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Comunicato Stampa

lunedì 11 Febbraio 2008

Comunicato Stampa

QUATTRO CHIACCHIERE CON ROB WADDELL
Intervista in esclusiva rilasciataci dal pluricampione neozelandese

ROMA, 11 febbraio 2008 – Lo sapevamo molto impegnato ma come sempre la sua disponibilità non gli ha fatto difetto ed è con piacere che pubblichiamo questa breve intervista che ci ha voluto rilasciare tra un allenamento e l’altro.

Waddell, grazie per il tempo che ci dedica. Come sta?
Grazie a voi, è un piacere. Sto bene, mi sento in forma. Che dire di più?

La prima domanda è la più banale, siamo sicuri che saprebbe indovinarla anche da sé… Perché è tornato al canottaggio?
Ero molto motivato, difficile spiegarlo in poche parole. Potrei dire che il fuoco del canottaggio bruciava ancora dentro di me. Vincere una volta (Sydney, Giochi olimpici 2000, oro nel singolo) è stato bellissimo e penso che ripetermi sarebbe semplicemente fantastico. Come tutte le cose belle delle vita e le cose che ti piace fare, che ti danno piacere, quando accadono una volta sono belle, ma la seconda lo sono ancora di più.
Mi piace veramente tanto remare, adoro la sensazione che la barca mi dà quando scivola sull’acqua. E’ bello sentire che ancora sono in grado di remare e farlo bene. Mentre scivolo via con la mia barca penso: quale altra cosa nella vita può darmi l’opportunità di provare ad essere ancora una volta il migliore?

Grinder * e sculler. Hanno qualcosa in comune? Chi è Rob Waddell il “Grinder” e chi è Rob Waddell lo “Sculler”.
Il grinder pesa 118 chili mentre il singolista ne pesa 103. Il primo fa pesi su pesi e poi va a vela, il secondo fa molta, molta barca. Il grinder è forte, robusto ma non elegante nei gesti, quello che per lui conta è la forza e la maestria nel maneggiare il verricello. Il singolista è ugualmente forte ma la tecnica che usa in barca è sicuramente più affinata e completa. Il grinder passa moltissimo tempo su una barca a vela, praticamente tutto il giorno per 6 giorni alla settimana; non è faticoso dal punto vista mentale, a parte quando gareggi, ovviamente. Il canottaggio è senz’altro più duro ma non lo fai tutto il giorno. Altra differenza è che con la vela si guadagna, con il canottaggio no… Le gare di vela sono improntate specialmente sul cercare di capire e anticipare le mosse del tuo avversario. Cosa farà e come reagirò? Il canottaggio è più basato sulla velocità che riesci ad imprimere alla tua barca. La vela implica molti spostamenti (anche in Italia), il canottaggio ha solo una o due trasferte l’anno che hanno base in un unico campo di gara. Quando partecipo ad una regata velica mi piace perché sei parte di un team e hai l’opportunità di fare nuove conoscenze, inoltre non hai mai i nervi tesi, cosa che invece mi accade quando sono in singolo. Sono entrambi sport che si svolgono all’aria aperta, mi ritengo fortunato di poterli praticare.

Sappiamo che ha avuto problemi cardiaci  (irregolarità dei battiti) nel 1993. Quanto questo inconveniente ha influenzato (ammesso che l’abbia fatto) la sua carriera? Ci racconta qualcosa di quel periodo?
Non mi ha influenzato, né condizionato per niente. Volevo fare canottaggio e mi sono semplicemente sottoposto agli accertamenti medici che il mio caso richiedeva. Ho detto ai medici che volevo continuare a praticare il canottaggio e loro mi hanno detto cosa dovevo fare. Fortunatamente i miei problemi si sono risolti.

