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Primo Baran al Festival dei Giovani di Candia

martedì 7 Luglio 2015

Primo Baran al Festival dei Giovani di Candia

ROMA, 07 luglio 2015 – Non c’è esagerazione nell’affermare che il protagonista di quest’intervista è una leggenda del canottaggio. La sua prestazione, a Citta del Messico nel 1968, valse una medaglia d’oro olimpica nella specialità del due con, assieme a Renzo Sambo e Bruno Cipolla. Stiamo parlando proprio di Primo Baran, oggi allenatore del settore giovanile della Canottieri Sile. Il campione olimpico era presente a Candia, in occasione del Festival dei Giovani, in veste di accompagnatore dei ragazzi in forza alla società triestina: “Il Festival dei Giovani è senza dubbio una delle più belle manifestazioni che abbiano ideato. Qui non ha nessuna importanza vincere, quello che conta è che i ragazzi scendano in acqua, diano il massimo e si divertano. Poi, se la medaglia arriva tanto meglio, altrimenti non fa nulla. Ritengo che sia stata una scelta molto valida quella di eliminare i tempi, non erano conformi allo spirito di questa festa dello sport”.

Divertimento sopra la competizione, quindi? “Sicuramente, io sono contrario all’approccio che hanno alcuni allenatori, che tendono ad esasperare in maniera eccessiva la competizione sin da questa età. L’agonismo troverà spazio più avanti negli anni. Ora è soltanto tempo che i giovanissimi apprendano i valori del canottaggio, ovviamente in un contesto che deve avere un retrogusto ludico. Come ho già detto è stata una buona cosa togliere i tempi. Io però farei ancora di più: darei medaglie a tutti. Questo a mio avviso incentiverebbe anche il coinvolgimento nell’attività”. Che consigli ti senti di dare ai giovani che sono qui? “Quello che posso dire è che il canottaggio è uno sport molto duro ma può essere una vera e propria scuola di vita perché insegna che per costruire qualcosa ci vogliono impegno, dedizione e fatica. Nella vita, esattamente come nel canottaggio, non si trova nulla di pronto, è necessario sudarseli i risultati. Se i ragazzi imparano questo nello sport, se lo ritroveranno anche nelle sfide della quotidianità”.