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Il Prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, al fianco della Reggia Challenge Cup 2018

martedì 22 Maggio 2018

Il Prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, al fianco della Reggia Challenge Cup 2018


ROMA, 23 maggio 2018 – Entrando nel Palazzo Cipolla, nel centro di Roma, si rimane affascinati dall’eleganza e dall’arte che dominano incontrastate in ogni stanza. Oltre a questo però all’interno del Palazzo si trova la Fondazione Terzo Pilastro Internazionale che opera nei campi della Ricerca, della Sanità, dell’Assistenza ai più deboli, della Formazione e della Cultura. La Fondazione, nata con l’intento di spostare maggiormente l’attenzione pubblica verso le zone più trascurate del Sud Italia e del Maghreb, opera in maniera filantropica principalmente nell’area del Mediterraneo e del Vicino e Medio Oriente. Tutto ciò è stato possibile grazie alla passione e alla forza di volontà del Presidente della Fondazione, il Professor Emmanuele Francesco Maria Emanuele. Un uomo che si è sempre battuto tenacemente in favore dei bisognosi. Lo incontriamo nella sua stanza che trabocca di targhe e riconoscimenti nazionali ed internazionali anche in ambito sportivo, essendo membro onorario della Federazione Italiana Scherma e della Federazione Italiana Canottaggio per aver raggiunto prestigiosi traguardi in entrambi questi sport.


Per il Presidente, infatti, la pratica sportiva a qualsiasi livello è fondamentale per la crescita e per l’educazione dei giovani, si impara a superare qualsiasi ostacolo anche quello che sembra più insormontabile come la disabilità. Professore Lei è il Presidente della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, ci spiega a grandi linee che cos’è e di cosa si occupa. “Il nostro mondo, e in particolare il nostro Paese, sono entrati in una fase di crisi istituzionale e statale irreversibili. Tutto ciò nasce da una crisi dei privati in seguito alla finanziarizzazione globale dell’economia che ha portato alla scomparsa di alcuni lavori. La finanza è, infatti, diventata l’unico strumento per muovere tanti soldi, ma per “fare finanza” non servono le braccia e di conseguenza non servono più certi lavoratori. La crescita incontrollata di internet e delle tecnologie robotiche hanno inoltre fatto sì che con il tempo sono spariti sostanzialmente altri importanti lavori che sono sempre stati alla base della nostra economia, l’agricoltura ed il commercio.


Tutto ciò ha portato ad un aumento smisurato delle persone in difficoltà che non riescono più a guadagnarsi nemmeno pochi soldi per mangiare. In questo contesto di crisi generale si inserisce il Terzo Pilastro come lo chiamo io o il Terzo Settore come lo chiamano gli altri, la Fondazione si prodiga per restituire qualcosa al mondo nei campi dove lo Stato non c’è più come la Salute, la Ricerca Scientifica, la Cultura e l’Istruzione cercando di aiutare i meno fortunati. L’economia della Cultura è fondamentale per cercare di ripartire considerando che l’Italia da Venezia a Palermo possiede il più grande patrimonio artistico-culturale del mondo. La Fondazione inoltre si definisce Internazionale perché è rivolta anche a cercare di dare una risposta alla crisi del Mediterraneo e di alcune zone del Vicino e Medio Oriente come la Siria, la Palestina, Aleppo e Damasco”.


Parliamo di Cultura e Sport, Reggia Challenge 2018. Per il secondo anno consecutivo la Fondazione sarà presente a questo evento che si svolge all’interno del gioiello vanvitelliano. Quale è la motivazione del Terzo Pilastro e la Sua motivazione personale nel sostenere questa competizione? “Io credo nella sinergia tra Sport, Cultura e Istruzione. L’idea di sostenere questa regata, suggeritami dall’amico Davide Tizzano, l’ho modulata in modo che convergano alla Reggia di Caserta non soltanto i più grandi canottieri di questa stagione italiana ed internazionale, ma anche gli studiosi d’arte per vedere questa meraviglia incredibile che tutto il mondo ci invidia e soprattutto gli studenti provenienti dai quartieri più difficile di Napoli, in modo che possano capire come lo sport e la cultura sono veicoli per riscattarsi e quindi ricominciare a studiare. Ritengo che lo sport sia salvifico per la crescita di un giovane, anche per me infatti è stato così se ripenso alle discipline sportive che ho praticato il canottaggio e la scherma. Il canottaggio mi ha insegnato a domare la stanchezza vincendo le avversità, mentre la scherma mi ha insegnato a modulare la mia competenza con quella del mio interlocutore. Lo sport in definitiva ha una funzione educatrice fondamentale e i giovani devono praticarlo per avere un futuro più luminoso. Lo sport assieme allo studio e alla passione, seppur inconscia, per il bello ti rendono in prospettiva migliore”.


Il canottaggio è come scrivere, una volta che si è imparato a remare si porta avanti senza problemi. Un aneddoto riguardante la Sua attività remiera giovanile e soprattutto il Suo pensiero sulla Reggia Challenge Cup dove i giovani saranno al centro dell’evento. “Gli aneddoti potrebbero essere decine, mi limiterò a raccontare di quando vogavo in quattro e nell’otto sole con il famoso timoniere Rubolotta. Si usciva in barca tutte le mattine alle sei e siccome ci si allenava in mare aperto si andava incontro al piroscafo postale che arrivava a Napoli. Nonostante la fatica guardando quell’imbarcazione sognavo un giorno di lavorare in quel mondo, e pochi anni dopo quella speranza si è avverata perché sono diventato Consigliere di Amministrazione della Tirrenia di Navigazione. Un’altra dimostrazione di come sport e studio possano andare tranquillamente andare di pari passo nella vita di un giovane. Per quanto riguarda la Reggia Challenge Cup reputo che la gara, ideata da Davide Tizzano, sia uno degli esempi più brillanti di ciò che si poteva fare in Italia.


È vero che la gara si svolge in una piscina di ‘soli’ duecento metri, ma è altresì vero che gli equipaggi si sfideranno in un’atmosfera meravigliosa che renderanno l’evento spettacolare ed unico a livello internazionale; sto contando le ore per assistere a quella che definirei una gara immersa nella bellezza artistica e fondata sull’entusiasmo giovanile.” Uno spot per convincere gli indecisi ad assistere alla Reggia Challenge Cup 2018. “Se amate lo Sport e volete assistere ad una pagina indimenticabile di una manifestazione sportiva, difficilmente comparabile con qualsiasi altra al mondo, venite a Caserta per gioire come sportivi e come cittadini per ammirare la meraviglia del Canottaggio in azione”.

(Alessandro Cifariello – stagista Sole 24 Ore)

Speciale Reggia Challenge Cup – Caserta