Un anno vissuto in Giappone (1992). Che cosa ha imparato da quella esperienza, a parte il giapponese ?
La loro cultura e il loro modo di vivere, molto diverso da quello a cui ero abituato. L’anno trascorso in Giappone l’ho dedicato principalmente ai miei studi che mi hanno comunque permesso di avvicinarmi alla storia di un popolo ricco di tradizioni e storia. Là ho praticato il judo. Imparare la lingua non è stato facile, non sono molto bravo… Fortunatamente c’è Sonia, mia moglie, che parla correttamente tedesco e spagnolo. Anche due dei miei tre figli, Sophie e Hayden parlano spagnolo. Durante il nostro soggiorno in Spagna (Coppa America) Sophie traduceva per me dal momento che trascorrendo tutto il tempo con il team, e parlando quindi sempre in inglese, non ho praticamente imparato una sola parola di spagnolo. Che ignorante che sono! Negli ultimi anni sono stato molto impegnato con la vela e io e la mia famiglia ci siamo spostati molto. Il tempo che dedicavo a loro era poco ma lo abbiamo speso facendo  cose semplici a seconda dell’occasione.

Tre anni sul tetto del canottaggio mondiale: 1998, 1999, 2000. Perché decise di smettere con il canottaggio? Che cosa è successo dopo i Giochi Olimpici di Sydney?
Mi sentii appagato, mi sembrava di aver avuto tutto ciò che lo sport poteva offrirmi. Continuare ancora sarebbe stato come chiedere ad uno studente che aveva ottenuto il massimo dei voti ad un esame di ripeterlo, ben sapendo che questo esame ci sarebbe stato dopo quattro anni ma che gli studi sarebbero iniziati già il giorno seguente. Volevo nuove sfide e fui rapito dall’idea romantica di essere sull’imbarcazione dei Blacks (Nuova Zelanda), nella Coppa America.

Alcuni mesi fa, nell’intervista rilasciata in occasione del Silverskiff di Torino, Mahè Drysdale ci confessò che lei rappresenta da sempre il suo idolo e che lui sarebbe onorato di salire in barca con lei e di gareggiare nel doppio. Che ne pensa?
Per fare ciò bisognerebbe avere lo stesso potenziale, non mi faccio illusioni, e non sta a me deciderlo. Per rendere possibile questa cosa bisognerebbe avere un buon assieme e riuscire a far camminare la barca davvero forte. Ciò che per me conta non è il remare di coppia o di punta, da solo o in compagnia, l’importante è farlo bene.

Un’ ultima domanda, la più scontata: Pechino 2008, Robert Waddell ci sarà?
E’ ciò che maggiormente desidero in questo momento. Il 23 febbraio ci sarà l’ultima gara dei Trials e poi lo sapremo.

Chi è Robert Waddell?

