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Regatare in Carinzia: la magia del Worthersee ammalia i canottieri del Tirrenia Todaro

mercoledì 14 Ottobre 2009

Regatare in Carinzia: la magia del Worthersee ammalia i canottieri del Tirrenia Todaro

ROMA, 14 ottobre 2009 Venerdì nove, adrenalina alle stelle, moglie abbastanza alterata, ma voglia di scendere in acqua. Il viaggio è abbastanza tranquillo fino a San Giorgio di Nogaro dove “scarichiamo” Andrea Petracci assieme al suo canoino, uno splendido “Salani” in legno che da tempo immemore solca le acque del biondo Tevere. Lui infatti sara’ il nostro portacolori ai Campionati Italiani di tipo regolamentare nella categoria master A. Proseguiamo ed alle 20 arriviamo a Velden. La regata in skiff “Rosa del Worthersee” ci attende, il lago è li e noi lo scrutiamo, ma è buio e ci dedichiamo al montaggio delle nostre barche. L’emozione è tantissima e nei giardini pubblici moltissimi sono i singoli “parcheggiati” sotto l’occhio vigile della polizia. Il meteo non promette niente di buono infatti dense nubi si ergono minacciose sopra i nostri armi. La spedizione, originariamente di sei “sculler”, si è ridotta a quattro a causa degli acciacchi fisici. Andiamo a cena e scherziamo, ma la tensione è palpabile. Fabio, l’ingegnere, tira fuori mappe in 2D, 3D, tracciati in autocad, punti di riferimento. Io penso che sono un pirla perché’ mi sono scordato nell’ordine: conta colpi, borraccia, supporto in neoprene per il carrello. Praticamente tutto a parte me stesso e la mia voglia di remare assieme a tanti altri appassionati. Dormo con Umberto che non fa altro che russare e prendere gomitate per smettere, piove, piove. Piove per tutta la notte, caspita! Mi sono scordato pure il giacchetto antivento! E’ mattina e, fatta colazione, ci dirigiamo a prendere i numeri ed i pettorali. L’organizzazione è fantastica, con il pulman veniamo trasferiti alla partenza a Velden, siamo italiani, croati, francesi, inglesi, austriaci, svizzeri, cechi! Tutti a ringraziare i buon Willi organizzatore ed atleta contemporaneamente. Arrivati ai giardini, di fronte al magnifico Schlosshotel di Velden con stanze addirittura in un castello, iniziamo a fare riscaldamento. Un singolo del Pullino è stato rotto da ignoti ed il buon Fabio Spagnolo non sa che fare, ma ne trova un altro in prestito. Dario Fogo, il nostro allenatore, ci dice come interpretare la gara, che sensazioni sentire, siamo li’ ad ascoltare come se fosse la prima volta e pendiamo dalle sue labbra. Siamo carichi oltre l’inverosimile, ma pronti, dopo tanti allenamenti! Giulia Cappabianca non si sopporta (buon segno) è come un puledro alla gabbia del via nell’ippodromo! UmbertoTornar, fresco campione mondiale, fa la sua ginnastica, io faccio straching. Scendiamo in acqua ora siamo con noi stessi, riscaldamento 10, 20, 30 colpi, sono pronto, caldo – VIA! Scatto felino e mi porto avanti e stiamo li fino ai mille poi calo perché’ non so cosa mi aspetta, penso, mi rilasso mentalmente arrivo al primo riferimento, vado bene, penso di essere circa ottavo, non mollo. Arriva un master C, “tacci sua”, penso, come cammina, ma poi un altro ed un altro ancora. Penso di essere inchiodato ed allora mi viene in mente cio’ che ha detto Dario: REAGIRE! Azzardo un attacco e passo da 24 a 27 colpi. Mancano 3000 metri, non mollo! BEEP l’arrivo. Rientro assieme a tanti e le prime persone che ringrazio sono proprio Willi e Dario. Mentre smonto e carico la barca arrivano Fabio Mondini, Umberto Tornar e Giulia Cappabianca. Tutti stravolti, ma felici. Aspettiamo i verdetti. Nel frattempo ci prendiamo carico del singolo della canottieri Pullino per portarlo a San Giorgio di Nogaro da Leonardo Salani. Beviamo birra e mangiamo carne. Ecco i risultati, è un tripudio, tutti gli italiani si sono difesi e Giulia ha vinto la categoria. Non possiamo aspettare la cerimonia e chiediamo se possiamo avere subito la coppa di Giulia, detto fatto. Ora si riparte con destinazione San Giorgio di Nogaro. Raggiungiamo Andrea Petracci telefonicamente e ci dice che la sua gara è stata entusiasmante, ma un atleta del Corgeno lo ha “fregato”, comunque il risultato ci sta’. Arriviamo a San Giorgio, attivita’ frenetica, scarica il singolo della Pullino e portalo da Salani, carica il canoino e si riparte! In 36 ore 1800 kilometri, regate in due nazioni, che dire il movimento master c’è, ma molto è ancora da fare. Un saluto a tutti gli amici che come me condividono questa grande passione!
 

Luca Dell’Elice
Comitato Regionale FIC Lazio