Comunicato Stampa
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CORGENO, 6 luglio 2008 – Un gemellaggio azzeccato quello tra la Federazione Scacchistica Italiana e il canottaggio. Otto le scacchiere che sulle rive del lago di Comabbio hanno permesso agli atleti di poter conoscere un altro sport. Davvero tanti i ragazzi che hanno occupato le panche per potersi confrontare tra torri e cavalli, regina e pedone. Come è stato l’approccio tra voi abili scacchisti e i ragazzi che forse non avevano mai visto gli scacchi? Lo sport del remo vive lottando contro le masse che appiccicano l’etichetta “canottaggio: sport minore”. La Federazione Scacchistica Italiana come viene considerata e soprattutto quanti ragazzi praticano questo sport? Siamo tutti sulla stessa “barca”, una dichiarazione simpatica che spiega in modo chiaro la situazione. Per quanto riguarda i tesserati non posso che dire bene. Solo in Lombardia abbiamo 3000 tesserati, a livello nazionale siamo circa 14000. Spesso però si pensa che lo sport degli scacchi sia una disciplina riservata agli adulti, ma non è assolutamente vero. L’attività inizia a 6 anni e la grandi capacità si raggiungono tra i 16 e i 18 anni. Lo sport degli scacchi è quindi anche e soprattutto per i giovani, la nostra federazione investe l’ 80% dei propri fondi per la formazione giovanile. Vedo quindi che sono tante le cose in comune con i canottaggio, a vostro parere quali sono i punti di contati tra questi due sport? Ora però voglio trovare un punto discordante, non possiamo davvero essere sulla stessa barca, deve esistere una differenza. Come si svolgono i vostri allenamenti? Dopo aver parlato di allenamenti parliamo di prestazioni, quando si raggiungono le massime capacità? Prima di chiudere non potevo che far fare una dichiarazione al Vicepresidente del Comitato Regionale Lombardo di scacchi Ettore Saccani. Luca Broggini |
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