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Trakai: Le dichiarazioni dei protagonisti

sabato 10 Agosto 2013

Trakai: Le dichiarazioni dei protagonisti

TRAKAI, 10 agosto 2013

Quattro di coppia femminile

Chiara Ondoli (capovoga, SC De Bastiani): “Mi sono resa conta di aver vinto l’oro solo sul podio. Sono felicissima perché avevamo l’argento al collo e invece abbiamo vinto l’oro, ma questo fa parte dello sport. È stata una gara perfetta sviluppata grazie ai nuovi sistemi di allenamento. È vero sono un po’ pignola, ma ho sempre creduto in questa barca e alla fine il risultato ha pagato questa mia attenzione ai dettagli. È straordinario essere sul tetto del mondo in una specialità che l’Italia non aveva mai vinto. Dedico la medaglia a tutti quelli che mi sono stati vicini, agli allenatori federali a quelli societari, alla Federazione che ha fatto tanto per noi. Alla mia famiglia e a mio fratelli Silvio”.

Stefania Gobbi (numero 2, SC Padova): “Non me ne rendo ancora conto, ma è semplicemente fantastico. Guardo la medaglie e allora mi convinco che è vero, sono campionessa del mondo. Sul podio ho pianto di gioia, di commozione, insomma ho pianto e basta ed ero e sono felice. Posso solo dire che abbiamo fatto la gara della vita. Dedico la medaglia a tutti quelli che mi sono stati vicino, alla mia classe, la quarta D, alla mia famiglia. Oddio!! Ora ricordo, i miei mi avevano detto che se vincevo il mondiale mi avrebbero regalato la moto. Ora sono ancora più felice! Devo scegliere il modello e anche io sarò un centauro”.

Valentina Iseppi (numero 3, SC G. D’Annunzio), è la più giovane delle atlete del quattro di coppia ed è ancora categoria Ragazzi: “Pensavo di essere arrivata seconda e questo fin quando non sono salita sul podio, poi ci hanno comunicato che avevamo vinto e, quindi, è stato stupendo. Pensa che già sapere di essere arrivata seconda subito dopo il traguardo mi ha fatto esclamare ‘ce l’abbiamo fatta’, per cui era già straordinario l’argento. Aver vinto questo mondiale addirittura, mi dicono, nella barca in cui l’Italia non aveva mai vinto è come entrare nella storia, seppur piccola. Sono anche felice perché questa è stata la mia prima esperienza internazionale e essere già campionessa del mondo, devo dire che mi fa stare bene, molto bene. Dedico la medaglia a Claudio Romagnoli, Massimo Casula e a tutti i collaboratori, alla mia famiglia e alla mia società”.

Valentina Rodini (numero 4, SC Bissolati): “Sono molto felice di essere salita sul podio ed aver vinto la medaglia d’oro. Sono arrivata al traguardo e non credevo d’essere arrivata prima. Non ci siamo accorte di nulla, e di quello che era accaduto alla Romania, perché pensavamo solo a tirare senza sbagliare un colpo. È stato stupendo accorgesi di essere campionesse del mondo anche perché tutto fa parte della gara e poteva accadere a chiunque e forse, quando avviene una cosa del genere, non c’era più lucidità. Dedico la gara a Luigi Arrigoni e a mio fratello Simone

Quattro con

Davide Gerosa (capovoga, SC Lario): “Dopo il quinto posto dello scorso anno ora sono riuscito a vincere il mondiale e ne sono felicissimo. Un risultato che è arrivato dopo aver vinto anche l’Europeo. Posso dire che questo è stato un anno perfetto, meglio di così non poteva andare. Un risultato che è arrivato grazie al lavoro svolto con efficacia e attenzione sia in società e sia durante il raduno a Piediluco e che ci ha permesso di portare a termine una gara ragionata e con una tattica adeguata. Domani compio gli anni e, quindi, mi sono voluto fare un bel regalo. Penso di esserci riuscito. Voglio dedicare la mia medaglia alla mia famiglia alla mia Società e alla mia ragazza”.

Niccolò Pagani (numero 2, Tevere Remo): “Siamo partiti dietro, come del resto facciamo sempre, ma sul passo abbiamo macinato palata su palata e siamo andati subito avanti a tutti. Non è stato semplice vincere, anche perché sia la Germania che la Bielorussia ci hanno attaccato in continuazione e noi abbiamo sempre reagito bene. La barca tedesca era veramente forte, ma noi abbiamo dimostrato di esserlo di più, anche se la sicurezza di aver vinto l’ho avuta negli ultimi centocinquanta metri. Sono felicissimo di questo titolo mondiale che è il frutto di un duro lavoro fatto insieme ai miei compagni di barca”.