Robert (Rob) Waddell è nato il 7 gennaio 1975 a Te Kuiti, Nuova Zelanda, ed è cresciuto in  una fattoria dove si produceva latte e formaggio e dove da bambino si divertiva molto a cavalcare le mucche. Ha frequentato il King’s College di Auckland dove il canottaggio aveva una lunga tradizione. Rob sin da giovane era alto e forte e queste sue doti naturali non sono sfuggite all’allenatore locale che ben presto gli ha riservato un posto sull’otto della scuola.
A 17 anni è entrato a far parte della squadra Junior della Nuova Zelanda e ben presto gli è stato chiesto di passare con i “puledri” della squadra Under 23. Rob rifiutò però l’offerta perché aveva vinto uno borsa di studio che lo ha portato a vivere per dieci mesi in Giappone.
Nella “terra del Sol Levante” il giovane Waddell ha imparato il giapponese ed è diventato cintura nera di judo.
Dal 1993 al 1997 ha studiato all’università di Waikato (direzione aziendale); ogni mattina si allenava per due ore prima dell’inizio dei corsi universitari, cosa che ha fatto anche durante le estati quando si recava a casa per dare una mano nella fattoria di famiglia.
Nel 1993 il suo cuore ha iniziato a fare dei capricci (irregolarità nella frequenza cardiaca) e sono trascorsi due anni prima che ne venissero identificate la cause. Proprio in questo periodo, a causa di questi problemi, Rob decise di cimentarsi in singolo dal momento che non voleva essere di ostacolo a nessuno.
Nel 1994  ha partecipato ai Campionati del Mondo di Indianapolis sul due senza dove si è dovuto accontentare della Finale B. Va meglio con il due con: barca sulla quale, sempre ad Indianapolis, giunge quinto.
Ai Mondiali dell’anno seguente a Tampere, Finlandia, cerca fortuna sul quattro senza ma l’equipaggio neozelandese giunge solo decimo. Nel 1996 viene scelto per disputare il singolo ai Giochi di Atlanta ( dichiarò all’epoca che lo riteneva un grande onore) dove si mette in mostra e guadagna un buon settimo posto. Il singolo è una specialità che gli piace e gli allenatori neozelandesi se ne accorgono. Nel 1997, sempre in singolo, si aggiudica il titolo nazionale australiano e dopo essersi aggiudicato la medaglia di bronzo in Coppa del Mondo si piazza ottavo ai Mondiali francesi di Aiguebelette.
Il 1998 è uno degli anni che lui ritiene più belli della sua vita: sposa la singolista Sonia Scown ( figlia del famoso giocatore di rugby, membro del mitico All Blacks, Alistair Scown) e vince il suo primo titolo mondiale ai Campionati di Colonia. Questo sarà il primo dei tre anni d’oro che lo consacreranno campione indiscusso del singolo: nel 1999 vince ancora il titolo mondiale in Canada a St. Catharines e infiamma letteralmente tutti i sostenitori neozelandesi nel 2000 quando a casa dei cugini australiani vince la medaglia d’oro Olimpica.
Per i meriti sportivi raggiunti è stato il primo atleta del canottaggio a vincere il prestigioso premio “HALBERG” per tre anni di seguito (1998,1999,2000). Nel 2001 è stato insignito del ONZM ( Ufficiale dell’Ordine al Merito della  Nuova Zelanda) per i successi ottenuti in ambito sportivo.
Nel febbraio del 2001 si è unito al team New Zealand in qualità di grinder gareggiando in Coppa America nel 2003. Nell’anno Olimpico 2004 alcuni sostenevano che sarebbe tornato al canottaggio per difendere il suo titolo olimpico ma non lo fece. E’ rimasto nel circuito della Coppa America sempre con il ruolo di grinder con la Emirates Team New Zealand nella sfida della Coppa America 2007.
Rob Waddell ha un consumo di ossigeno VO2 tra i più alti mai testati e detiene la seconda prestazione mondiale di sempre al remoergometro sulla distanza dei 2000 metri. Attualmente fa parte della Commissione Atleti del Comitato Olimpico Nazionale della Nuova Zelanda e di quella dei Giochi del Commonwealth. E’ alto 2 metri e il suo peso forma è 97 chili.    
 
* I grinder sono il vero motore di una barca di America’s Cup e non in senso letterale. Gli uomini addetti ai verricelli, infatti, sono quelli che cazzano le scotte e le drizze di tutte le vele; questo comporta uno stress fisico enorme, soprattutto durante i famosi ‘gybe o tack duel’, quando cioè le due barche effettuano un serrato duello di strambate o di virate per smarcarsi a vicenda. Anche se i grinder, proprio per le loro caratteristiche fisiche, provengono spesso da altri sport, come il football, o il canottaggio, devono imparare in breve tempo le regole tattiche e il lavoro dei trimmer. Soltanto così potranno anticipare le mosse e lavorare in perfetta sincronia con gli altri.

Nelle immagini: Rob Waddell in azione quest’anno sul lago Karapiro; Waddell su Team New Zealand; Waddell sul podio di Sydney 2000 con Xeno Mueller e Marcel Hacker; Waddell a Vienna in Coppa del Mondo nel 2000; Waddell durante una sfida con il connazionale Mahe Drysdale.


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