News

Fabio Infimo: competizione e cooperazione per arrivare a vincere

giovedì 7 Marzo 2013

Fabio Infimo: competizione e cooperazione per arrivare a vincere

ROMA, 07 marzo 2013 – Al secondo Raduno di Sabaudia c’è grande fermento per l’imminente avvio di stagione e solo col massimo impegno, sia mentale che fisico, è possibile sostenere i ritmi serrati della preparazione targata La Mura. Un impegno che sta portando a massimizzare le prestazioni di moltissimi atleti, tra cui tanti giovani che, in prospettiva, potranno offrire un supporto determinante alla rinascita del canottaggio italiano, obiettivo della presidenza Abbagnale.

Uno di questi giovani è Fabio Infimo, vogatore del RYCC Savoia e azzurro ai Mondiali Junior (bronzo nell’otto nel 2006) e Under 23 (settimo nel quattro senza nel 2007 e ottavo nell’otto nel 2009), attualmente nel gruppo senior.
Quali sono le tue impressioni rispetto a questo avvio di stagione: “Siamo al secondo raduno, le competizioni si stanno avvicinando e la motivazione è tanta, sia da parte degli atleti che da parte degli allenatori. L’allenamento è molto duro però per me personalmente quella che sto vivendo è un’esperienza straordinaria perché mi viene data la possibilità di dimostrare il mio valore a livello sportivo. All’interno del gruppo c’è molta competizione e questo porta inevitabilmente ad innalzare il livello delle prestazioni in generale. Nessuno ha la minima intenzione di restare indietro”.

L’impegno che state mettendo per sostenere i ritmi del nuovo programma è molto, ma a quali risultati pensi possiate arrivare: “I risultati che in prospettiva questo tipo di programma può portare credo siano sotto gli occhi di tutti perché la gestione La Mura ha dato risultati straordinari. Penso alle Olimpiadi di Sydney 2000 dove l’Italia ha offerto prestazioni eccezionali. E proprio per questo c’è da parte di tutto il gruppo la voglia di dare il massimo con la prospettiva di arrivare ad affermarci in campo internazionale”.

Che aria si respira all’interno del gruppo: “Nonostante la competizione sia tanta, come ho detto, in squadra si respira un bel clima di collaborazione, sia tra gli allenatori che tra i ragazzi. Ovviamente durante l’allenamento è una vera e propria battaglia tra gli atleti. Ognuno cerca di superare l’altro. Finiti gli allenamenti però cerchiamo di staccare, soprattutto con la testa. La maggior parte di noi è lontana da casa e in questo senso c’è comunque una necessità di rivalutare le amicizie all’interno del gruppo con le persone che ci possono offrire un sostegno nei momenti di difficoltà. Si ricrea un po’ una famiglia all’interno del contesto sportivo”.