Trieste,
9 settembre 2007 - Sono rientrato da poco da Zagabria, purtroppo gli
impegni non mi hanno permesso di vivere l�ultima giornata in quel di
Jarun, splendido bacino costruito per soddisfare le gioie e le pene dei
canottieri, gente abituata a vivere all�aria aperta, a contatto con la
natura e con l�acqua pi� o meno dolce. E proprio acqua dolce, ma non
quella del bacino, bens� quella che arriva dal cielo, ha dovuto
affrontare nei primi due giorni di gare il nutrito schieramento dei
master. Pioggia, pioggia ed ancora pioggia con un vento antipatico che
soffiava, manco farlo apposta, nella direzione opposta a quella di gara.
Campo �duro�, palate pesanti, in giro non si sentiva che questa
affermazione. Una condizione uguale, almeno quella si, per tutti i
partecipanti in qualsiasi corsia fossero. Credo che il campo di Jarun
non abbia risparmiato nessuno in perfetto stile democratico. A detta di
molti fare scorrere la barca era quasi un�impresa, trovare il ritmo
giusto, quella rotondit� e fluidit� che ti fa scivolare via, perch� 1000
metri sono pochi ed occorre sfruttare tutto, impegnarsi a fondo con
partenze al cardiopalmo. Certo che proprio le partenze erano quelle che
facevano venire i brividi, con equipaggi tedeschi, inglesi, olandesi e
dell�ex Russia ecc. a mettere gi� una barca luce di vantaggio dagli
altri dopo appena 100 metri.
Per loro sfortuna in molti casi gli italiani si sono imposti dimostrando
ancora una volta di pi� che il movimento Master italiano sta crescendo,
fornendo ottimi atleti. D�accordo che il mondo master � fatto per
divertirsi, ma quando si scende in acqua, allora le cose cambiano, la
faccenda si fa seria e sono pochissimi quelli che mollano. Arrivare
primi non soddisfa, occorre far fermare il cronometro sulla migliore
prestazione.
Ogni batteria viene tirata al massimo, non ha importanza se
si � davanti o dietro, poi tutti a controllare i tempi per farsi la
classifica, per vedere quanti sono dietro e quanti ti stanno davanti.
Della
mia societ� ci siamo andati praticamente tutti. Sei intrepidi elementi
pronti a tutto.
Gi� trovare l�albergo � stata una bella impresa. GPS, cartine croate
improbabili e stradine quasi di campagna che alla fine ci hanno portato
a mangiare e dormire veramente bene, cosa importante dopo una certa et�,
soprattutto una prima colazione abbondante e finalmente disponibile
dalle 6 della mattina.
Solo al venerd�, sotto una pioggia battente, ci siamo accorti che
l�albergo era ad un passo dal raccordo autostradale. Meglio cos�,
ritrovare il campo sar� pi� facile. Poi montare la barca e cercare di
non far bagnare troppo le scarpette. Vani tentativi ignorati da un
riscaldamento a terra ed in acqua sotto la solita pioggia. Portare remi
e barca per sentieri fangosi scendendo per discese ripide, ma per
fortuna non scivolose, su pontoni in plastica antisdrucciolo (veramente
ottimi!). Dichiarare al giudice le generalit�, far controllare le
scarpette con i soliti lacci, il numero, la pallina, insomma tutto deve
essere a posto come da regola. Cosa giusta soprattutto quando le gare
sono ogni 3 minuti ed in acqua ci si trova in molti contemporaneamente.
Un�organizzazione ottima, direi quasi perfetta, con gli umpires sotto la
pioggia assieme a noi, senza lamentarsi troppo, che con un�inglese molto
semplice ti indicavano le giuste manovre. Complimenti veramente, direi
impeccabili. Comunque � pur sempre una gara a livello Mondiale.
Barchini alla partenze con ragazzi, credo militari, messi a pancia in
gi� a tenere le prue ed a fare l�allineamento. Scambi di battute, due
risate per smaltire la tensione. E poi in mezzo su una zattera lo
starter con tanto di orologio, che preciso al secondo chiamava prima di
iniziare le operazioni di partenza. Semaforo rosso �.. qualche attimo e
via il verde assieme ad un suono simile al clacson di alcune
autovetture.
Stranamente
appena si parte la tensione svanisce, ti arrivano altri segnali,
diversi, quelli della fatica e della concentrazione, sapendo che nelle
barche multiple non � permesso sbagliare, dove arrivare al traguardo �
un obbligo, ma devi arrivarci bene per fare bella figura. Allora tutto
cambia, la concentrazione diventa alta, la gara � oramai iniziata e fino
al campanello dell�arrivo (a proposito sembrava che suonassero alla
porta !) si da il massimo pensando a portare a casa il risultato
sperato, vincere e mettere dietro il resto del mondo. Beh noi ci abbiamo
provato e poi vinca il migliore.
Lo so che il Mondiale di Monaco � un�altra musica, le forze in campo
diverse, per�, secondo il sottoscritto, lo spirito rimane quello. Per me
quella che ho vissuto � una delle migliori esperienze personali.
Finita la gara, portata la barca al sicuro sul carrello, qualcuno mi
ferma, lo conosco bene, corre in categoria E, classe 1948, personaggio
noto nell�ambiente master sia in Italia che all�estero, protagonista
anche a Torino al Silver, fautore di una gara splendida in quel di
Klagenfurt sulla distanza dei 16km ( s�, non male vero? ). Insomma un
austriaco veramente unico che con una semplicit� quasi disarmante ti
informa che ha vinto in singolo la sua batteria ( e ti pareva ) segnando
il miglior tempo di tutti gli altri 100 e passa concorrenti. E dire che
vedendolo non lo diresti, invece qua la classe non � acqua, pardon
pioggia, ma passione. Willy Koska credo sia la rappresentazione del vero
Master �. Ho vogato con lui sabato sul 8+ C arrivando 4� contro
equipaggi molto agguerriti, con i soliti tedeschi che volano via in
partenza. E lui che ti fa ? Scende dalla barca e con una stretta di mano
ringrazia per il risultato, chiede a quando la prossima ed � felice come
prima, come se avesse vinto. In effetti non c�� da dargli torto.
Vabb�, forse mi sto dilungando troppo in chiacchiere, ma credo che
questa manifestazione meriti qualche parola diversa dalla solita cronaca
dei fatti. A Zagabria si � fatto sul serio, si � raggiunto quello che
definisco il giusto equilibrio tra competizione e divertimento, perch�
quello doveva essere ed � stato, almeno per me ed i miei compagni.
Speriamo che il mondo del canottaggio si allarghi ancora di pi�, che
diventi pi� importante raccogliendo anche consensi dal fronte degli
sponsor, sempre carenti nel nostro ambiente dove la visibilit� purtroppo
non ci gioca a favore.
Anche
a Zagabria l�organizzazione non ha brillato per dare una mano alla
stampa. Ho provato personalmente a chiedere se potevo spedire alcune
foto via mail, mi hanno detto che era complicato, non sapevano e forse
non volevano, comunque un bell' Internet Point ci poteva stare sul
campo, magari a disposizione, anche a pagamento, ma nulla.
Del resto, che potrei aggiungere? Vi invito ad andare a vedervi le
foto che ho pubblicato sul sito della mia societ� (www.snpullino.it),
purtroppo sono poche dovute sia all�impegno per le gare, sia per la
pioggia, ma spero utili per cercare di immaginare, per chi non ci �
potuto venire, l�ambiente e lo splendido bacino dello Jarun.
Buone vogate
Fulvio Strain |