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Un cambiamento di mentalità per il Memorial d’Aloja

giovedì 10 Aprile 2014

Un cambiamento di mentalità per il Memorial d’Aloja

ROMA, 10 aprile 2014 – La TRio del primo fine settimana di aprile ha dato precise indicazioni sullo stato di salute del remo italiano. In particolare il canottaggio rosa ha impressionato non solo per il livello tecnico delle regate, ma anche per il cambiamento di mentalità espresso dalle atlete sul campo di regata. E’ certamente presto per formulare conclusioni, siamo appena all’inizio, e mancano alcuni mesi alle prove importanti della stagione agonistica internazionale, ma c’è qualcosa nell’aria che convince ed entusiasma. In questo contesto la ventottesima edizione del Memorial Paolo d’Aloja è un appuntamento che assume un particolare significato poiché per il settore femminile è la prima regata internazionale dell’anno ed è un’occasione per le prime verifiche.

Claudio Romagnoli, Capo Settore del remo rosa, è particolarmente chiaro al proposito: “Il Memorial d’Aloja è una regata molto importante per due aspetti: serve alla squadra nazionale per vedere il valore dei nuovi equipaggi, che abbiamo formato durante i raduni invernali, ed offre un utile confronto con le compagini straniere. Dalle iscrizioni abbiamo visto che quest’anno le nazioni con un maggiore peso del canottaggio internazionale hanno accettato l’invito del Comitato Organizzatore, quindi avremo un importante confronto tra i nostri equipaggi, creati nei raduni e durante la TRio, e le rappresentative estere di livello mondiale”.

Il settore femminile junior, pesi leggeri e senior come si è preparato a questo appuntamento? “Noi abbiamo lavorato bene: dallo scorso anno è operativo il coinvolgimento degli elementi più giovani, esiste un buon gruppo assoluto ed un numero importante di atlete nel giro della nazionale. Se si pensa solo al fatto che nella TRio sono state convocate 40 ragazze, si comprende agevolmente il significato di lavorare con una compagine significativa. Al Memorial presenteremo equipaggi di nuova formazione ed equipaggi che hanno già gareggiato a livello mondiale, avremo, quindi, due possibilità: rivedere il valore assoluto di quelli già formati e sperimentare il valore delle novità uscite dalle indicazioni dei raduni di Sabaudia e Piediluco”.

Tu che sei un allenatore di lungo corso e che ha il polso della situazione come vedi queste atlete? “Debbo dire che hanno lavorato molto bene a livello fisiologico, adesso devono affinare la parte tecnica, qui ci vuole più tempo, perché occorre uscire maggiormente in barca, e più concentrazione. In ogni caso le ragazze con cui abbiamo lavorato sono molto motivate e iniziano ad acquisire la mentalità di alto livello, cominciano cioè ad essere consapevoli del loro valore e dell’importanza dei prossimi obiettivi “.