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Il commento del Presidente Giuseppe Abbagnale al termine delle  Paralimpiadi

lunedì 12 Settembre 2016

Il commento del Presidente Giuseppe Abbagnale al termine delle  Paralimpiadi

RIO DE JANEIRO, 12 settembre 2016 – “Queste Paralimpiadi hanno chiuso, di fatto, un lungo quadriennio emozionante, stimolante e straordinario. E’ stato un evento durante il quale ho vissuto ogni attimo con trepidazione e ammirazione nel vedere i nostri equipaggi in gara. Sono anche stato molto attento, guardandomi attorno, per imparare dalle esperienze che altri hanno già sviluppato nello sport paralimpico. Imparare con umiltà da altri ambienti sportivi lo ritengo necessario anche per continuare a far migliorare il Para-Rowing in Italia. Comprendere anche come altri sport, altre Federazioni, sia italiane che straniere, hanno sviluppato il loro lavoro per arrivare a queste Paralimpiadi è sicuramente un arricchimento poiché le discipline paralimpiche sono costantemente in evoluzione. Per questi motivi ho osservato, dialogato e mi sono confrontato con altri dirigenti e, quindi, posso affermare con certezza che il Para-Rowing italiano ha iniziato a percorrere la strada giusta per portare questa disciplina, poiché di disciplina si tratta in quanto diversa dal canottaggio per normodotati e con tante peculiarità intrinseche, ai livelli delle altre nazioni. Probabilmente ci vorrà del tempo, ci vorranno anche risorse adeguate, ma il CIP ha creduto nel nostro progetto, e continuerà a farlo, poiché la Direzione Tecnica, attraverso Dario Naccari, ha sviluppato un percorso di condivisione e inclusione che sta iniziando a dare i primi frutti. Va considerato, inoltre, che nel canottaggio olimpico sono le Società che lavorano per reclutare i giovani da avviare al canottaggio e poi, in seguito, proporli alle varie nazionali per competere in ambito internazionale, mentre nel Para-Rowing le cose vanno diversamente.

Oltre alle società, infatti, dovrà essere la Federazione, come è stato fatto in questi quattro anni, a fare promozione, sviluppo e ricerca di persone con disabilità, acquisita o congenita, da poter avviare, attraverso le società operanti sul territorio, alla pratica del Para-Rowing. Non è detto, comunque, che chi ha una disabilità possa diventare un atleta e, soprattutto, non sempre questo atleta può arrivare a competere in azzurro. E’ mia intenzione, quindi, continuare a sviluppare, ancora di più, la promozione e la propaganda del Para-Rowing sul territorio nazionale affiancando quelle Società che, nella misura del loro impegno, aprono le porte delle loro palestre a queste atlete e atleti straordinari. Donne e uomini che hanno tanto da farci imparare e alle quali, lasciando da parte i risultati, va il rispetto e l’ammirazione mia e di tutto il canottaggio italiano. Questo è quello che oggi mi sento di affermare con forza, poi lascio ad altri il commento dei risultati di questa partecipazione italiana alle Paralimpiadi. Io sono orgoglioso di quello che hanno fatto questi ragazzi e ragazze così come sono orgoglioso di tutto lo staff tecnico e medico che ha seguito il movimento in questi quattro anni. Grazie a tutti”.