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Buttignon e Martini qualificano la barca per Tokyo 2020

domenica 1 Settembre 2019

Buttignon e Martini qualificano la barca per Tokyo 2020


TRIESTE, 02 settembre 2019 – Buttignon e Martini qualificano ai Mondiali di Linz la loro barca per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Una rassegna iridata di altissimo livello quella disputato in Austria, che era anche qualificazione per le Olimpiadi del prossimo anno. Forse la miglior squadra Azzurra di questi ultimi quadrienni, quella presentata dal DT Cattaneo, completa in tutti i settori, con un gruppo femminile cresciuto e maturo, ed una rappresentativa che qualificava ben 9 barche, sulle 12 presentate, alle Olimpiadi Giapponesi del prossimo anno, con una serie di records, non ultimo, le 4 barche femminili italiane, che saranno presenti mai così numerose ad un Olimpiade, 1 barca paralimpica, mentre 5 su 6 specialità non olimpiche sul podio (3 ori e 2 argenti), che portavano l’Italia al 1° posto con 3 ori, 4 argenti e 3 bronzi, nel medagliere.


In ordine di tempo, fantastica la qualifica del doppio femminile della monfalconese Stefania Buttignon, atleta della Timavo preparata da coach Lorenzo Tedesco, autrice di un biennio straordinario, partita dalla vittoria Mondiale under 23 2018 nel doppio pesi leggeri, passando per il bronzo europeo a maggio 2019 nel doppio senior, assieme alla padovana Stefania Gobbi, preludio alla qualificazione olimpica di domenica mattina.


Presentavano il loro biglietto da visita sul campo austriaco ricavato da un’ ansa del Danubio, Gobbi e Buttignon, nella batteria, 3°, vincendo il recupero e piazzandosi al 6° posto in semifinale. 5 pass per Tokio sui 6 equipaggi nella finale B che assegnava i piazzamenti dal 7° al 12° posto.


Partiva bene il doppio azzurro che, accontentandosi, poteva gareggiare lasciando fuori dalla zona pass l’ultimo equipaggio, ma non era nelle corde delle due Stefania, che dovevano guardarsi dalla Lituania, campionesse del mondo in carica e l’Australia, bronzo e argento nelle due ultime prove di Coppa del Mondo.


Nella prima frazione di gara partenza cauta delle due Azzurre, con l’intertempo ai 1000 metri che vedeva la Repubblica Ceca prendere la leadership della gara, su Australia e Cina, e l’Italia che manteneva il contatto, con 2” di ritardo sulle battistrada. 5 equipaggi in un fazzoletto di pochi decimi, e con la seconda parte della gara Gobbi e Buttignon all’attacco in progressione sulle avversarie, superando la Bielorussia e portandosi in zona qualificazione.


Si avvicinava alla Cina ai 1500 metri il double sculls italiano, in un crescendo irresistibile che permetteva alle due Azzurre di portarsi alla testa della finale. Aumentavano la velocità Gobbi e Buttignon negli ultimi 500 metri, superando prima Lituania e poi la Repubblica Ceca, andando a vincere la finale B, piazzandosi al 7° posto al Mondo e qualificando la barca per i Giochi Olimpici di Tokio.


Dichiarava a caldo la Buttignon:”Siamo riuscite a fare la nostra gara. Partite come volevamo noi, non cambiando tipologia di partenza, e poi piano piano siamo andate a riprendere le avversarie. Superata la Bielorussia ho pensato questa è fatta! Intanto una è andata e restiamo almeno così. Gli ultimi 500 metri siamo andati ad incrementare la velocità, ed agli ultimi 250 metri ho detto: Stefania, andiamo adesso! E siamo riuscite a chiudere.


Non pensavo saremmo riuscite a vincere la finale B. Invece l’abbiamo fatto, abbiamo fatto una gara da brividi. Avevo i brividi in partenza e li ho ancora adesso, perché nessuno di noi si rende ancora perfettamente conto di questo risultato.” A distanza di 40 minuti ancora un’impresa per la Trieste del canottaggio, ad opera del singolista triestino Simone Martini, tesserato per la Canottieri Padova, entrato già nella storia del canottaggio italiano della specialità del singolo, risale infatti ad oltre 16 anni fa la partecipazione di uno sculler azzurro alle Olimpiadi.


Un Mondiale iniziato nel migliore dei modi per Simone, con il 2° posto in batteria ed il 3° nei quarti di finale, nella disciplina con il più alto numero di iscritti, 44, per soli 9 pass olimpici (2 in meno rispetto alle edizioni passate dei Giochi), mentre il 5° in semifinale rientrava nella consapevolezza di volersi giocare il tutto per tutto nella finale B che assegnava 3 pass per Tokio 2020.


Buona la partenza di Martini che si piazzava alle spalle del croato Martin vicecampione olimpico a Rio, ma doveva guardarsi da Polonia e Grecia che riuscivano a mettergli la prua davanti ai primi 500 metri. Manteneva il sangue freddo Simone che rispondeva colpo su colpo ed a metà gara riagguantava il 3° posto, superando la Polonia e piazzandosi dietro a Croazia e Grecia.


Negli ultimi 500 metri l’Azzurro superava la Polonia, mentre dalle retrovie saliva fortissimo il neozelandese Manson, già bronzo mondiale 2015 in doppio che attaccava l’Italia, e che andava a superare anche la Croazia vincendo la finale B, secondo tagliava il traguardo il croato, mentre Martini respingeva energicamente gli ultimi attacchi della Polonia, andando a conquistare il 3° posto, 9° al mondo, ma soprattutto il pass per Tokio, con i primi tre classificati in un fazzoletto di 65 centesimi di secondo.


Dichiarava Martini subito dopo la gara: “Sto riprendendomi dalla gara, sono distrutto, ho fatto il massimo. Sono contento perchè rappresenta il lavoro veramente di anni, e l’ho portato a compimento perchè ci sono state tantissime persone che mi hanno supportato e che devo ringraziare. E’ stato un percorso lunghissimo nel quale ho avuto tante delusioni, ma ero convinto che prima o poi sarebbe arrivato il mio momento ed oggi è arrivato.


Ringrazio il mio allenatore Alberto Rigato, il primo che ha creduto in me. “Tu voghi da schifo, ma posso farti diventare un campione”, mi disse la prima volta che ci incontrammo. Ringrazio il mio prof. dell’Università che mi segue nel mio dottorato (della facoltà di ingegneria; n.d.r.), mio padre e mia madre, Spartaco (Barbo, che l’ha seguito al Saturnia quando si allena a Trieste; n.d.r.), la mia ragazza Alessandra (Patelli, azzurra sul 4 senza; n.d.r.), grazie anche a lei ho fatto un salto di qualità, e poi tutti i miei amici. Grazie a tutti!”

Speciale World Rowing Championships – Linz Ottensheim