intervista a cura di Franco Morabito
PIEDILUCO, 25 aprile
- Un ritorno
al passato alla grande, come nel 1987 quando il
Memorial Paolo d�Aloja nacque sul lago di Piediluco
per onorare l�ex presidente della Federcanottaggio
scomparso nell�84 che verr� ricordato anche come uno
dei migliori dirigenti in assoluto dello sport
italiano. La manifestazione, diventata nel frattempo
l�appuntamento di apertura del calendario remiero
internazionale, a poco a poco aveva perso un po� del
suo antico smalto ma le 21 Nazioni che nello scorso
fine settimana hanno preso parte alla 20� edizione
hanno confermato in pieno il suo rilancio, voluto e
sostenuto con forza dalla nuova dirigenza federale e
dal direttore tecnico Giuseppe de Capua.
�Tenevamo moltissimo alla buona riuscita di questo evento �
confessa de Capua, che
anche vent�anni fa faceva parte dello staff tecnico
azzurro, braccio destro dell�allora DT Thor Nilsen
�
essenzialmente per due motivi. Il primo per onorare
al meglio il nome di Paolo d�Aloja; poi per rendere
pi� impegnativo per i nostri vogatori questo primo
loro test internazionale. Infatti se � vero che,
soprattutto dal punto di vista psicologico, il
modello-gara � un insostituibile momento di
allenamento, lo � ancora di pi� il modello-gara
internazionale. E per questo abbiamo fatto di tutto
per rendere questa regata pi� nutrita, nei numeri e
nella qualit�, di quanto non fosse accaduto negli
ultimi anni�.
Un successo organizzativo, quindi, cui si accompagna l�eco
positiva suscitata dal Seminario rivolto ai tecnici
dei vari Paesi che si � tenuto nel corso dell�evento
sotto l�egida della FISA, la Federazione
internazionale. Ed anche questo � un fatto storico
perch� mai prima d�ora ad una regata internazionale
si era abbinata un�occasione di incontro di questo
tipo.
�Il
Seminario � stato uno dei momenti pi� significativi
del Memorial, molto importante nell�ottica della
crescita culturale, impreziosito dalla
partecipazione di figure assai autorevoli in campo
internazionale. Molto apprezzati, fra gli altri, gli
interventi di Matt Smith, Direttore esecutivo della
FISA, e di Thor Nilsen, uno dei fondatori insieme a
Paolo d�Aloja del Centro tecnico di Piediluco,
attualmente Direttore dello sviluppo della FISA nel
mondo e consulente della Federazione australiana, la
cui conoscenza profonda del canottaggio
internazionale gli ha permesso di trattare argomenti
originali e nuovi che hanno suscitato molto
interesse. Matt Smith, invece, ha tratteggiato per
grandi linee il futuro di Piediluco che, nelle
intenzioni della Federcanottaggio e della FISA,
dovrebbe diventare a breve un Centro internazionale
di preparazione di alto livello. Per noi tutto
questo � motivo di orgoglio perch�, pur provocandoci
inevitabilmente un aggravio nella mole di lavoro, ci
qualifica notevolmente e contribuir� ulteriormente
allo sviluppo non solo formativo-culturale ma anche
dal punto di vista psicologico. Infatti i nostri
atleti potranno vivere il loro Centro nazionale con
una visione di pi� ampio respiro, a contatto con
grandi equipaggi e con molti di quegli avversari che
poi si ritroveranno a dover affrontare sui campi di
regata internazionali, stemperando quel pathos che
si avverte nel contesto delle gare�.
Alla luce di tutto questo il Memorial Paolo d�Aloja 2007 far�
ancora un altro balzo in avanti, o per meglio dire
all�indietro visto che certe cose si facevano anche
negli anni Ottanta.
�S�, le intenzioni nostre che hanno trovato
d�accordo tutti i vertici della FISA sono quelle di
far precedere il Memorial del prossimo anno da un
Campus internazionale che dovrebbe durare una
quindicina di giorni. Non si tratter�, per�, solo di
dare ospitalit� ad equipaggi dei vari Paesi bens� di
promuovere in quella occasione una serie di
iniziative finalizzate all�accrescimento della
cooperazione tecnica internazionale attraverso
l�approfondimento di temi quali lo sviluppo della
ricerca tecnologica su barche e remi, la
biomeccanica della voga, e l�effettuazione di test
funzionali anche nell�ottica della metodologia
dell�allenamento. L�obiettivo di questo nostro
progetto � quello di restituire a Piediluco la
caratura di Centro di eccellenza internazionale per
dare dei valori aggiunti al nostro mondo, in
particolare ai vogatori ed agli allenatori�.
Il Paolo d�Aloja 2006, al di l� di tutto questo, ha fornito
convincenti risposte anche sul grado di preparazione
dei nostri atleti.
�Dopo i test effettuati in tutta Italia e durante i
Campus da me e dai miei collaboratori �
continua de Capua � che ci hanno permesso il monitoraggio
dell�intero movimento, il Memorial ha confermato
che, come media generale, quasi tutti i candidati
alle barche azzurre si trovano ad un livello
superiore rispetto all�aprile del 2005. La
situazione, cio�, � notevolmente migliorata sia dal
punto di vista tecnico che fisiologico e tutto ci�
si traduce nell�incremento di velocit� di barca.
Questo, per�, non perch� si siano anticipati i tempi
di preparazione; siamo pi� veloci solo perch� il
nostro livello si � alzato grazie ad una maggiore
potenza e capacit� aerobica e ad una maggiore
economia nel gesto tecnico di voga�.
Con questa regata la stagione internazionale ha ufficialmente
preso il via, a breve si susseguiranno gli altri
impegni, ed anche la squadra Nazionale sta prendendo
forma.
�Gli equipaggi, ovviamente, cominciano a
delinearsi, alcuni sembrano per grandi tratti gi�
definiti, ma i giochi della stagione agonistica 2006
non sono ancora chiusi per nessuno: neppure per
quelli che non prenderanno parte alla prima prova di
Coppa del Mondo a Monaco. Chi non vi andr�, infatti,
non dovr� sentirsi n� fuori del tutto n� mezzo
fuori. Ci saranno ancora opportunit� davanti e ci
sar�, quindi, ancora la possibilit� per tutti di
mettersi in mostra, soprattutto nel prossimo Meeting
nazionale di met� maggio e nei campionati italiani
di giugno. La porta, quindi, � aperta per tutti: per
entrare e per uscire�.
Un commento conclusivo su questa prima uscita 2006 del
canottaggio italiano in campo internazionale.
�Sono molto soddisfatto anche perch� sto vedendo
nei nostri allenatori e nei nostri vogatori una
grande serenit� e motivazioni forti che li portano
ad esprimere il meglio di loro stessi. Vi � la
consapevolezza dei propri mezzi, nel senso di cosa e
quanto fare per migliorarli. E questo � importante
soprattutto in uno sport come il nostro che da una
parte richiede molto impegno e dall�altra non ti d�
grandi gratificazioni n� dal punto di vista
economico n� da quello sociale. Le radici forti del
canottaggio sono nella sua tradizione e nei suoi
valori genuini, tra cui primeggiano schiettezza,
modestia, lealt�, comprensione, laboriosit� e
seriet�. E� bello viverlo come lo stiamo vivendo
noi attraverso la riaffermazione autentica dei
rapporti interpersonali con naturalezza ed
equilibrio assaporandone tutte le positivit� che uno
sport come il canottaggio riesce a dare�. |