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Giosuè Vitagliano. Lettera aperta ai Giudici Arbitri del WMG di Candia

martedì 13 Agosto 2013

Giosuè Vitagliano. Lettera aperta ai Giudici Arbitri del WMG di Candia

ROMA, 13 agosto 2013

Ciao amici carissimi, prima che colleghi,

voglio dirvi che siete stati una squadra meravigliosa, senza di voi non sarebbe stato possibile disputare i World Master Games di canottaggio. Telefonicamente e leggendo i resoconti ho seguito questo evento, i cui contenuti, in alcuni momenti, hanno trasceso le realtà cui siamo abituati in Italia e negli eventi internazionali organizzati dalla FISA. Questo per numero di partecipanti e tipologia degli stessi, con l’accertata impossibilità di far rispettare le “regole”. Ma mi sono chiesto, quali sono le regole per governare lo sfrontato e poco goliardico comportamento di atleti stranieri che cercavano un escamotage per salire in una barca con altro nome, oppure per cambiare categoria di appartenenza, ed altro ancora. Con quali finalità? Abbiamo visto un mondo master internazionale che non ha nulla a che fare con quello italiano, sempre attento e rispettoso delle regole, le nostre regole. Non compete al Giudice Arbitro insegnare loro creanza ed educazione. Avete di contro dimostrato che il buon senso, la pazienza, e la disponibilità sono le migliori soluzioni per situazioni che hanno trasceso la criticità.

Non intendo fare alcuna critica all’Organizzazione, specie quando è sdoppiata in una locale ineccepibile (la Candia Sport con il supporto delle forze del Comitato Regionale FIC Piemonte) che ha sopportato tutto il peso di decisioni di quella generale dei WMG, incluso la riapertura dei termini delle iscrizioni, ma una cosa è farlo per una maratona, altra cosa è per il canottaggio. Inizialmente c’erano stati chiari segnali di quanto si è verificato in tema di iscrizioni, di predisposizioni più volte sollecitate, anche di una semplice planimetria, mai ricevuta, con le regole del traffico, e della movimentazione con il rispetto degli orari di una presumibile grande consistenza numerica dei partecipanti. C’è stata un’evidente sottovalutazione dei numeri in gioco, con errori di impostazione organizzativa che hanno coinvolto la Segreteria Gare, e di riflesso la vostra azione, ma non mi compete questa analisi.

Mia è la responsabilità di avervi coinvolti nella “torre di babele”, ero tranquillo sulla scelta dei componenti la Giuria, e sulla vostra capacità di adattamento alle esigenze del momento e di soluzione delle stesse. Ho amaramente partecipato (da lontano) ai vari momenti di tensione vissuti, qualcuno correlato, purtroppo, anche a tentativi di violenza fisica con spintonate subite nei vostri confronti ai pontili, e considero la sopportazione di questi atteggiamenti delinquenziali, un’ulteriore conferma delle vostre capacità gestionali e relazionali. Tengo a sottolineare che in questo comportamento non rientrano in nessun modo atleti italiani che si sono comportati in maniera adeguata, è il caso di dire che il contesto non era adeguato alle loro, e alle nostre aspettative.

“Last but not least”, gli orari, nell’imminenza della manifestazione avevamo ricevuto un probabile Time-table che vi è stato girato, ma il raddoppio dei partecipanti ha prodotto il vostro impegno ininterrotto dalle 5,30 del mattino per un inizio presunto delle gare alle 8,00 (mai rispettato per problemi organizzativi) alle 20,30 di sera, e che dire quando la manifestazione è stata fermata per le avverse condizioni meteo e tutte le gare in programma sono state comunque disputate. Siete stati un vero gruppo, e tra i VOLONTARI cui sarà intitolata la Torre di arrivo di Candia, ci siete anche voi a pieno diritto. Con l’augurio che i prossimi impegni siano eventi di canottaggio.

Il Presidente del Collegio dei Giudici Arbitri Giosuè Vitagliano