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La dichiarazione del Consigliere Mario Luigi Italiano alla conclusione  delle  Universiadi del canottaggio

martedì 7 Luglio 2015

La dichiarazione del Consigliere Mario Luigi Italiano alla conclusione  delle  Universiadi del canottaggio

CHUNGJU, 07 luglio 2015 – Le Universiadi di Gwangju per il canottaggio vanno in archivio con l’Italia del remo che ha ben figurato. Ora resta la speranza di rivedere presto una nuova presenza del canottaggio in questa manifestazione in considerazione che, nonostante l’impegno del CUSI, alla prossima edizione del 2017 non è stato inserito nel programma di Taipei. A chiudere questa partecipazione la dichiarazione del Consigliere Mario Luigi Italiano che, in quest’occasione, ricopriva anche il ruolo di Team Manager: “Come Consigliere affermo che la volontà del Consiglio, e del Presidente Abbagnale, di porre più attenzione al settore universitario, peraltro condivisa con unità di pensiero da tutto il CUSI, ha dato i suoi frutti. Ora l’intenzione continuerà a essere quella di dare ancor più seguito all’impegno e allo sviluppo dello sport universitario in Italia. I risultati di Chungju sono il frutto della linea programmatica che il Consiglio ha dato all’Area Tecnica la quale, a sua volta, l’ha interpretata correttamente formando una squadra con elementi giovani e in grado di crescere ulteriormente nel prossimo futuro. Come Team Manager ringrazio il CUSI per aver portato una squadra numerosa, che ha ben figurato, e per avermi consentito di svolgere questo ruolo, per me nuovo, che mi ha dato grande soddisfazione poiché ho potuto vivere per dieci giorni a stretto contatto di ragazze e ragazzi splendidi. Ringrazio tutta la squadra, in generale, e Paolo Dinardo e tutti i suoi collaboratori, in particolare, per l’impegno, la serietà e la professionalità dimostrata in ogni momento e in ogni situazione. Un grazie, infine, va a Cesare Dacarro per le sue ‘pillole di saggezza condite da sorniona ironia’ che quotidianamente ha somministrato al Team, aiutando ragazze e ragazzi a vivere l’evento con la giusta tensione agonistica”.