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Giancarlo Pomati: Internazionali di Gavirate, un lavoro corale  ben riuscito

sabato 17 Maggio 2014

Giancarlo Pomati: Internazionali di Gavirate, un lavoro corale  ben riuscito

GAVIRATE, 17 maggio 2014 – Oltre all’ormai tradizionale Regata Internazionale Para-Rowing, giunta all’ottava edizione, e alla quarta Internazionale Master, cui si sono aggiunte quest’anno la terza edizione del Campionato Mondiale Indoor INAS-FID e la prima edizione della Gara Internazionale INAS-FID in acqua, la Canottieri Gavirate ha deciso di ospitare anche il Meeting Nazionale Allievi e Cadetti. Muovere una macchina organizzativa così importante ha richiesto alla Canottieri Gavirate la messa in campo di tutte le energie disponibili. Alla fine però gli sforzi sono stati ripagati. Procede in grande stile, infatti, la festa dello sport che ha animato le rive gaviratesi del Lago di Varese: “Si può sempre fare meglio – apre l’intervista Giancarlo Pomati, Presidente della Canottieri Gavirate, evidenziando subito la mentalità che caratterizza il modus operandi suo e della sua squadra – quindi non ci si deve sedere sul fatto che le gare stiano procedendo per il meglio, tolto il problema principale che era il vento. Analizzando un po’ tutto, abbiamo già visto che c’è qualcosa che deve essere rivista, quindi faremo le nostre considerazioni nell’ottica di un miglioramento continuo sotto il punto di vista organizzativo”.
 
Presidente, secondo lei le Istituzioni hanno sostenuto la Canottieri Gavirate nell’organizzazione di quest’evento? “Certo. Prima di tutto la Federazione Italiana Canottaggio che ha confermato il suo sostegno, sottolineando l’ottimo rapporto di collaborazione. Il giusto rapporto che deve esserci tra la ‘casa madre’ e gli Enti periferici. Poi le Amministrazioni locali che, come sempre, ci seguono e, comprendendo i nostri problemi e collaborando con noi, ci consentono di migliorare l’immagine non solo della Canottieri ma anche del territorio. Nel complesso quindi possiamo dire che questo evento internazionale in svolgimento a Gavirate è una manifestazione corale ben riuscita”.  Presidente veniamo a Lei. Quali sono state impressioni e sensazioni riprendendo in mano le redini della Canottieri Gavirate dopo quello che pareva essere un addio definitivo?: “In questi tre anni ho continuato a frequentare la Canottieri, anche perché mi piace uscire in barca con regolarità, quindi più o meno sapevo quello che accadeva sia in Società che nel mondo del canottaggio in generale, quindi al mio rientro ero comunque aggiornato. Quello che è stato un po’ più difficoltoso è stato riprendere certi ritmi dopo aver pensato di chiudere definitivamente. Rientrare in pieno vuol dire che ci vuole un po’ per riacquistare i ritmi. Però ormai mi sto riadeguando”.
 
Cosa l’ha spinta a rientrare? “Avendo raggiunto una certa età, la mia idea era quella di dare spazio ai giovani. Evidentemente non avevo calcolato bene che non tutti i giovani erano pronti ad assumere certe responsabilità e quindi ho dovuto onorare le richieste che ho avuto nello spingermi a rientrare. Richieste che non ho potuto declinare e che mi hanno colpito dal punto di vista sentimentale. Ho quindi deciso di fare un altro periodo di presidenza con l’obiettivo di continuare nel percorso di formazione di questi giovani virgulti che stiamo preparando in società”. Quindi possiamo dire che uno degli obiettivi primari del suo attuale mandato è quello di formare una nuova classe dirigente? “Senz’altro. Alla formazione di un gruppo che possa guardare ai prossimi dieci anni della Canottieri, quindi definire degli obiettivi a medio-lungo termine con programmi e progetti da sviluppare”. A conclusione del dialogo, il Presidente Pomati aggiunge che: “In riferimento agli eventi remieri di questi giorni abbiamo visto, già dopo due giornate di gare, una all’interno degli INAS-FID e oggi nell’Internazionale Para-Rowing, che il movimento a favore della disabilità sta crescendo. Secondo me è uno dei settori su cui bisogna puntare e sostenere. Tanto più che le possibilità di crescita sono ancora enormi, quindi le nostre energie andranno in questa direzione. Mi ricordo che quando abbiamo incominciato, una decina di anni fa, a parlare del canottaggio dei disabili, ci davano dei folli. Mettere in barca dei diversamente abili era una cosa che non si comprendeva. Oggi abbiamo potuto apprezzare in gara degli ottimi equipaggi. E poi ritengo che la parte più importante è il messaggio educativo che passa nel far allenare questi atleti ed atlete assieme ai normodotati con i quali costituiscono ormai un gruppo unico”.