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Le semifinali di oggi caratterizzate dai due senza azzurri tutti finalisti

venerdì 15 Aprile 2016

Le semifinali di oggi caratterizzate dai due senza azzurri tutti finalisti

VARESE, 16 aprile 2016 – Terminate le semifinali sulle acque della Schiranna, scenario della prima tappa di Coppa del Mondo, con l’Italia che piazza, dalle semifinale di oggi, altre tre barche in finale. Un numero che avrebbe potuto raddoppiare, se non fosse che il crudele gioco dei centesimi ha lasciato fuori dalla qualificazione altrettanti equipaggi. Le prime imbarcazioni a centrare la qualificazione sono i due senza femminili, specialità nella quale l’Italia è a caccia del pass olimpico per Rio de Janeiro, di Sara Bertolasi (SC Lario) e Alessandra Patelli (SC Padova) e di Ludovica Serafini e Carmela Pappalardo (CC Aniene). Bertolasi e Patelli chiudono al terzo posto alle spalle di Spagna e Germania una semifinale che le vede in testa fino agli ultimi metri, salvo poi subire una leggera flessione, fisiologica dopo una gara condotta all’attacco sin dal primo colpo e dove la qualificazione alla finale di domani non è mai stata in discussione.

Anche per le Under 23 Serafini e Pappalardo la qualificazione non è mai a rischio, e arriva grazie al secondo posto conquistato dietro un’imprendibile Sudafrica e pochi centesimi davanti alla Russia, con Argentina e i due equipaggi della Serbia tutti e tre lontanissimi e quasi da subito fuori dal giro per la qualificazione. In finale anche il due senza di Vincenzo Capelli e Niccolò Mornati (CC Aniene), qualificatosi per i Giochi Olimpici agli ultimi Mondiali di Aiguebelette. Partiti in testa, gli azzurri conducono per circa metà gara, quando vengono passati dalla Gran Bretagna, presente con l’equipaggio campione del mondo in carica nel due con. Il due senza italiano mantiene salda la seconda posizione per il resto della regata ricacciando indietro le ambizioni della rientrante Spagna, comunque qualificata grazie al terzo posto.

Questione di centesimi, invece, per il doppio Pesi Leggeri femminile di Valentina Rodini (Fiamme Gialle) e Giulia Pollini (SC Cernobbio). Nelle posizioni valide per l’accesso in finale per gran parte della semifinale, sempre dietro un’arrembante Cina, le due azzurre subiscono prima il rientro dell’Olanda e nella punta a punta con la Polonia per il terzo posto si piegano per soli nove centesimi, dovendosi accontentare della finale B. Gara dove sarà presente anche l’altro doppio leggero femminile italiano, quello formato da Elisabetta Sancassani e Laura Milani (Fiamme Gialle). Le due campionesse mondiali della specialità 2013 restano attaccate al treno della qualificazione fino alle ultime centinaia di metri, quando però il Canada cambia marcia arrivando addirittura a impensierire la Cina battistrada, mentre il Sudafrica vive sulla rendita della grande partenza iniziale, con le azzurre che perdono brillantezza nello sprint finale, chiudendo al quarto posto.

Centesimi decisivi anche per i due quattro senza pielle in gara nelle due semifinali della specialità. Giorgio Tuccinardi (Forestale), Guido Gravina (RCC Cerea), Piero Sfiligoi e Lorenzo Tedesco (CC Saturnia) sono quarti per tutta la gara, che vede sempre in testa la Cina davanti a una Germania che si lascia le carte migliori per la seconda parte di gara. Il finale è una punta a punta per il terzo posto tra Repubblica Ceca, Polonia e Italia: la spuntano i cechi che beffano di appena otto centesimi i polacchi mentre l’Italia è quinta a due decimi dalla qualificazione. Pochissimi centesimi in più – ventotto – e stessa sorte per Martino Goretti (Fiamme Oro), Stefano Oppo (Forestale), Alberto Di Seyssel (SC Armida) e Livio La Padula (Fiamme Oro), in una semifinale dove a farla da padrone è la Svizzera campione del mondo in carica. Dietro gli svizzeri la battaglia per gli altri due posti in finale è tesa, Olanda e Stati Uniti vanno a braccetto e nella loro lotta per la seconda piazza, risolta per soli 4 centesimi in favore degli olandesi, si fanno forza nel lasciare fuori dalla finale l’armo leggero azzurro, giù dal lotto dei finalisti per, appunto, ventotto centesimi.