Jacopo Mancini (numero 3, SC Firenze): “Sono il più anziano della barca e questo è il terzo mondiale cui partecipo e non potevo non vincerlo. Una medaglia che mi sento di condividere con tutta la squadra e con il College di Piediluco che mi ha permesso di allenarmi e preparami al meglio per entrare nella squadra nazionale. Se si lavora bene i risultati arrivano e ora sono arrivati anche per me e dopo l’oro gli Europei questo mondiale mi fa definire questo anno agonistico in maniera straordinaria. Grazie quindi a Agostino Abbagnale per avermi seguito nel College ed a Luigi De Lucia per l’attenzione in società e a Giorgio Bani il mio primo allenatore”.

Antonio Vicino (numero 4, CRV Italia): “Sono contento di questo risultato perché ho vinto il primo mondiale della mia carriera. Con mio fratello Giuseppe ho parlato molto e mi ha dato molti consigli sia durante il raduno di Piediluco e sia prima di partire. Se sono qua e se ho vinto lo devo a Antonio Colamonici, mio allenatore sociale, che mi ha permesso di fare il salto di qualità. Ora mi allenerò ancora meglio per continuare a fare bene insieme a tutti gli allenatori della Federazione ai quali va il mio grazie. Dedico questa medaglia, con tutto il mio cuore, a mio padre che sta vivendo un momento molto particolare della sua vita. La dedico anche a tutti i miei cari, a mia mamma e mio fratello”.

Niccolò Mancusi Lotti (timoniere, SC Firenze): “È stata un’esperienza bellissima che mi ha regalato tante emozioni, anche perché è stata una gara combattuta fino all’ultimo colpo contro i tedeschi che erano gli avversari che mi preoccupavano più di tutti. Devo dire che ho timonato un equipaggio sempre lucido e con la testa in barca e non ha mai mollato un colpo. Sono campione del mondo e sono ultrafelice anche se mi sono preso una botta in testa dal remo di Antonio Vicino che nel mollarlo alla fine della gara mi è arrivato in velocità sulla testa. Ora oltre ad avere la medaglia al collo ho anche quattro punti di sutura che mi ricorderanno per sempre questa vittoria. Sono felice anche per i punti. Dedico la medaglia alla famiglia che mi segue sempre, al mio tecnico federale Antonio Colamonici, al mio equipaggio e agli allenatori della mia Società”.

Quattro senza femminile

Ludovica Serafini (capovoga, CC Aniene): “È stata una gara fatta col cuore e con la testa. Non ci siamo mai disunite e tutte avevamo ben fisso il nostro obiettivo che era quello di vincere e alla fine siamo arrivate sul podio. È una sensazione straordinaria anche perché inizialmente neanche dovevamo fare questa barca e, invece, eccoci qui a goderci questo successo. Pensa che sul finale ho toccato il timone ed ho preso le boe e la barca non ne ha risentito. Non male per avere solo un mese di assieme! Dedico questa medaglia alla mia famiglia e al mio allenatore Matteo Giuffrida”.

Carmela Pappalardo (numero 2, CC Irno): “Sono contenta perché mio papà è felicissimo di questa medaglia e anche io sono contentissima, anche se ancora non ci credo. Per vincere questa medaglia abbiamo messo tutto quello che avevamo mantenendo sempre la concentrazione e la testa in barca. Ogni volta che chiamavo il via, la barca rispondeva e ogni volta accorciavamo il distacco sull’equipaggio americano. Tutto questo è stato possibile perché abbiamo lavorato molto, perché il dottor La Mura ci ha seguito al raduno e ci ha insegnato la tecnica perché, Claudio (Romagnoli, ndr) ci ha sempre stimolato, come solo lui sa fare, a impegnarci sempre di più. Grazie anche a questa Federazione che ha portato una squadra cosi numerosa e ben affiatata. Dedico la medaglia alla mia famiglia, a mio papà Rosario, agli amici, ai miei parenti e, soprattutto, a mia nonna che non c’è più”.

