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Comunicato Stampa

lunedì 7 Luglio 2008

Comunicato Stampa

A UN MESE DAI GIOCHI
Olimpiadi, luci sulla città proibita
La Cina dei record pronta a stupire
I 7 milioni di biglietti sono già tutti esauriti, al mercato nero prezzi fino a 2000 dollari. Un decalogo anti inquinamento: stop a traffico, ascensori e plastica

di GIAMPAOLO PIOLI

PECHINO, 7 luglio 2008 – I PIÙ VISIBILI sono i giardinieri. Coi carretti azzurri e bianchi li trovate dappertutto. Un vero esercito di uomini e scope. Per trasformare Pechino in una città “verde” lavorano anche di notte con le fotoelettriche. Quelli di agosto saranno i primi giochi olimpici “no smoking” ma l’inquinamento atmosferico rimarrà probabilmente oltre i limiti anche quando l’ultima medaglia d’oro sarà stata consegnata. Pechino vuol fare delle olimpiadi la sua “vetrina del ventunesimo secolo” e il progetto dei record non si è fermato nemmeno con la tragedia del terremoto nello Sichuan.

I 7 MILIONI di biglietti in vendita sono già tutti esauriti. I posti per la cerimonia d’apertura e di chiusura si trovano solo al mercato nero e vanno dai 500 ai 2000 dollari. I cinesi che non potranno assistere alle gare ma che vogliono dare una sorta di “contributo patriottico” e sentirsi parte della storia, si sono offerti a decine di migliaia per fare i volontari e verranno “pagati” solo con una maglietta ufficiale numerata. Lo spettacolare “Bird’s Nest” disegnato dagli svizzeri “Herzog e DeMeuron”, lo Stadio Nazionale da 91.000 posti, fatto a nido d’uccello, al tramonto assume una bellezza mozzafiato col sole che trafigge le sue strutture intrecciate di cemento e acciaio, mentre l’avveniristico “Water Cube” il superbo palazzo del nuoto dall’altro lato della piazza olimpica si impone come la più grande struttura al mondo mai realizzata con una serie di membrane e cuscini ad aria.
I progetti di architetti visionari, pur rispettando l’antica simmetricità socialista, hanno finito per creare intriganti e voluti contrasti architettonici tra la “vecchia Cina” dei palazzi comunisti e quella aperta al mercato e agli stranieri, che vuole imporsi come nuovo gigante della globalizzazione.

Anche la “piazza Tienanmen”, spazio solenne e incontaminato solo fino a qualche anno fa, adesso è rimasta una sorta di “nobile cammeo pedonale” mentre i grattacieli da 50 piani si stanno avvicinando sempre più minacciosi e luccicanti anche ai giardini della “città proibita”. E’ come se la forza commerciale e industriale del “nuovo” stesse per soffocare o travolgere il passato, ma è solo un rischio visivo calcolato che le autorità conoscono e sfruttano per apparire meno visibili come simboli del regime, ma non meno efficaci. Di Mao è rimasta una sola grande foto sbiadita dal sole davanti al mausoleo. Non è un caso se il presidente Hu Jintao per ricevere i capi di stato stranieri nel palazzo dell’Assemblea dei popolo, ha fatto sostituire il simbolo del partito comunista inciso sul muro con una gigantografia notturna di Hong Kong dove tutti i grattacieli che si specchiano nell’acqua della baia. Chi non è mai stato in Cina e andrà per le Olimpiadi verrà travolto, affascinato, quasi anestetizzato da questo gigantismo senza fine.

CHI INVECE torna a Pechino dopo qualche tempo rimarrà sconcertato dalla rapidità della trasformazione urbana e dalla vivacità anche notturna di una capitale che ormai ha ampiamente superato, anche se distribuita su spazi infinitamente più ampi, le “mille luci” di New York. Consapevoli che i cinque cerchi olimpici diventeranno per il governo cinese la cifra non solo del kolossal sportivo, ma del futuro dialogo e del prossimo riequilibrio internazionale basato su ambiente, energia e sviluppo, le autorità cinesi hanno sostituito l’autoritarismo del libretto rosso ai simboli moderni di un’educazione civica.

Dal 1°giugno è stata abolita la distribuzione di sacchetti di plastica nei negozi. La merce si trasporta e si conserva in buste riciclabili anche firmate e chi non le avesse paga i “sacchetti nocivi” un prezzo altissimo che include il costo per il loro elaborato smaltimento. Dal 1°luglio gli ascensori nei palazzi e negli uffici pubblici hanno iniziato a funzionare solo dal terzo piano per l’entrata in vigore del risparmio energetico. Chi, uscendo dall’ufficio non spegnerà la luce e il computer, verrà multato o bloccato nella promozione.

DA METÀ luglio, invece, e per tutta la durata delle olimpiadi il traffico della capitale sarà più che dimezzato con una rigidissima politica delle targhe alterne. Speciali termometri per i gas nocivi vengono piazzati agli incroci e nelle aiuole tra la curiosità dei cinesi che passeggiano increduli di fronte a tutto questo frenetico attivismo preolimpico.

“Sono rimasto affascinato da questo progetto straordinario — ha detto il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon col quale abbiamo visitato l’intero “Olympic Green” — Sono sicuro che questi saranno giochi di straordinario successo, dell’armonia e della fratellanza e che una sana competizione degli atleti favorirà anche il dialogo tra i popoli… Ho solo un grande rammarico, di non poter partecipare all’inaugurazione…”. George Bush invece ci sarà in pompa magna nonostante qualche contestazione democratica e offrirà il sigillo ufficiale dell’America.

Sono attesi altri 90 capi di stato. Nicolas Sarkozy rimane incerto. Vuol vedere come procedono i negoziati sul Tibet, ma i cinesi gli hanno già fatto sapere attraverso un sondaggio condotto su 100.000 persone via internet da Sina.com che il presidente francese sarebbe solo tollerato ma non troppo gradito. I colloqui coi rappresentanti tibetani comunque ci sono stati e si sono conclusi con l’impegno a rivedersi un’altra volta “entro la fine dell’anno” a condizione che il Dalai Lama non sfrutti le olimpiadi per agitare le acque e riattivare la protesta violenta dei separatisti tibetani dalla quale si è sempre dichiarato estraneo.

C’è molta attività politica e non solo edilizia dietro il grande appuntamento sportivo. Pechino per tre settimane diventerà una specie di “Onu dello sport” ma dietro le quinte le diplomazie di molti paesi in occasione della cerimonia inaugurale e di chiusura, stanno preparando “appuntamenti segreti” e “incontri ravvicinati” tra leader considerati ufficialmente “nemici”.

LO STESSO Dalai Lama non è escluso possa ricevere un invito all’ultimo momento, così come il presidente iraniano Ahmadinejad potrebbe trovarsi seduto non lontano da Bush e avere con lui un contatto almeno visivo.Un atto di disgelo “olimpico” comunque è già avvenuto fra la Cina e Taiwan: ieri è atterrato a Taipei il primo volo diretto proveniente da Pechino.

FONTE: QUOTIDIANO NAZIONALE


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