Varese – La cronaca di una
grande manifestazione di solito segue un filo conduttore, un
logico percorso. Ma in una manifestazione composita, nel
senso di fatti improvvisi, di situazioni di emergenza è
interessante ricucire i tanti piccoli episodi che ne
determinano lo sviluppo ed una delle posizioni strategiche
per poterne riferire non è porsi ad origliare dietro ad una
porta, ma installarsi nella segreteria, tra l’altro unico
luogo rinfrescato da ventilatore, in giornate davvero
canicolari.
Cerimonia inaugurale: organizzata nella serata di
venerdì, al termine della lunga teoria delle prime 94 gare.
Abiti d’ordinanza per autorità e dirigenti “per aspera ad
astra” in giacca e cravatta alla cerimonia, dove appunto il
presidente federale Renato Nicetto ed il presidente onorario
Gian Antonio Romanini, padre tutore del Festival, sono
passati dalla “polo” della giornata alla divisa da
cerimonia.
Cerimonia simpatica, partecipata ed applaudita, con
alzabandiera, accensione del tripode e lettura del
“giuramento-impegno” del giovane canottiere, in cui si sono
cimentati un giovane vogatore ed una giovane vogatrice della
Canottieri Varese, società organizzatrice. E come in tutte
le buone organizzazioni spesso la necessità di ben figurare
viene scossa da situazioni di tensione e preoccupazione.
“Dov: è?” il preoccupato interrogativo degli
organizzatori, quando si sono accorti che nessuno sapeva
dove fosse stata messa la busta inviata dalla Federazione
con la formula del giuramento. Problema risolto felicemente
dalla buona memoria di Stefano Mentasti, ora
consigliere-segretario del Comitato Regionale e che “gioca
in casa”, ma che mantiene un certo distacco istituzionale
dalle cose varesine: ha suggerito di scartabellare
nell’archivio della manifestazione precedente, quella del
2002, che ha consentito di risolvere il problema.
Partecipazione numerosa ed allegra quella delle
squadre partecipanti, che hanno così suggellato il loro
impegno. Tra le squadre ospiti si è messo in evidenza il
gruppo della canottieri Gavirate, tutti con nuova divisa ad
hoc, con due remi a fare da asta di bandiera, con le nove
bandiere sociali inaugurate pochi giorni fa in occasione dei
Campionati Ragazzi e U.23. Ed a chiudere l’allegra sfilata
la “mamma” di tutti quei ragazzini, Paola Grizzetti, immersa
nella allegra brigata, che avrebbe voluto scalzare il
primato dello scorso anno della Varese.
Classifiche: la Varese accortamente ha iscritto –
anche perché li aveva ben preparati – numerosi giovani
vogatori che nel corso della prima giornata di gare hanno
mirato a consolidare il successo dello scorso anno. Infatti
al termine della prima tornata di gare, l’indiscutibile
responso dello staff di Canottaggio Service, coordinato
dall’amico Angelo Faggioli, registrava la Varese al primo
posto con 351 punti (264 maschili e 87 femminili), seguita
dai bravissimi ragazzi del Circolo Ilva di Bagnoli (178),
dallo Stabia (168) ed ecco la Gavirate al quarto posto
provvisorio con 154 punti, tallonata da Fiamme Gialle (140),
dai vicini di casa della Luino (127) ed ancora da Pro
Monopoli (122), Berchielli (117), Polisportiva Lavoratori
Terni (113) e Sebino di Lovere (112).
Gare veloci e combattute, su 500 m., con arrivi
ravvicinati ed a rischio di valutazione non tanto per
qualche difficoltà di percezione, da parte della folta e
preparata giuria di arrivo, quanto – specialmente nel
pomeriggio – per i riflessi sull’acqua provocati dal sole,
tanto che ad un certo momento – volontario di lusso – Giosuè
Vitagliano, presidente della Commissione Direttiva
Arbitrale, con un motoscafo si è recato al punto opposto del
traguardo potendo confermare ai colleghi situati sul
“gradone” ufficiale le rilevazioni. E da questa esperienza è
nato un progetto di emergenza per le due giornate
successive, così nella stessa serata è stato installato un
pontone fisso oltre la linea di traguardo, per organizzare
più organicamente le rilevazioni.
