POZNAN,
22 settembre 2007 � Il fatto di godere dei favori del pronostico
pesa, eccome. Ma nessuno del quattro senza pesi leggeri azzurro
gi� medaglia di bronzo ai recenti Mondiali di Monaco si tira indietro,
anzi non vede l�ora di scendere in gara domani per dimostrare la propria
forza e fare i conti alla fine.
Bruno Mascarenhas, capovoga di questa barca che � tornata sulla
cresta dell�onda dopo lo stupendo bronzo olimpico di Atene (rispetto ad
allora con un solo cambio: Jiri Vlcek al posto di Lorenzo Bertini), �
(giustamente) su di giri dopo un successo autorevole in batteria che gli
ha spalancato le porte della finale. �Rispetto a Monaco siamo al
65-70 per cento ma dopo due settimane che non vogavamo insieme ci siamo
subito ritrovati. In batteria abbiamo fatto la nostra gara: partivamo da
favoriti e non potevamo deludere. Dopo la partenza ci siamo trovati
quasi subito in grande vantaggio e abbiamo controllato gli avversari per
quasi tutto il resto della gara. E� stato pi� facile di altre volte,
finora ci � capitato quasi sempre di fare gare tirate ed il rischio era
quello di deconcentrarci. Domani in finale, per�, sar�
tutta
un�altra cosa, l�idea di vincere una medaglia in questa prima edizione
dei nuovi campionati europei far� da stimolo grande per tutti, non solo
per noi. E quindi dovremo stare attenti, basterebbe il minimo errore per
compromettere tutto.
Quando ci hanno proposto di fare questi Europei siamo stati subito
favorevoli: il nostro obiettivo � Pechino e da qua ad allora pi� gare
facciamo e meglio �. Eppure ne avremmo fatto volentieri a meno: la
stagione � stata lunga, durissima e quando siamo ormai prossimi alla
fine degli impegni la stanchezza si fa sentire ancora di pi� e tutto
diventa pi� pesante: la lontananza da casa, la voglia della famiglia. Ma
il sogno di tornare ancora una volta da protagonisti ai Giochi olimpici
� pi� forte di tutto, ci ha ricaricati di un�energia che non credevamo
pi� di avere.
L�esperienza dei recenti Mondiali di Monaco � stata determinante, ci ha
risollevati dalle delusioni delle recenti stagioni passate. Quel bronzo,
che per noi ha lo stesso valore di una medaglia d�oro, � stato
importantissimo, abbiamo dato tutti il massimo, sempre col chiodo fisso
delle Olimpiadi, piantato l� nella testa. E per questo abbiamo deciso,
ancora per un anno, di dedicarci anima e corpo a questo grande
obiettivo, il solo che conta. E se siamo riusciti a tornare cos� in alto
grande merito � del direttore tecnico Andrea Coppola che ha creduto in
noi e ci ha dato piena fiducia. Aggiungo anche che senza Amitrano il
quattro senza non sarebbe pi� quello: lui ci d� quella perla di
esperienza, di saggezza e di tranquillit� che ci permette di rendere al
cento per cento�.
Salvatore
Amitrano � tornato a sorridere, recuperato in pieno dopo il delicato
intervento cardiaco per rimuovere un�aritmia. �La mazzata mi �
arrivata sul collo all�improvviso dopo la gara di Linz quando disputammo
una gara bellissima arrivando testa a testa con i campioni del mondo.
Pensavo di aver chiuso con lo sport e non immaginavo come avrei potuto
farne a meno. E quando il dottor Spataro mi parl� dell�intervento
dandomi per� solo il 40 per cento di probabilit� di riuscita decisi
subito di farlo, incoraggiato anche da mia moglie, da tutta la famiglia
e dal dottor La Mura che mi � stato vicino anche in questo momento.
Fortunatamente � andata bene ma ora posso confessare che per alcune
notti non ho dormito. A rischio non c�era la mia vita ma una carriera
sportiva alla quale finora ho dedicato tutto. La cosa pi� brutta per un
atleta credo che sia il fatto di dover smettere per cause esterne e non
per propria scelta. E mi sono detto: �Questa � stata la mia vita per 20
anni, se non posso pi� fare attivit� fisica nel mio futuro vedo solo
buio. A Padova, per l�intervento, mi accompagnarono mia madre e mio
fratello, mia moglie era rimasta a casa perch� stava per nascere il
nostro secondo figlio.
