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Comunicato Stampa

venerdì 5 Settembre 2008

Comunicato Stampa

UN ITALIANO IN GRAN BRETAGNA

BELGRADO, 5 settembre 2008 – I mondiali universitari di Belgrado sono anche occasione per incontrare un allenatore italiano che opera all’estero.
Si tratta di Angelo Savarino (nella foto a lato con Claudio Romagnoli), che dopo una decina d’anni di esperienza come tecnico alla Canottieri Lazio, e 3 anni di collaborazione con le squadre nazionali juniores presso il Centro Nazionale di Piediluco, ha deciso, animato da una genuina passione per il canottaggio, di allenare all’estero. Angelo da quattro anni e’ il tecnico della Newcastle University in Gran Bretagna.
Inizia a raccontare: “Newcastle si trova nel nord dell’Inghilterra, al confine con la Scozia. Circa 450 km a nord di Londra. E’ un’universita’ con circa 20.000 studenti, tra le prime 25 d’Inghillterra. Fanno molta ricerca in campo medico. Duplicazione dei geni (la pecora Dolly; n.d.r.), buone strutture a medicina, odontoiatria.”
Come hai scelto di trasferirti in Inghilterra?.
10 anni ho lavorato alla Lazio iniziando dalla gavetta. 3 anni a Piediluco. Sono arrivato nel periodo del cambio tra La Mura e de Capua, in un periodo particolare d’incertezza per quello che poteva riguardare il mio futuro, professionale in particolare. Più che guardare in Italia ero curioso di vedere quello che era il canottaggio all’estero. Tanta gente parla di quello che e’ il canottaggio fuori dal nostro Paese, ma per sentito dire. Sempre mezze verita’. Avevo la curiosità di provare. Ed ho pensato: se non vado adesso con la famiglia ancora giovane, non ci vado piu’. Bianca (la figlia; n.d.r.) ha tredici anni, ha iniziato la prima volta la scorsa settimana a fare canottaggio. Speriamo le piaccia. L’idea di andare fuori c’era, senza sapere dove esattamente, ma la curiosità.”
La conoscenza dell’inglese?
Era una conoscenza a livello scolastico. Fatto alle medie. Io da allora ripresi il mio inglese quando Gabriella Bascelli venne alla Lazio, il primo anno, parlando molto poco italiano. Si cercava di comunicare in inglese. Quando andai in Inghilterra per il colloquio con i dirigenti della Newcastle, riuscii bene o male a comunicare e furono contenti di quello che era il mio curriculum e delle risposte che diedi, ed ebbi il posto. Poi come tutte le cose uno impara. L’inglese per quanto riguarda il canottaggio e’ abbastanza specifico, ti riesci a spiegare facilmente. Non e’ un problema. La cosa che mi aiuto’ di piu fu vedere i dvd in inglese con sottotitoli in inglese. Non credo una cosa impossibile. Se uno legge un libro in inglese può andare, poi la pronuncia la impari.”
Quindi sei arrivato e ti sei trovato davanti che cosa?
Scelsi Newcastle perche’ era un club di non particolare successo. Aveva avuto in passato qualche atleta medagliato ai mondiali, una ragazza che vinse una medaglia ai mondiali under 23 in due senza, ma perche’ erano dei buoni atleti. Quello che mancava era una struttura tecnica. Ebbi l’opportunita’ di dimostrare quello che valevo. Fu una sfida con me stesso. Arrivare in un posto che non aveva grosse tradizioni, dovendo reimpostare daccapo tutto il lavoro da zero.”
Che cosa avevi a disposizione?
Il centro sportivo era stato appena completato, un centro da 3 milioni di sterline. Edificio con palestra su tre livelli primo piano sala cardio fitness, secondo palestra pesistica con macchine e pesi liberi e al terzo stanze molto grandi per fare circuit training. Tutti gli studenti diventando membri possono usufruirne.
Il ricovero imbarcazioni era fatiscente e ora stanno pensando di rifarlo nei prossimi anni. Le barche erano molto vecchie quella piu recente, un otto, comprato 5 anni prima.