Problema non da poco la regolarità e correttezza
degli arrivi: è giusto e doveroso che ogni concorrente abbia
il giusto riconoscimento del suo risultato in gara. Ed
infatti contemporaneamente si svolgeva una riunione tecnica
dei rappresentanti della Commissione internazionale della
“Coupe de la Jeunesse” che ha vagliato attentamente
l’argomento ed ha accolto il suggerimento del past president
della Varese, Franco Ruspini, che è stato il motore della
manifestazione del prossimo anno, di utilizzare sulle barche
dei numeri di maggiore dimensione degli usuali, con cifra
nera su fondo bianco. Ed è argomento che opportunamente
andrebbe analizzato anche a livello generale del nostro
canottaggio perché la difficoltà di lettura dei numeri di
gara non è emersa soltanto in occasione di questa
manifestazione.
Fotofinish cieco: perché non usare il fotofinish,
allora? Non è cosa semplice, infatti in occasione di una
recente grande manifestazione remiera l’occhio del
fotofinish è rimasto quasi cieco per circa tre ore. Le
immagini davano sì le posizioni delle barche, ma non erano
leggibili i numeri, per il poco contrasto con l’ambiente
circostante ed i riflessi solari. E poiché le barche in gara
possono spostarsi di corsia, la certezza a volte non
suffragava la percezione. I cronometristi suggerivano l’uso
dei numeri ritagliati del tipo svizzero. Ma i dirigenti
della Coupe della Jeunesse hanno ritenuto valida la proposta
dell’inversione di colore e dell’aumento dimensionale.
Impegno: la Canottieri Varese ha messo in campo tutta
la sua potenzialità organizzativa, grazie alla
partecipazione oltre che degli atleti non impegnati in
queste gare anche dei numerosi nuclei familiari, che hanno
rinunciato a partire per le ferie per essere vicini alla
loro “famiglia sportiva”, appunto la Canottieri. Così in
ogni settore dell’accoglienza e dei servizi abbiamo visto,
con le gialle magliette “staff” tante mamme vicino ai
ragazzi. Ma nell’organizzazione sono state notate maglie di
diversa colorazione, da quelle delle associazioni di
protezione civile di Varese e di Gavirate, dalla Croce Rossa
ai soci della Associazione Radio Amatori Italiani.
Supporto: un importante supporto organizzativo alla
manifestazione è stato dato da Pixel, società di gestione e
promozione di eventi, che ha coordinato numerose iniziative,
realizzando anche un interessante progetto grafico nella
distribuzione degli spazi e nella gestione delle strutture.
Su tutto ovviamente campeggia l’impegno di Mauro Morello,
attuale presidente del sodalizio che si avvia a celebrare
gli 80 anni di attività e che dai suoi ricordi di vogatore
riprende e sviluppa le esigenze per un migliore servizio ai
concorrenti.
Servizio: un buon in gara è dato dalla
professionalità dei piloti dei motoscafi per i Giudici di
Gara, i quali hanno la necessità di assolvere ad un duplice
impegno, accompagnare i concorrenti su un percorso veloce
(500 m. nelle prime gare in 7.20), dopo averli assistiti con
opportune raccomandazioni prima del via, in cui spesso il
loro richiamo a “vogare avanti”, oppure “fai contro” veniva
interpretato in maniera del tutto opposta al reale
significato. E forse l’impegno dei Giudici di Gara in queste
manifestazioni è più stressante che in una gara in cui
equipaggi di più completa scuola si disputano un titolo
nazionale oppure concorrono ad una impegnativa selezione per
la maglia azzurra.
Ferruccio Calegari
Varese, luglio 2006 |
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