E nessuno, forse neppure io, avrebbe mai creduto che dopo soli 15 giorni
dall�intervento sarei stato di nuovo in barca, in Coppa del mondo a
Lucerna. Sono stato fortunato perch� in questa circostanza ho avuto la
fiducia del direttore tecnico Coppola e quella dei compagni che mi hanno
aspettato.
Rispetto a quattro anni fa, allora alla vigilia delle Olimpiadi di
Atene, ora sto vivendo una sensazione simile per quanto riguarda le
emozioni ma diversa per tutto il resto: ora c�� molta pi� maturit�
rispetto alle cose che facciamo, stiamo attenti pi� a tutto; ed � questa
maggiore maturit� che ci ha permesso di superare anche le situazioni
difficili.
Jiri (Vlcek) � entrato da poco in barca con noi ma si � integrato gi�
molto bene. E� molto diverso da noi, meno estroverso, e gli va dato atto
di aver fatto un grosso sforzo per cercare di capirci e di entrare
subito in sintonia. Con lui, ora, abbiamo quadrato il cerchio.
Catello
Amarante, l�altro pilastro del quartetto. �L�idea di rimetterci
insieme dopo il bronzo di Atene ci venne al termine dei Mondiali di Gifu
del 2005 dove gareggiamo separati vincendo tutti la medaglia di bronzo:
io e Amitrano sul due senza pesi leggeri, Bertini e Mascarenhas sul
quattro senza pl. E un giornalista inglese vedendoci con la medaglia al
collo e pensando che l�avessimo vinta sulla stessa barca come un anno
prima volle farci una fotografia, tutti e quattro insieme. Fu bello e
emozionante allo stesso tempo, tanto che venne naturale chiederci: e se
provassimo a rifare il quattro senza? Iniziammo a prepararci con
l�obiettivo di arrivare insieme al Mondiale di Eton del 2006. Ci
allenammo tutto l�inverno a Sabaudia, grazie anche ad alcuni sponsor che
ci permisero di far fronte alle spese. Alla prima uscita internazionale
della stagione, in Coppa del mondo a Monaco di Baviera, sbagliammo per�
la finale, arrivammo sesti dietro ai cinesi che in quello stesso anno
avrebbero vinto poi il Mondiale. Praticamente fin� l� la nostra stagione
perch� il programma tecnico dell�allora dt De Capua prevedeva che la
sorte degli equipaggi fosse legata in modo prevalente all�ottenimento di
certi piazzamenti. Ed � stato un vero peccato perch� siamo convinti
ancora oggi che se avessimo fatto quel mondiale una medaglia ce la
saremmo giocata.
Quest�anno, invece, Coppola ci ha ridato fiducia. Eravamo partiti ancora
una volta tutti e quattro insieme; poi, per una serie di contrattempi e
di circostanze, al posto di Bertini � salito Jiri. Entrato come
rimpiazzo � era l�unico che in quel momento non stava su nessuna barca �
gli � andata bene e non � pi� sceso. E� stato bravo ad inserirsi; noi,
di contro, dopo tanta esperienza abbiamo capito subito che con lui la
barca sarebbe andata bene. La grande prova di carattere l�abbiamo data
quest�anno a Lucerna: eravamo praticamente in tre visto che Amitrano,
pochi giorni dopo l�intervento, non poteva essere certo al massimo.Siamo
saliti in barca e ci siamo detti: �Dimostriamo a tutti che, nonostante
il problema, siamo competitivi�. Ce l�abbiamo fatta, grazie anche a
Coppola che non ci ha messo tensione, anzi ci ha caricati dicendoci:
�State tranquilli, fate quello che riuscite a fare e sar� un successo
comunque�.
Jiri
Vlcek, il nuovo entrato . �All�inizio, a Piediluco, le prime
volte che sono salito su quella barca non mi ci trovavo, loro avevano
una palata diversa dalla mia. Poi, a poco a poco, sentivo che l�intesa
migliorava e per me � stato come scoprire un mondo nuovo, su quella
barca ero alle prime esperienze e a quel livello non avevo mai vogato.
Per integrarmi appieno dovevo anche limare certi miei difetti, come
quello di entrare in ritardo in attacco. Ho lavorato e sto ancora
lavorando molto su quello, credo di poter dare ancora di pi� a questa
barca. Ora posso dirlo senza timori ma le prime volte, a salire con loro
ho provato un certo timore reverenziale, mi sono chiesto pi� volte: �Che
cosa ci sto a fare io con loro?�. Ma quei dubbi li ho scacciati, anch�io
credo fermamente in questo obiettivo e voglio perseguirlo con il massimo
dell�impegno e della volont��. |