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Colpo su colpo si costruisce il futuro

lunedì 25 Marzo 2013

Colpo su colpo si costruisce il futuro

SABAUDIA, 25 marzo 2013 – Sabaudia, come altri bacini in Italia, è il luogo che rappresenta la sintesi della “mission” della Federazione Italiana Canottaggio. Società con le stellette condividono lo stesso spazio di allenamento con quelle civili ed entrambe contribuiscono alla promozione del remo tra i giovani. Il canottaggio olimpico di vertice e i neofiti spesso vestono la stessa maglia e si migliorano nello stesso specchio d’acqua, tutti con l’obiettivo di fare bene.

Giovanni Lepore vive e lavora a Sabaudia, è coadiutore nel settore di punta senior maschile, il suo giudizio sui raduni fin qui effettuati è preciso ed attento in modo particolare all’aspetto psicologico dell’universo rappresentato dagli atleti. “In questo terzo raduno ho notato lo stesso clima di positività dei precedenti: tutti i ragazzi sono ben predisposti per il lavoro che abbiamo programmato. Noi tecnici vogliamo fugare qualsiasi dubbio, cerchiamo di basare il nostro rapporto sul dialogo. Lo scambio continuo di informazioni secondo il mio punto di vista è fondamentale per poter fare al meglio. È un elemento basilare, da realizzare senza chiacchiere e nella massima chiarezza da parte di tutti. Allenatori ed atleti debbono essere uniti nel cercare questo scambio”.

Il secondo raduno a Sabaudia si sta svolgendo in una settimana segnata dal forte maltempo in ogni parte d’Europa e d’Italia, ma qui le condizioni non sono così proibitive da impedire le prove in acqua. Il canottaggio, come tutti sanno, è uno sport all’aperto e bisogna cimentarsi con ogni condizione meteo per poterlo praticare. Proprio per questo sorge spontanea la domanda: ma Sabaudia è l’ideale per i raduni federali? “Sabaudia è il mio luogo di lavoro. Spesso passando sul ponte che collega la città al mare a qualche amico dico: questo è il mio ufficio! Perché trascorro tanto tempo sul lago, dove tra l’altro incontro molte nazionali straniere che vengono per lunghi periodi di allenamento. È un bacino che merita di essere rivalutato, dove comunque potremmo sviluppare in maniera adeguata programmi di lavoro”.

Pregi e difetti di Sabaudia? “Pregi tanti. A livello geografico siamo, come Piediluco, al centro dell’Italia. Non mi sento di dire se ci siano difetti, basta indovinare il periodo giusto. Inutile parlare del vento perché tutti i bacini sono battuti dal vento, è un problema comune. Tra l’altro basta avere uno spirito di adattamento e tutti gli ostacoli possono essere superati”. Ma tre raduni a distanza ravvicinata non sono troppi? “Tre raduni ad intervalli di tempo abbastanza ravvicinati significano che stiamo cercando di stabilire un buon rapporto con gli atleti, di capire qual è l’andamento del gruppo, di mettere a punto la collaborazione tra gli allenatori. Insomma, non ci sono problemi, ma ogni sera facciamo una riunione al termine della quale ci scambiamo informazioni e cerchiamo di andare avanti dando soluzione alle eventuali questioni che dovessero emergere e, soprattutto, cercando il feeling giusto tra tecnici ed atleti. In ogni caso questo è un punto di partenza. Bisogna guardare avanti e migliorarsi. Il canottaggio è uno sport che si costruisce colpo su colpo. Ogni volta che penso ad una performance mi viene da pensare a ciò che abbiamo fatto per raggiungere quel risultato. Colpo su colpo si cerca di costruire il futuro”.