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L’ammiraglia azzurra ai recuperi

lunedì 8 Agosto 2016

L’ammiraglia azzurra ai recuperi

RIO DE JANEIRO, 08 agosto 2016 – Una storia infinita, quella dell’otto azzurro, partito in sordina nel 2013 arrivato alle qualificazioni, mancate per soli tre centesimi, e ripescato a due giorni dalla partenza per Rio de Janeiro. In tutto questo c’è la generosità di questo gruppo di atleti che, nonostante le difficoltà e le vicissitudini cui sono andati incontro, oggi nella loro prima gara olimpica hanno tentato di essere tra i grandi della specialità, riuscendoci per lo meno nella prima parte, poi la mancanza di amalgama ha fatto il resto, come ci dice il timoniere Enrico D’Aniello: “L’equipaggio si è comportato bene e dopo la partenza, venuta bene, abbiamo preso molte onde ma siamo rimasti comunque agganciati all’Olanda. Sul percorso ho visto che stavano sfilando e quindi ho deciso di non spingere ancora facendo mollare un poco per non tirare fino alla fine. In questo modo possiamo affrontare il recupero con ancora più energia”.

Oggi la protagonista dell’eliminatoria è stata la Gran Bretagna, la barca considerata “all stars”, che non ha lasciato spazio di manovra né all’Italia ma neanche agli altri avversari vincendo la batteria davanti alla barca olandese che, nel finale, aveva superato la Nuova Zelanda. A fare il punto sulla gara italiana il capovoga Vincenzo Maria Capelli che dice: “È stata la prima gara con questa formazione e sapevamo che, probabilmente, sarebbe passato solo l’equipaggio candidato alla vittoria dell’oro. Noi abbiamo fatto una buona partenza e poi, già d’accordo prima di uscire in acqua, siamo passati sul passo cercando mantenere il contatto con gli altri. Sul percorso, dopo aver perso il contatto con la battistrada, abbiamo deciso di risparmiarci per affrontare la nostra vera gara che è quella che affronteremo fra due giorni, il recupero”. Vincenzo Capelli non si nasconde dietro alle parole e afferma anche che: “Trovarci su una barca, così complessa da formare, a tre giorni dalle Olimpiadi, è stato difficile soprattutto nell’amalgamare il passo e quindi a metà a percorso abbiamo cercato di acquisire tutte le sensazioni positive per utilizzarle durante il recupero. Sottolineo, infine, che per noi questo percorso non è stato un tracollo, ma una conduzione di gara già decisa prima di scendere in acqua e, quindi, saremo pronti per il recupero”. Info su: www.rio2016.coni.it e www.canottaggio.org