di
Enrico Tonali
AMSTERDAM, 3 agosto -
La manaccia di Attao l�afferrava per il collo, stringendola
a morte come una garrota ed alzandola da terra scuotendola
violentemente, mentre un �oh dio mio� saliva alle labbra dei
presenti, preoccupati della sorte di quella damigiana da 50
litri di Chianti color sangue levata verso il cielo. Ma
Renato Barbieri, scarronzone dell�otto medaglia d�argento ai
Giochi Olimpici di Los Angeles 1932, di quel nettare vinoso
non ne perse mai un goccio; uno degli ultimi brindisi lo
fece alle nozze di sua nipote Cinzia Marconcini che andava
sposa ad un altro canottiere celebre, Marco, pure lui
Marconcini, in una girandola di omonimie che alla fine ha
messo al mondo � oltre a due figli vogatori, Francesco ed
Elisabetta � pure una Societ�, la Canottieri Marconcini.
�Anche mio padre Unico aveva vogato sull�ammiraglia dei
Livornesi, sull�8 jole che nel 1949 a Santa Margherita
Ligure vinse il Campionato del Mare�, ricorda Marco, in
questi giorni sulle rive del Bosbaan di Amsterdam per
seguire Elisabetta
(foto in basso), la figliola diciassettenne che voga sul
quadruplo azzurrino approdato stamattina in semifinale.
Unico, divenuto poi allenatore dei Vigili del Fuoco Tomei,
di emozioni ne aveva superate tante � nel 1974 Marco aveva
vinto in Germania, a Ratzeburg, il primo oro italiano (in
singolo) in un Mundialito Juniores, seguito l�anno dopo a
Castel Gandolfo (sempre in skiff) dal successo nel
Pentagonale, la regata antenata dell�attuale Mondiale Under
23 � ma non resse a quella provata in tv nel seguire gli
Assoluti 1995 dell�Idroscalo e se ne and� lasciando casa,
barca e bottega nelle mani del figlio, divenuto nel
frattempo geometra e caporeparto dei pompieri labronici.
�E� anche nel ricordo di mio padre, oltre che per le
tante difficolt� del canottaggio livornese, che nel 2003 ho
fondato la Canottieri Marconcini�, spiega il
cinquantenne Marco (ultima sua regata i Campionati Italiani
in doppio con il �compaesano� Stefano Lari, pure lui tecnico
al seguito degli azzurrini sul Bosbaan) ora
dirigente-allenatore della quarta Societ� della citt� dei
Quattro Mori. �Da Provincia e Demanio abbiamo avuto in
concessione un quarto di ettaro in riva allo Scolmatore
d�Arno che stiamo attrezzando con un paio di containers, uno
come deposito imbarcazioni e l�altro per spogliatoi e
servizi igienici. Lo Scolmatore, con tante secche a monte e
affollato di barche turistiche a valle, non � il campo di
allenamento ideale ma ce lo facciamo bastare�.
Un canottaggio glorioso e spartano quello della schiatta
Marconcini, che avrebbe commosso pure il Poverello di Assisi
e che dovrebbe mettere qualche pulce nell�orecchio a certi
circoli megagalattici, in cui si rema solo a gettone. |