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Martinoli, l’importanza del dettaglio nel canottaggio

domenica 11 Agosto 2013

Martinoli, l’importanza del dettaglio nel canottaggio

TRAKAI, 11 agosto 2013 – L’aspetto più visibile nel canottaggio, oltre al gesto tecnico degli atleti, sono le barche che possono avere diverse colorazioni, a seconda del cantiere di provenienza, e sono autentiche “formula uno” ecologiche costruite con materiali altamente tecnologici e innovativi. Gli aspetti meno visibili sono, invece, i dettagli tecnici che ogni barca, per essere armata, porta con sé come le palline, le scarpe e relativi supporti, le manopole, i gironi, le guide, ecc. Tutti questi dettagli, che sono di vitale importanza per una barca da competizione, hanno un nome e un logo che li contraddistingue ed è un marchio di italianità: Martinoli. Un’Azienda sempre presente sui campi di regata nazionali e internazionali fondata una trentina di anni fa da Stefano Martinoli, un grande campione degli anni ’50 e ’60 e olimpionico ai Giochi di Melbourne 1956. Un uomo che ama i dettagli e il canottaggio in tutte le sue sfaccettature tanto da fargli intuire che poteva ritagliarsi una fetta di mercato, che ora è diventata un’importante fetta, nel mondo della minuteria nautica legata al canottaggio. Una realtà che ha sede ad Arcisate, in Provincia di Varese, ed è condotta da Massimo Martinoli, figlio di Stefano, e da sua moglie Sabrina Volpi – una coppia di imprenditori che hanno due figli – Matilde, 16 anni, fa canottaggio, e Tommaso, 13 anni, fa basket – ed occupa quattro persone nella sede centrale oltre a muovere un’importante indotto intorno all’azienda. Insomma una bella realtà italiana che porta l’imprenditoria legata al canottaggio in giro per il mondo.