E gli atleti?
Gli atleti, ne avevo 2 o 3 under 23 molto motivati, quello fu il gruppo di partenza che trovai.
Differenze?
La grossa differenza che ho trovato e’ soprattutto nell’atteggiamento dei ragazzi nei confronti dell’allenatore. In Italia devi spiegare che l’allenatore e’ uno strumento, come una chiave da 10 . Sta li. L’atleta se la vuole utilizzare questa chiave da 10 lo puo’ fare. Dev’esserci un certo tipo di rapporto. Questi ragazzi hanno subito capito che io non ero il maestro di canottaggio, come a scuola, che sta li per darti un voto. Io ero li per cercare di trasmettere la mia esperienza a loro per farli migliorare. Tante volte in Italia c’erano contrasti con i ragazzi, non lo so esattamente perche’, ma l’atteggiamento in Inghilterra e’diverso. Non ho mai avuto discussioni con i ragazzi nei confronti del programma di allenamento. Mi chiedevano perche’ dovevano fare quel lavoro. Data la mia risposta, erano soddisfatti e l’accettavano. Ragazzi che si ritengono di non essere all’altezza di un programma di alto livello, scelgono di non allenarsi, preferiscono rimanere coinvolti nella vita del club magari come giornalismo, promozione del canottaggio all’interno dell’universita’, ricerca di sponsor.
Altre differenze?
Come sono organizzate le universita’. Esperienza attiva per gli studenti nel management di un club. E’ un’esperienza molto importante anche per il loro futuro. Il presidente del club in Inghilterra e’ uno studente. Ed e’ lui che tra le altre cose ha la responsabilità di assumere l’allenatore.
Parlaci dei tuoi atleti.
Ho iniziato con una decina di ragazzi che si sono messi subito a lavorare come disperarti. Non ho mai dovuto spingere sull’acceleratore perche’ lo facevano gia’ loro stessi. Il primo anno bene perche vincemmo nella Head of the River, ci piazzammo tra i primi venti, per la nostra universita’ il miglior risultato di sempre. Con i due migliori atleti vincemmo il doppio ai mondiali universitari. Fu una grande soddisfazione. Per come e organizzata in Gran Bretagna la struttura delle competizioni, venire a fare una gara come questa di Belgrado e’ molto importante . Le gare importanti sono tre: la Metropolitan Regatta, Marlow ed Henley. Succede spesso che gli equipaggi inglesi vadano ai mondiali under 23 senza aver disputato gare sui 2000 metri. Per loro partecipare a queste manifestazioni e’ motivo di orgoglio perche’ rappresentano prima la loro universita’ e poi la loro nazione.
Com’e’ andata quest’anno con la tua universita’?
Molto bene. Newcastle ha vinto ad Henley la prima domenica di luglio il 4 con. Per gli inglesi Henley e’ per il canottaggio come Wimbledon per il tennis. Si gareggia a 2 equipaggi alla volta con eliminazione diretta, e le teste di serie in base ai risultati fatti durante la stagione: 2300 metri contro corrente. Se piove una delle due corsie e’ svantagggiata. Sul lato terra, per 2200 metri ci sono gli spettatori assiepati sulla riva che incitano gli equipaggi con urli e fischi. Un tifo per piu’ di 2000 metri. Anche chi e’ indietro tira alla morte fin sul traguardo. Le corsie destra e sinistra sono delimitate da pali di legno. Se ci sbatti contro…hai perso la gara. I giudici non danno indicazioni della direzione, solo se gli equipaggi rischiano di scontrarsi tra di loro. L’allenatore puo’ salire sul motoscafo con il giudice, ma se apre bocca incitando i suoi atleti, il suo equipaggio viene squalificato. E questo non succede mai. E’ un altro mondo. Bellissimo.
I tuoi atleti a questo mondiale universitario?
Gli atleti del due senza sono componenti dell’otto che arrivo’ quinto ai mondiali under 23 di Brandeburgo a luglio. Fecero 7 o 8 allenamenti prima di partire per la Germania, perche’ Henley aveva la precedenza. 1 atleta gareggia con la Svizzera in 2 senza, uno e’ sul 4 senza, ed uno capovoga dell’otto. 2 di questi atleti hanno iniziato a remare all’universita’. Molti vogatori in Gran Bretagna praticano il canottaggio di alto livello per 4 o 5 anni della loro vita. Meta’ della squadra olimpica inglese ha iniziato all’universita’, l’altra meta’ proviene dal movimento junior.”

Una scelta di vita (per il canottaggio), il coraggio di andare e mettersi in discussione, questo e’ Angelo Savarino, allenatore della Newcastle University. Oggi anche degli equipaggi della nazionale inglese.
Good Luck Angelo!!


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