal mitico Riccardo Steinleitner, del
cui equipaggio faceva parte anche il Sottotenente Angioni,
allora allievo della Scuola di Applicazione d'Arma di
Torino, che tutti ricordiamo come comandante delle nostre
truppe in Libano negli anni Settanta. Infine, nel luglio
'59, partecipai ai campionati italiani a Marina di Pisa come
singolista, entrando nella finale senior, allora vinta
dall'astro nascente Martinoli, alla presenza di Gronchi.
- Vittorio, lei pur non essendo un giovincello � una
persona molto attiva, partecipa a diverse competizioni
remiere in giro per il mondo, ci pu� svelare il suo segreto?
Pochi vizi, una professione che mi ha concesso molta
libert�, la passione per l'attivit� fisica ed un forte
spirito agonistico, nonch� molti vecchi amici in Club
inglesi, francesi, belgi, olandesi e tedeschi (il raid
Torino-Londra, che compimmo nel '76 con due yole a 4,
cement� ad esempio molte amicizie in vari paesi).
-
So che ha preso parte anche a competizioni in mountain bike
ed escursioni nel deserto. Ci racconti qualche aneddoto.
La bici, sia da corsa che da montagna �, assieme allo
sci, la mia seconda passione. Non vi � colle delle Alpi
occidentali o dolomitico che non abbia fatto. Aneddoti
purtroppo pochi, o poco interessanti, ma innumerevoli
fratture per cadute: bacino, femore, spalla, varie costole,
polso eccetera (ovviamente non tutte assieme, pi� altre
nello sci!). E poi il deserto, vero deserto di sola sabbia,
nel profondo sud della Tunisia, dove ho partecipato ad una
sorta di piccola "marathon des sables", durata alcuni
giorni, senza mai incontrare nessuno, salvo qualche
scorpione e qualche lucertolone. Questa � stata
un'esperienza indimenticabile che avrei voluto ripetere, ma
una svolta drammatica della vita me lo ha impedito. Ed ora
queste imprese non m�interessano pi�, come tante altre cose.
- Domenica la vedremo in gara oppure assister� alla
competizione dalla veranda del Cerea?
Mi limiter� ad assistervi, bench� mi fossi allenato
con un certo puntiglio, e con risultati promettenti. Ma
quattro settimane fa, per l�ennesimo incidente durante
un'escursione, mi sono fatturato alcune dita della mano
sinistra. Lascer� quindi il mio amato Empacher ad una
ragazzona americana che mi hanno riferito essere molto forte
e che certamente far� un tempo decisamente migliore di
quello che avrei potuto fare io.
- Il Po per lei � solo un corso d'acqua o qualcos'altro?
L'ho percorso avanti e indietro cos� tante volte
(sono anche andato a Venezia in yole a 4) che evidentemente
� molto di pi� di un semplice fiume: forse una metafora
della vita, un affannarsi su e gi�, con grandi soddisfazioni
ed altrettante grandi delusioni, per arrivare nowhere. � un
po� il mio "Deserto dei Tartari".
- Le piace tutto di quest�organizzazione diretta dal
Presidente Vitale oppure ha qualcosa da suggerirgli per
migliorare ancora?
Ormai l'organizzazione � cos� perfetta e ben oliata
che sarei un presuntuoso se volessi dare dei consigli. Forse
l'unico � quello di mettervi un tetto perch� il numero dei
partecipanti cresce ogni anno in misura esponenziale tanto
da mettere a dura prova le forze dei membri del nostro
piccolo comitato organizzatore, composto di soci che tutto
devono sacrificare (lavoro, famiglia, riposo) per mantenere
questa gara all'altezza delle aspettative non solo
nazionali, ma anche internazionali.
- Lei pensa che la Silver Skiff possa divenire una
classica mondiale come, ad esempio, la Henley londinese?
Direi che lo � gi�, visto che quest'anno abbiano
circa 370 iscritti, con molti singolisti stranieri,
americani, inglesi, lettoni, neozelandesi, tedeschi,
spagnoli, canadesi; oltre, naturalmente ai bambini che
corrono il "Kinder Skiff" il sabato.
- Per la sua attivit� di promozione della Head of the
River Race � stato inserito anche nel comitato
organizzatore. Come � cambiata, se � cambiata, questa regata
nell'ultimo decennio?
� diventata di livello molto pi� alto, tanto che gli
innumerevoli Otto veterani che in passato la inflazionavano
(e la ostruivano) ora sono pregati di starne fuori e di
iscriversi invece all'egualmente affollata Veterans' Head
del giorno dopo, organizzata dal Vesta R.C.
- Parliamo ora del suo lavoro, le � mai capitato di avere
tra le mani un libro talmente bello e prezioso da non
potersene distaccare facilmente? E se s� quale?
Purtroppo tanti (le E.O. delle liriche Leopardiane
per es.), ed infatti i librai antiquari spesso diventano a
loro volta collezionisti, persino pi� accaniti dei loro
clienti, ma poi devono venire a patti anche con gli
imperativi economici e disfarsi di quanto hanno amato.
- Come scova i libri antichi e rari degni di essere
censiti da un antiquario del suo rango?
Una volta vi erano tante biblioteche private in
vendita e non era difficile per un libraio con un minimo di
relazioni sociali acquistare piccole o grandi raccolte di
libri pi� o meno interessanti. Ora le biblioteche private
sono pressoch� scomparse e le case d'asta (Christies,
Sothebys, Finarte, Drouot) la fanno da padroni e noi librai
dobbiamo andare alle loro corti e scannarci a vicenda.
- Lei sicuramente ama leggere, qual � il suo autore
preferito e quale � il libro che ha appena finito di leggere
(o che sta leggendo)?
Il mio autore preferito � Borges, anche se a dire il
vero ne avrei pi� di uno: D�renmatt, Max Frisch, William
Golding, Somerset Maugham, Buzzati, Stefano Terra, Morselli,
Thomas Mann, Stevenson, Kipling, Maupassant, Stendhal,
Thomas Mann, De Foe, Poe, Henry James. Ora sto leggendo
tutte le opere di Stefano Malatesta, grande, raffinato ed
eruditissimo viaggiatore-cronista-narratore (Il napoletano
che dom� gli Afghani, Il grande mare di sabbia, Il cammello
battriano, Il cane che andava per mare) e sto finendo
l'ultimo libro di Pamuk, Istanbul, citt� di cui mi sono
innamorato, grazie a mia figlia che me l'ha fatta conoscere. |