Elena Waiglein (numero 3, CC Saturnia): “A un certo punto ho visto la barca USA e pensavo che potevamo superarla. Carmela ha chiamato il via, veramente uno dei tanti perché abbiamo fatto una gara d’attacco, e ci siamo avvicinate. Abbiamo lottato con tutte le nostre forze, mettendoci il cuore, e non mollando mai come mi ha insegnato il mio allenatore Spartaco Barbo. È una bellissima sensazione essere salita sul podio e avere questa medaglia al collo che dedico ai miei genitori che mi seguono sempre e ai miei amici”.

Giulia Campioni (numero 4, SC San Miniato): “Non ci credo ancora, non ci posso credere sono vice campionessa del mondo! È stupendo perché non mi aspettavo di vincere questa medaglia! Sono tre anni che provavo ad entrare in nazionale e ogni anno mi dicevano che ero troppo bassa, non avevo peso e che non sapevano dove mettermi. Tutte scuse perché alla fine è arrivato l’agognato risultato e penso di essere riuscita a far vedere a chi non ha avuto fiducia in me che sono diventata un’atleta di livello mondiale: sono vicecampionessa del mondo. Dedico questa medaglia alle persone che mi sono state vicine, a Enzo Ademollo che mi ha sopportata per sette anni, alla mia famiglia e alle mie amiche più care”.

Quattro senza maschile

Alberto Di Seyssel (capovoga, SC Armida): “L’obiettivo era quello di riconfermare il titolo vinto lo scorso anno a Plovdiv, ma la Romania, che avevamo battuto per un centesimo, ha fatto la gara solo su di noi. Non ci ha lasciato spazio anche se abbiamo attaccato sempre e fatto una gara ragionata palata su palata. Ci siamo arrivati proprio a ridosso e abbiamo vogato punta a punta per un po’, poi sono andati via. La nostra barca andava forte, ma la Romania era più forte e, quindi, il titolo se lo sono meritato. Voglio dire grazie al Presidente Abbagnale perché sul podio mi ha detto che la nostra era una medaglia vinta e non una medaglia persa. Un grande insegnamento che mi ha fatto riflettere e a ragione. Grazie Presidente”.

Luca Lovisolo (numero 2, RCC Cerea): “Sono molto contento del risultato anche se mi fa riflettere l’aver perso dalla Romania. Una riflessione che mi porta a pensare che forse dovevamo avere uno stimolo in più e forse avremmo vinto. Loro hanno lavorato per ricuperare il centesimo che gli abbiamo rifilato lo scorso anno e, probabilmente, è più facile allenarsi dopo una sconfitta che non dopo una vittoria. In ogni modo sono felice di essere nuovamente sul podio mondiale. Dedico questa medaglia ai miei compagni di gara, un vero gruppo di amici, alla mia famiglia e agli allenatori della mia società e a quelli della Federazione”.

Giovanni Abagnale (numero 3, CN Stabia): “È stata una gara dura ma allo stesso tempo divertente. Sì, mi sono divertito dando il massimo delle nostre possibilità. Quando si dà il massimo e si perde si va stringere la mano all’avversario perché lo sport è anche questo e soprattutto onore a chi vince ed è stato, in quel momento, più forte di te. Vuol dire che dobbiamo allenarci di più in futuro per fare ancora meglio. Noi abbiamo fatto la nostra gara e loro hanno fatto la loro gara su di noi poiché sapevano benissimo che avevamo la prima parte di gara molto veloce tant’è che li avevamo ripresi. In ogni modo va bene cosi. Grazie a miei allenatori sociali Antonio La Padula, Gioacchino Cascone e Catello Amarante. Un grande grazie alla mia famiglia che mi sostiene e mi stimola. Grazie!”.

Lorenzo Pietra Caprina (numero 4, SC Firenze): “Sapevamo che la Romania non ci avrebbe fatto sconti e che dovevamo stare attenti. Per questo siamo partiti molto forte e ai mille abbiamo provato a passare facendo un attacco, ma nulla, sono riusciti a contenerci anche se ci siamo fatti sotto. Abbiamo continuato ad attaccare più volte mantenendo alto il ritmo, ma i rumeni volevano vincere e non hanno sbagliato niente. Erano più forti e quindi onore al merito. Dedico questo risultato alla mia famiglia che mi segue sempre, ai tecnici della Federazione, preziosi e puntuali nello starci accanto, al mio tecnico societario Luigi De Lucia e al coach Andrea De Coro”.