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Comunicato Stampa

venerdì 18 Luglio 2008

Comunicato Stampa

SIMONE RAINERI: “A PECHINO CON LA GIUSTA CONVINZIONE E CON COMPAGNI FORTISSIMI PER TORNARE AI VERTICI.
IN 15 ANNI DI NAZIONALE NON AVEVO MAI LAVORATO COSI’ BENE.
GRAZIE AL DT COPPOLA E ALLO STAFF TECNICO E MEDICO CHE CI FANNO DARE IL MEGLIO

di Franco Morabito

LIVIGNO, 18 luglio 2008 – Trentun anni e un fisico imponente con la stazza classica del canottiere: 1,90 di altezza per quasi 95 chili di peso. Ed un palmarès che non ha bisogno di parole: campione olimpico in quattro di coppia a Sydney 2000 (con Alessio Sartori, Rossano Galtarossa e Agostino Abbagnale), altre quattro medaglie iridate e un argento continentale, tutte collezionate sul quadruplo, la barca che predilige e che fa praticamente da sempre, salvo due apparizioni sull’otto (5°) e sul doppio (10°), rispettivamente ai Mondiali del 1998 a Colonia e dell’anno dopo a Santa Caterina, in Canada.
Simone Raineri, casalasco di Casalmaggiore (Cremona), portacolori delle Fiamme Gialle,, ha già iniziato a fare il conto alla rovescia: manca ormai poco a Pechino e lui non si nasconde. Sa di essere a bordo di una barca che conta e che può puntare in alto insieme al ritrovato vecchio compagno Galtarossa (alla quinta Olimpiade, con tre medaglie al collo: oltre all’oro di Sydney il bronzo di Barcellona ’92, anche questo sul quattro di coppia, e quello di Atene 2004, questa volta sul doppio) e ai nuovi Luca Agamennoni (bronzo olimpico ad Atene in quattro senza, vicecampione iridato 2006 sull’otto) e Simone Venier, 23 anni, il più giovane.
A Poznan un mese fa, nella terza e ultima prova di Coppa del mondo, il quartetto azzurro ha calato autorevolmente le sue carte: primo sulla Francia vicecampione mondiale 2007 e la Polonia iridata ininterottamente dal 2005.
“Non ci illudiamo – confessa Simone – sappiamo che a Pechino sarà tutto molto più difficile, Francia e Polonia vorranno sicuramente rifarsi ma questa vittoria ci ha dato morale e ancora più fiducia in noi stessi. Quando gli altri leggeranno il nostro nome in batteria dovranno anch’essi preoccuparsi di noi, e non solo noi di loro; e questo ci stimola a dare ancora qualcosa di più”.
Fra Raineri e il quattro di coppia c’è stato sempre un forte feeling, fin da giovane, quando in tre anni, dal ’93 al ’95, collezionò un primo, un secondo e un quarto posto ai Mondiali junior. “Sono contento che questa barca che è stata ai vertici per tanti anni sia tornata a competere ad alti livelli. E’ una specialità che ha sempre regalato all’Italia grandi soddisfazioni e sarebbe stato un peccato trascurarla. Grande merito di questo rilancio va dato al direttore tecnico Andrea Coppola, ai suoi collaboratori e allo staff medico che ci hanno seguiti con la massima attenzione e grande impegno mettendoci nelle condizioni di esprimerci al meglio. Per quanto mi riguarda è dal 1993 che sono in Nazionale, ho passato tre direttori tecnici e francamente non ho mai lavorato così bene come adesso, la serenità dell’ambiente non ci fa neppure avvertire la fatica o la lontananza da casa; tutti lavoriamo per un obiettivo e vogliamo dare il massimo di noi stessi. Ecco perché mi piacerebbe chiudere questa nuova avventura olimpica con la classica ciliegina sulla torta: ce lo meriteremmo noi ragazzi e anche il direttore tecnico che nel prendere la guida della squadra a soli due anni dai Giochi ha dimostrato capacità e grande coraggio. Tanto di cappello.
Io darò tutto me stesso perché si possa far bene ma anche se non dovesse andare come mi auguro il mio pensiero non cambierà affatto, nei confronti di tutti continuerò a provare gratitudine: per come hanno gestito il gruppo, per il lavoro svolto e per come hanno saputo tenerci alto il morale anche nei momenti più difficili. A questo punto credo che il più sia stato fatto; ora sta solo a noi tirare le conclusioni. Sono abbastanza ottimista: in questi pochi giorni che mancano alla partenza dovremo cercare di mantenere alto il livello di concentrazione e di migliorare quei piccoli dettagli che possano fare la differenza. Credo che gli avversari che troveremo a Pechino saranno tutti fortissimi: oltre ad una Polonia che non si farà trovare certo impreparata e alla Francia che ha un finale di gara incontenibile si annunciano pericolosi anche gli Stati Uniti che hanno vinto alla grande a Lucerna”.
Rispetto alla barca che l’anno scorso, ai Mondiali di Monaco, si qualificò per i Giochi, sono stati apportati due ritocchi: Luca Ghezzi e Federico Gattinoni hanno lasciato, infatti, il posto a Venier e Agamennoni. “Ghezzi e Gattinoni sono anch’essi atleti di altissimo livello – Ghezzi, tra l’altro, fa ancora parte del gruppo olimpico – ma con gli altri due la barca sembra avere più ‘cavalli’. Decisioni di questo tipo sono sempre dolorose ma il direttore tecnico non ha altra scelta, deve puntare sempre al miglior risultato e questa formazione è risultata quella che gli potesse dare maggiori garanzie. Il risultato, poi, è tutta un’altra cosa, per centrarlo occorre anche un pizzico di fortuna.
Finora, in passato, tutte le volte nelle quali ho vinto l’ultima gara di Coppa del mondo sono sempre andato in medaglia, alle Olimpiadi e ai Mondiali: speriamo che la tradizione continui e che il successo di Poznan possa essere anche questa volta di buon auspicio per tutti”.

NOTA:
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