LO SPIRITO DI GRONINGEN

La recente edizione della Coupe de la Jeunesse a Groningen, in Olanda, mi ha riportato con la memoria a circa 35 anni fa quando Ezio Lanfranconi �commissario� del rinascente Cus Milano e Presidente del Cus Pavia organizz� una trasferta di studenti lombardi a Groningen, per la celebrazione del �Lustrum� (ma non ne ricordo il numero) dell�ateneo, che prevedeva anche regate remiere.
Credo di essere stato l�unico di quella spedizione a fruire di viaggio in aereo (o in treno, non ricordo bene) ed alloggio in albergo, tutti gli altri, compreso Lanfranconi, viaggiarono con pulmini e auto e dormirono negli alloggi degli studenti. Ma rappresentavo la �rosea� e quindi il privilegio era meritato. Una delle cose che mi sono rimaste impresse, e credo di averne scritto anche su �Il Canottaggio�, � la piazza centrale di Groningen, con le casette alte, strette e multicolori. In una di queste casette c�era, e poteva mai mancare, la gelateria italiana il cui gestore, purtroppo non ho i nomi a memoria, viveva l� da molti anni ed era una specie di autorit� nella locale comunit� italiana. E nel salone della sua gelateria si riuniva la �creme� culturale. E in occasione di questa manifestazione ci fu un incontro autorevole con un professore italiano, titolare ritengo della cattedra di letteratura italiana, attorno al quale ruotava ogni iniziativa pro Italia. L�affetto ed il ricordo per la Patria lontana faceva presa in ogni circostanza ed ogni occasione era buona, cos� anche la venuta dello sparuto gruppo di canottieri fu utile occasione per parlare dell�Italia.
La regata fu cosa bella, ma anche incubo per i nostri prodi. L�usanza di certe manifestazioni in cui spesso gli equipaggi si iscrivevano sul posto e arrivavano senza barche, era che tutto venisse organizzato alla buona, in piacevole amicizia sportiva. Arrivava un equipaggio, ne prendevi barca e remi, avevi appena il tempo di regolare il puntapiedi e via. E tutti vogavano in allegria e con molto cameratismo. Il campo di gara era un canale aperto al passaggio di grosse imbarcazioni, per cui ogni mezz�ora le gare dovevano fare pausa. Ma per gli olandesi questo era sport, questo era il canottaggio che consentiva a tutti di muoversi e di remare, senza troppi oneri. E per quanto la cosa a noi creasse meraviglia ed imbarazzo, bisogna dire che il meccanismo funzionava. Forse c�era il problema di ricuperare i risultati ufficiali, ma goliardicamente, in quel caso, tutto procedeva ed anche i nostri impararono ad adattarsi ad un nuovo spirito remiero.
Certamente una cosa del genere da noi avrebbe sollevato problemi e proteste (ma l� anche i giudici di gara �stavano al gioco�), e avremmo detto che neppure una gara di zona viene organizzata cos�. Certo che se in Lombardia dovessimo organizzare le gare in maniera cos� caotica verrebbe gi� il mondo, ma l�, su quel lontano canale olandese, tutto sembrava andare a meraviglia e poi alle premiazioni non ci sono state contestazioni e tutto fin� in gloria.
Alla recente �Coupe de la Jeunesse� nostri dirigenti e tecnici si sono lamentati per alcune cose che non conosco. E non c�ero e quindi non posso interloquire. Per� da Milano, �grazie anche al ponte� organizzato dall� Ufficio Stampa federale ho potuto seguire praticamente in diretta lo sviluppo delle gare, corredate di una successione di comunicati con risultati centesimali e rilevazioni ogni 500 m., con �differenze� dei tempi e indicazione delle incidenze del vento. Ed al termine la sollecita stampa della classifica e del medagliere, cosa che lo scorso anno dall�Inghilterra fu realizzata con 24 ore di troppo. Ripeto, giornalisticamente parlando, da casa, mi � sembrata un�ottima organizzazione, quindi superiore a quella di certe �nostre gare regionali�in cui per ragioni abbastanza evidenti il cireneo addetto ai risultati non sempre ce la fa a seguire tutto, con il giornalista locale in impaziente attesa dei risultati. E quindi la genericit� della citazione sembra un po� superficiale.
Avendo girato in tempi meno facili di oggi numerosi campi di regata, ho sempre cercato di osservare e capire chi vi lavorava e come lavorava. A me, che avendo diretto per 20 anni il Comitato Lombardo, dopo che in precedenza avevo svolto numerose altre incombenze, appariva naturale la valutazione di una gestione organizzativa e prima di esprimere rilievi cercavo di approfondire le circostanze. E� vero che oggi le condizioni operative sono cambiate in meglio, ma spesso sussistono ancora fattori che interferiscono nella migliore volont� di chi organizza. E quindi prima di trinciare giudizi bisogna a volte anche calarsi nei panni degli organizzatori. Del resto a gestire la Coupe de la Jeunesse mi sembra ci sia una commissione, di cui ho conosciuto alcuni membri a Varese in occasione del Festival dei Giovani, che armati di chilometrici questionari andavano ad informarsi di tutto ci� che fosse fondamentale per la riuscita del progetto. Ho visto a quella riunione alcuni responsabili varesini, non ho visto altre persone o dirigenti non varesini e mi duole rilevare che l�espressione dei drastici giudizi forse non tiene conto di altre realt�.
Realt� di altri modi di intendere il canottaggio, cos� come ad Amburgo nel 1986 per il Match des Seniors il campo di gara era in una amena distesa di verde, con attrezzature complementari pienamente rispettose dell�ecologia e del verde ambientale ed in cui non esisteva alcunch� che desse la sensazione di un desiderato rapporto con la stampa. Il giornalista era come tanti turisti e doveva arrangiarsi, come facevo io, nel carpire i risultati ai giudici. Quindi tra le due organizzazioni, senza voler polemizzare, promuoverei, appunto dal mio punto di vista, Groningen 2006.
Del resto in ogni ambiente c�� una specifica considerazione di ci� che si fa, di ci� che spetta a ciascuno dei partecipanti e naturalmente �il locale�ragiona sul proprio metro. Cos� accadde che nel 1963 agli �europei� di Copenaghen, quelli dell�oro di Petri e Mosetti nel due senza, il sottoscritto, con Alberto Marchesi, Pompeo Senzacqua e forse qualche altro indomito giornalista ci presentammo all�alloggio predisposto dall�organizzazione per i media. Era un collegio, forse per ragazzi impertinenti, i cui letti erano costituiti da assi di legno con un materassino alto due dita, il che d� il senso del problema. La risposta degli organizzatori ai nostri lai fu �siete dei canottieri e questo � un ambiente sportivo, quindi accettatelo�. Tralascio i nostri commenti.

Ferruccio Calegari

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