News

Il Collegiale di alta specializzazione può essere l’occasione  per superare la mancanza di strutture remiere

venerdì 2 Maggio 2014

Il Collegiale di alta specializzazione può essere l’occasione  per superare la mancanza di strutture remiere

ROMA, 04 maggio 2014 – “Per me il raduno è importante anche perché a casa non ho un bacino adatto al canottaggio. A Monopoli ci alleniamo sul mare aspettando che sia piatto, nel porto su una distanza di settecento metri. Solo nel fine settimana abbiamo la possibilità di usufruire di un lago. Normalmente, quindi, facciamo molto remoergometro, mentre qui a Piediluco o a Sabaudia mi posso allenare in barca e cercare il colpo in acqua per la gara”. Elsa Carparelli (Monopoli 2005) non esprime lamentele, ma una problematica comune a tante realtà remiere: quella della mancanza di un bacino concepito per il canottaggio. Tra i tanti pregi dei raduni organizzati con frequenza dopo l’anno olimpico, che stanno caratterizzando la gestione tecnica di questo quadriennio, si riscontra quello di consentire agli atleti di livello una preparazione tecnica all’altezza dei loro impegni agonistici.

“Questo è il mio secondo raduno, il primo è stato quello svoltosi a Sabaudia agli inizi di quest’anno. Mi è stata data la possibilità di mostrare il mio valore e quindi mi sono impegnata a dare il meglio”. Elsa è consapevole delle sue possibilità e vede nell’allenamento collegiale in svolgimento a Piediluco un’occasione importante nella sua vita di atleta. “Da un raduno mi aspetto in primo luogo di migliorare sia la tecnica che la forma fisica. Ad ogni convocazione mi auguro di realizzare quell’alta specializzazione che mi consentirà di ottenere qualche risultato sui campi di regata”. Quando torni a casa senti la differenza? “Direi di si. Dopo aver partecipato al primo appuntamento ho avuto la gratificante sensazione di un netto miglioramento . In ogni caso sono piena di aspettative e vedrò come potranno concretizzarsi nel futuro. L’allenamento nel raduno è certamente estenuante poiché è finalizzato a dare il meglio di se stessi, si può dire che si è sempre in gara e in ogni momento esiste la ricerca del massimo impegno”.

Cosa significa per te praticare canottaggio di alto livello? “Per me significa impegnare più della metà della mia giornata in allenamenti, però sono contenta perché il canottaggio è la mia grande passione e finché posso portarla avanti mi impegnerò al massimo”. Quali sono le tue difficoltà in un raduno? “La prima volta ho cercato da subito di adeguarmi al ritmo degli altri. Superata questa difficoltà mi sto adattando molto bene e spero di migliorare anche in senso fisiologico”. Quant’è duro partecipare a questi appuntamenti? “Abbastanza: si sta lontano da casa, si è seguiti da altri allenatori, però è stupendo. Ho fatto amicizia con altre ragazze, ed ho scoperto che si può stare piacevolmente insieme”.