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400 metri di regata per dire no alla violenza sulle donne e dire si  alla solidarietà

giovedì 19 Settembre 2013

400 metri di regata per dire no alla violenza sulle donne e dire si  alla solidarietà

ROMA, 19 settembre 2013 – Domenica 13 ottobre dalle ore 9,00 alle ore 13,00 il tratto compreso tra ponte Cavour e ponte S.Angelo ospiterà gli equipaggi femminili open su otto yole in una competizione promossa per sostenere il movimento di opinione contro la violenza di genere. Non è la prima volta che il mondo remiero si mobilita per iniziative dal grande significato civile, ma questa volta le motivazioni sono quanto mai pressanti. Sono passati appena due giorni da quando è stata resa pubblica questa iniziativa ed in questo breve lasso di tempo una donna ha perso la vita in una “lite famigliare”, come venivano definite una volta, e un’altra è stata uccisa mentre si allenava nella corsa.

Il femminicidio è un fenomeno aberrante, si fonda su concezioni arcaiche e da sempre rappresenta un cancro da estirpare. Il canottaggio rosa vuole testimoniare, con il potere mediatico che lo sport comporta, che è possibile operare per sradicare la prassi infame della violenza di genere attraverso la sensibilizzazione al problema. In questo è sostenuto sia dai colleghi uomini che dalla dirigenza federale e regionale. Quella del 13 ottobre, pur seguendo il programma e l’impostazione di regate similari, non vuole essere una competizione come le altre. Il tema della violenza sulle donne è troppo importante e va oltre il fatto sportivo. Gareggiare il 13 ottobre significa rendere chiara ed inequivocabile la posizione che lo sport nazionale ha in merito, in modo particolare dopo la firma del protocollo d’intesa del 11 giugno 2013 tra CONI e Ministero delle Pari Opportunità.

Per questo l’invito a partecipare è pressante ed esteso a tutto il canottaggio rosa nazionale. Sono in corso riunioni organizzative per assicurare l’imbarcazione a tutte le atlete che provengono da ogni luogo della penisola e si può stare certi che i circoli remieri romani faranno il possibile per soddisfare le loro richieste.

Ma la solidarietà è un fatto concreto. Abbiamo visitato nei giorni scorsi “Casa Luciana”, una delle strutture che accolgono le donne vittime di violenza con i loro figli. E’ una situazione protetta per cui non pubblicheremo né immagini, né interviste alle ospiti di questa organizzazione: non vogliamo fornire informazioni, magari inavvertitamente, a chi ha tutto l’interesse ad affermare il “diritto di proprietà” su moglie e figli. Sono persone tutelate da provvedimenti della magistratura che però rischiano di essere trasferite in altra struttura perché “Casa Luciana” ha esaurito le sue risorse economiche. Non basta il volontariato ad assicurare il futuro a queste donne e ai loro figli, occorre il sostegno concreto.

Per questo motivo nel bando di regata è indicata una tassa di iscrizione di 20 euro. Sono tante rispetto a ciò che viene richiesto di norma per partecipare ad una gara, ma occorre chiarire da subito che gli organizzatori si stanno operando per ridurre i costi all’osso per offrire il rimanente a “Casa Luciana”. Il canottaggio tante volte ha dimostrato questa sensibilità operativa e l’importanza della questione non lascia dubbi sulla necessità di intervenire.