News

Chungju: Le dichiarazioni dei protagonisti

mercoledì 28 Agosto 2013

Chungju: Le dichiarazioni dei protagonisti

CHUNGJU, 28 agosto 2013

Omar Airolo (capovoga, Canottieri Gavirate): “Essere salito sul podio di un mondiale è stupendo. L’ho immaginato e voluto, ma l’incertezza della classificazione mi faceva stare sempre con i piedi a terra anche se questo non ha mani inficiato o messo in difficoltà la mia preparazione. Vincere sarebbe stato stupendo, ci abbiamo provato, ma gli inglesi erano più forti e la vittoria se la sono tutta meritata. Questa medaglia è il frutto di un duro lavoro fatto con tutto il gruppo e per questo devo ringraziare i miei compagni di barca, gli allenatori qui e quelli rimasti a casa, ma anche Daniele Stefanoni, Valentina Grassi e Fabrizio Caselli, poiché è grazie a tutti che oggi possiamo dire di essere un gruppo vincente che spero continui ad allargarsi sempre più”.

Tommaso Schettino (numero due, CC Aniene): “Un risultato arrivato grazie al gruppo di ragazzi che gli allenatori sono riusciti a creare. Nel para-rowing non tutto è semplice e per arrivare al risultato bisogna cooperare e quando, a volte, uno di noi ha bisogno di una mano per andare avanti, ce la diamo e ritroviamo così la giusta motivazione per continuare la preparazione. Sono molto contento di questa medaglia perché ci ripaga dello stress accumulato in questo mesi per essere lontani dalle nostre famiglie. Ripeto, è una medaglia che sento mia, ma è solo frutto del gruppo che Dario Naccari e, tutti gli allenatori, sono riusciti a creare dandoci fiducia e facendoci sentire parte di un grande progetto”.

Lucilla Aglioti (numero tre, CC Aniene): “Devo dire che siamo partiti convinti per battere la barca inglese, ma non ci siamo riusciti. Ci manca ancora un po’ di lavoro ma ci metteremo di buona lena per riuscire nell’impresa non appena se ne presenterà l’occasione. Questa medaglia, oltre ad arrivare dopo due anni passati sotto stress e senza che nessuno riuscisse a motivarmi, ci ripaga soprattutto di mesi di lavoro e fatica senza riposarci mai, gli unici giorni di riposo sono stati quelli in cui abbiamo viaggiato per arrivare qua. La felicità di avere al collo questa medaglia mi ripaga anche dei mesi di duro lavoro e per questo ringrazio i miei compagni di barca, il gruppo e, in particolare, Tommaso Schettino che, in alcuni momenti particolari, mi è stato vicino aiutandomi a ritrovare la giusta motivazione e continuare a remare. Ora vorrei solo gioire e bere una birra fresca con i miei amici e con tutta la nazionale che sta partecipando a questo mondiale”.

Paola Protopapa (numero quattro, CC Aniene): “Mi chiedi come sto? Sto benissimo! Le due medaglie vinte prima non mi hanno dato la gioia e la felicità che mi sta dando l’aver vinta questa. Questa medaglia è vicina ai miei valori fatti di agonismo, trasparenza e valorizzazione di tutti gli atleti dal primo all’ultimo. Una medaglia che significherà lavorare ancora per tre anni con la consapevolezza di essere un vero gruppo dove tutti sanno tutto, proprio in maniera trasparente. Sono felice per questa medaglia che è arrivata nel momento in cui abbiamo vicino una Federazione compatta nelle scelte e “complice” degli atleti. Sono felice perché nei miei occhi ci sono lacrime di gioia e non lacrime amare, sono felice per tutti gli allenatori che collaborano insieme per creare qualcosa da lasciare a chi verrà dopo di loro, in maniera da non trovare il deserto e dover ricominciare tutto daccapo come è accaduto. Sono felice perché il mio presidente è qui e vedo che si commuove con me e con tutto il gruppo lasciando agli altri i formalismi che non fanno parte di questo nostro canottaggio dove tutti sono qui per lavorare per un obiettivo comune: vincere una medaglia oppure perdere con onore e con la consapevolezza di aver fatto tutto quello che si poteva fare insieme alla Federazione che non è una cosa che non si conosce: siamo noi, siamo tutti noi e voi siete in mezzo a noi. Ora vado a prendere AGOST1NO che voglio farlo fidanzare!”.

Giuseppe Di Capua “Peppiniello” (timoniere, CN Stabia): “Questi ragazzi sono stati fantastici e io li ho solo guidati. In barca ho fatto solo quello che so fare e cioè partire per vincere, e così è stato sin dalla prima palata, al punto che abbiamo messo anche la prua davanti agli inglesi. Questo ci ha permesso di contenere gli attacchi del Sud Africa e vincere la medaglia d’argento che per me arriva dopo venti anni di assenza dal podio. Tornare al timone di una barca da canottaggio dopo 17 anni, e sul podio dopo 20 anni, mi fa sentire come se fossi al primo mondiale. Anzi sono al primo mondiale… para-rowing. Questo gruppo è davvero formidabile, ascoltano i miei consigli e fanno tesoro della mia esperienza. Ora dopo questa medaglia, anche se sono un po’ datato, ma non ho ancora bisogno della badante, lavorerò ancora di più per partecipare alla mia quinta Olimpiade, anzi alla mia prima Paralimpiade, perché in questo periodo ho capito una cosa: tutti noi siamo disabili in qualche cosa e questi ragazzi, invece, hanno una marcia in più: sanno come risolvere i problemi perché vivono il problema quotidianamente. Sono felicissimo di essere qua col mio Peppone presidente”.