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Tizzano: la rivoluzione del canottaggio parte da Catania.  Ecco cosa cambia

mercoledì 16 Gennaio 2013

Tizzano: la rivoluzione del canottaggio parte da Catania.  Ecco cosa cambia

di Stefano Lo Cicero Vaina

CATANIA, 16 gennaio 2013 – Sabato e domenica non sarà a Catania, ma ci tiene a dire la sua sul Campionato di remoergometro, primo evento ufficiale del quadriennio 2013-2016. Davide Tizzano, Vice Presidente della Federcanottaggio e due volte oro olimpico, è fiducioso, visto «l’ottimo lavoro fatto dal Presidente Lorenzo D’Arrigo».

Tizzano, la Federazione cosa si aspetta da questo evento?
«Siamo fiduciosi sulla buona riuscita della manifestazione. È l’occasione giusta perché la Sicilia esprima il grande potenziale che ha. Certo, si tratta di un evento stabilito durante la passata gestione federale, ma siamo ben lieti di partire da qui. Perché tutto vada per il meglio, è necessario che la Sicilia e le società lavorino insieme. La Federazione, anche grazie al consigliere Andrea Vitale, farà la sua parte. Ne approfitto per dire che d’ora in avanti ci sarà un dialogo costante tra territorio e struttura centrale. Ogni regione, anche quelle che non hanno un rappresentate in Consiglio federale, come nel caso di Vitale, potrà rapportarsi con un nostro delegato».

Nei progetti della Federazione, la Sicilia che spazio avrà?

«Sabato faremo una riunione con tutte le società dell’isola per mostrare le linee guida della politica federale (la FIC farà lo stesso tipo di riunione in ogni regione, ndr). I punti cardine sono territorialità e trasparenza. Il nostro lavoro, come spiegheremo ai club e al Comitato, punterà al coinvolgimento costante di ciascuna regione nelle attività federali. È finita l’era in cui le decisioni piovevano dall’alto. Questo permetterà ai territori, e quindi anche alla Sicilia, di esprimere le proprie esigenze».

In che modo i cambiamenti al vertice del settore tecnico toccheranno le regioni?

«Ci sarà una diversa organizzazione dell’attività federale, che punterà molto di più sul ruolo dei tecnici regionali. Abbiamo diviso il territorio nazionale in tre macroaree: Nord, Centro e Sud. Il Sud sarà composto da Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Campania. Periodicamente verranno fatti dei raduni, che riguarderanno solo il settore giovanile. Gli atleti saranno scelti dalla Federazione sulla base di valori oggettivi, con la collaborazione dei tecnici regionali che diranno la loro. A questi raduni parteciperanno gli atleti selezionati, a spese federali, ma anche quelli non presi in considerazione e segnalati dagli allenatori societari».

Il più grosso limite della Sicilia è non avere un vero campo di regata. La Federazione ha in mente una soluzione?

«Purtroppo si può fare poco senza un intervento sostanziale da parte delle istituzioni territoriali. Occorre che gli enti locali investano, com’è successo a Varese. Altrimenti diventa tutto molto complicato».