VISITARE TRIESTE

 

“PORZINA E CAPUZI”

 

La tradizione è tradizione, e non puoi passare da Trieste senza aver assaggiato una delle sue prelibatezze: la porzina, con capuzzi e kren…Di che cosa si tratta, per chi ancora non lo sapesse, cercherò di spiegarlo nelle prossime righe, e dove assaggiarlo…beh, vi darò alcune indicazioni…giurandovi che da queste preziose informazioni non riceverò percentuale alcuna…

 

I piatti che si possono degustare (fino questo termine…ma vi giuro che quando li avete davanti, mangerete a quattro palmenti…) in questi templi della carne di maiale, in tutte le sue declinazioni, sono tipici della tradizione triestina, ed austriaca. Vi si mangia la "porzina", misto di carni di maiale, sia grasse che magre, lessate, a cui si affiancano salsicce di cragno, wurstel di ogni tipo, kaiserfleisch (carrè di maiale affumicato). Il tutto viene servito caldo, accompagnato da crauti (i capuzi), kren (è la radice del rafano, molto piccante ma dal sapore particolare) e senape.

 

Il locale (molto piccolo, e quindi i fortunati possono trovare posti a sedere, per gli altri gli assaggi possono essere fatti anche in piedi), tipico è Pepi S’ciavo, in via Cassa di Risparmio, adiacente a Piazza della Borsa, dalla cui porta, in tutte le stagioni, escono dei profumini stuzzicanti che ti invitano alla prova.

 

Questa è la recensione di un non triestino tratta dal sito www.tigulliovino.it

RECENSIONE SU PEPI S’CIAVO…(da www.tigulliovino.it)

Buffet da Pepi
Via Cassa di Risparmio, 3 - 34121 Trieste (TS)
Tel:  040 366858 
Orario: lun-sab 7-21
Spesa: 20 euro, più o meno
Data recensione: 10/2006


Aspirazione a scolastica bravura vorrebbe che l'incipit fosse
dedicato a Claudio Magris, alla decadente Mitteleuropea, al
trascolorare del secolo che fu, con la prospettiva di vedere il
nostrano scrittore entro breve a Stoccolma, per essere
omaggiato di un altrettanto decadente riconoscimento (ma
questa è personale, volgare conclusione da miscredente), che
il germanista ha cristallizzato la nostalgia di frontiera in topos
letterario, di quelli che, invero, fanno venir voglia di metter
mano al basso ventre, per chi se lo può permettere, beninteso.

Invece no: Il Buffet da Pepi non ha nulla a che vedere con i caffè
cittadini che creano mausolei ad hoc per i vivi (o quasi), è
conosciuto da tutti come Pepi S'ciavo ed ama gli accenti aspri al
punto da potersi meritare soltanto il premio No'bel nel senso più
giocoso possibile.
Qualche povero di spirito obietta che il locale è sporco, ebbene sì,
ha ragione , sol che anche costui dimentica di porre gli accenti al
luogo appropriato, e non ama le parole tronche: S'porco è l'unica,
verace essenza di Pepi, che perciò si fa riconoscere ed amare
visceralmente.

Da Pepi S'ciavo si discetta infatti soltanto di maiale e poco altro.
E che gioia! Il piatto è porco in sembiante e viene colmato di
porcina, cragno, Vienna, che detti così sembrano oggetti
misteriosi, con un retrogusto grufolante, ma vuoi mettere chiamarli
carrè, wurstel e salsiccia?
Nessuno ti capirebbe e ti verrebbe consigliato di voltare le chiappe e
andare a Gorizia, dove risiedono - a detta loro - i locali grulli.

Rifiutare una copiosa grattugiata di Cren ed una spennellata di senape
è da villanzoni, ed simile oltraggio è punito con il confino a Nova
Gorica per sempre.
La lingua bollita viene infilzata con ferocia dal sapiente, baffuto
oste, ed induce pensieri ancestrali su sagre medievali, baccanti, Gene
Simmons.

La carta dei vini è straordinaria e si adatta perfettamente alla
proposta culinaria: due vini rossi alla spina (refosco e teràn, di
quelli che sturano i lavandini dei peggiori bar di Caracas) ed uno
chardonnay del Collio per i bizzosi che non intendono assecondare il
loro porco istinto e si volgono piuttosto verso un piatto di liptauer,
l'absburgico formaggio alla paprika che si lascia ingoiare a chili.
No, non vi è nulla di malinconico e nostalgico qui, dove se ne fregano
altamente di Svevo e Joyce, perché Pepi S'ciavo è Pepi S'ciavo,
il luogo dove gli accenti non sono stati posti a caso.

Altri locali che trattano lo stesso “articolo”, sono tutti nelle immediate vicinanze, e quindi facilmente raggiungibili a piedi:

 

Il Buffet Spaten in via Valdirivo, notizie ed informazioni sul sito www.buffetrudyspaten.it, e un paio di isolati più in basso al 20 sempre di via Valdirivo, il Buffet da Gildo (040/364554).

In via San Lazzaro 14, in linea d’aria un centinaio di metri dai locali qui sopra, il Buffet Trattoria da Giovanni, anche questo con il suo sito: www.trattoriadagiovanni.com: :

 

 

 

 

E' il buffet triestino: prosciutto in crosta di pane e crudo tagliato a mano, cucina casalinga di tradizione istriana, fritture di pesce, trippe, goulasch, minestroni, paste e sfornati. Vini locali del Carso e sloveni. Nel periodo invernale, bollito a caldaia: carne, porcina, cotechino, lingua, vienna con crauti. D'estate i tavolini all'aperto sull'isola pedonale della via San Lazzaro. Locale fondato nel 1961 da Giovanni Vesnaver di Momiano d'Istria, portato avanti dal figlio Bruno con le sorelle Ada e Anita, la mamma Elda in cucina 82 anni più vispa che mai.

 

Orario:  08.00-15.00 / 16.30- 23.00 Domenica chiuso



Chiedere di: Roberta Corazza

Lingue: italiano, english


Telefono:                040 639369           Fax: 040 3226659

e-mail: [email protected]