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Rispetto all’allenamento a casa il raduno è un’altra cosa

venerdì 2 Maggio 2014

Rispetto all’allenamento a casa il raduno è un’altra cosa

ROMA, 03 maggio 2014 – È categorico nel suo giudizio, anche se Francesco Pegoraro fa parte di quella fucina di atleti che è la Sisport Fiat di Torino. Studente in corso del terzo anno di Medicina e Chirurgia, non sembra soffrire troppo la lontananza da casa anche perché l’organizzazione tecnica federale consente sempre di rientrare in gioco. Nel suo caso la formula della TRio 2016 gli ha permesso di rimanere nel giro della nazionale poiché, nonostante gli impegni universitari, è riuscito a restare competitivo. Da quanto tempo partecipi ai raduni federali? “Io ho cominciato nel 2011 da junior e dal 2012 sono stato convocato con la squadra Under 23. Quest’anno è il primo raduno a cui partecipo, a parte quello relativo al Memorial Paolo d’Aloia”.

Quanto è importante per te allenarti in un centro di alta qualificazione olimpica? “E’ fondamentale perché ci sono gli stimoli provenienti da tutti gli altri atleti convocati, inoltre c’è una strada ben precisa da seguire che aiuta a non perdere di vista gli obiettivi e mantenere la concentrazione. Allenarsi a casa comporta mille altre cose da fare, mentre qui a Piediluco tutto si vive con maggiore concentrazione. Nel raduno si ha la testa predisposta a lavorare nel modo migliore per riuscire ad ottenere risultati adeguati”. Ma gli allenamenti collegiali non ti paiono troppo lunghi? “Si, più che altro perché dovendo studiare e seguire le lezioni all’Università non è facile conciliare le due cose: quando torno nella mia città devo sempre mettermi a studiare come un pazzo, poiché qui è difficile applicarsi sui libri con due intensi allenamenti al giorno e la necessità di recuperare fisicamente”.

Cosa ti aspetti da un raduno di questo tipo? “Mi aspetto di migliorare e di imparare da tutti quegli atleti più esperti di me”. A parte la lunghezza hai rilevato altri problemi nell’organizzazione dei raduni? “Più che altro ho avuto problemi fisici lo scorso anno, quando si sono presentati risentimenti alla schiena. Questo è più facile che accada in un raduno perché un atleta spinge al massimo, molto di più di quanto non faccia a casa. Ma una volta che si è in ballo non ci si può tirare indietro. Nell’allenamento societario si fa molta più attenzione e al minimo problema si tira un attimo il fiato, nei raduni federali c’è più competizione e voglia di far bene per cui è più difficile controllarsi”. Questa competizione come la vivi? “Di solito bene, poi ci sono momenti in cui la pressione si fa sentire, ritengo, però, che sia giusto un alto livello di tensione perché ci prepara alle regate internazionali che non sono mai una passeggiata rilassante”.

Nelle foto: due immagini di Francesco Pegoraro; Francesco Pegoraro sul podio del quattro di coppia PL ai Mondiali Under 23 2013.