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Linz: Le dichiarazioni dei protagonisti

sabato 27 Luglio 2013

Linz: Le dichiarazioni dei protagonisti

LINZ, 27 luglio 2013

QUATTRO DI COPPIA PESI LEGGERI MASCHILE

Paolo Ghidini  (numero 4, SC Sebino): “Mi sembra un sogno, continuo a ripensare a questa finale che e’ stata davvero molto emozionante e questo risultato mi ripaga di tutte le ore di impegno e di sacrificio sottratte al lavoro e agli affetti. Sono contento di aver avuto sugli spalti la mia famiglia che è venuta qui a tifare per me, durante la gara era come se li sentissi incitarmi e mi hanno dato grande forza. Ringrazio loro, il mio allenatore Carlo Babaglioni e tutti i miei amici che anche dall’Italia hanno fatto il tifo per noi a questi Mondiali“.
 

Michele Quaranta (numero 3, Sisport Fiat): “Per me questo mondiale è stato l’esordio in azzurro e vincere l’oro è stata una grande soddisfazione che non è possibile descrivere a parole. Un sogno realizzato a piene mani. Oggi posso dire di essere un atleta con più esperienza, ma con la consapevolezza che il percorso di crescita da fare è ancora molto lungo e che devo lavorare duro per vincere ancora. Dedico questa medaglia alla mia famiglia e alle persone che mi seguono e ho intorno”.

Francesco Pegoraro (numero due, Sisport Fiat): “Sentivo la pressione intorno a me, anche se nessuno me la faceva sentire, poiché eravamo una delle barche che dovevano difendere il titolo dello scorso anno. Io ero su quella barca e quindi so cosa si prova quando si vince un mondiale e questo mi dava la carica. Abbiamo preparato la barca in poche settimane poiché siamo stati afflitti da innumerevoli problemi fisici, ma alla fine abbiamo tenuto duro ed eccoci qua ad essere campioni del mondo. Sono molto felice e ringrazio la mia famiglia e i ragazzi del Sisport Fiat che sono qui a tifare Italia. Voglio, infine dedicare questa medaglia al mio medico ed al fisioterapista che quest’inverno mi hanno rimesso in sesto per essere in forma a questo mondiale”.

Matteo Mulas (Capovoga, Lavoratori Terni): “Rispetto alla gara dello scorso anno, anche io c’ero, siamo partiti molto più lenti e questo poteva essere un problema. Sapevamo però che il nostro punto forte era il passo e quindi abbiamo continuato colpo su colpo a macinare. Devo dire che pensavo che superare la Francia ci poteva mettere in difficoltà e, invece, sul passo e palata su palata li abbiamo superati senza problemi. È stato bellissimo arrivare sul traguardo e far volare il mio primo pensiero a mio nonno che è scomparso a inizio d’anno. Una persona che mi manca molto. Grazie anche alla mia famiglia che mi sostiene e mi sta vicino. Ora si riparte per il raduno premondiale in Corea durante il quale ci giochiamo il posto”.

DUE SENZA PESI LEGGERI MASCHILE

Vincenzo Serpico (capovoga, CN Stabia): “Tutti ci davano per favoriti, ma questa vittoria non era cosi scontata, anche perché noi conoscevamo il nostro livello ma non quello degli avversari. E poi questi equipaggi erano tutti in Coppa del Mondo, quindi non erano da sottovalutare. Nel complesso sono molto soddisfatto di aver potuto confermare il titolo dello scorso anno anche perché abbiamo lavorato, e stiamo lavorando, molto bene per cui i risultati, anche se non scontati, arrivano e noi abbiamo addirittura bissato. Anche io ringrazio la mia famiglia e tutte le persone che mi stanno vicino. Grazie a tutti!”.

Francesco Schisano (numero due, CN Stabia): “Avevamo completa lucidità e siamo riusciti a ragionare su quello che ci accadeva intorno. Questo ha fatto la differenza tra noi e gli altri. Non ci siamo mai fatti prendere dalla frenesia ma soprattutto abbiamo lottano palata su palata contro gli inglesi che non ci hanno fatto sconti. È un risultato che abbiamo cercato e voluto. Questa medaglia è dedicata alla mia famiglia, ma anche alla parte sanitaria della squadra, Flavio e Nicola, che mi ha sopportato in questi giorni, per questo non potevamo perdere. Grazie anche alla mia “gamba di legno” che più di tanto non si è lamentata durante la gara”.

QUATTRO CON MASCHILE

Massimiliano Rocchi (Capovoga, CRV Italia): “Siamo partiti bene e abbiamo messo subito una punta davanti alla Germania. A mille metri abbiamo attaccato perché non volevamo lasciare spazio alla barca tedesca che era la più temibile. Sul finale poi è stato spettacolare perché la nostra barca rispondeva a tutte le nostre sollecitazioni. Sono troppo felice di questo risultato. E se posso fare una dedica la vorrei fare alla mia famiglia, che mi sta sempre vicino, ai miei allenatori Antonio Colamonici, Danilo Patti e Giovanni Schiattarella. Grazie ai miei dirigenti soaciali”.

Mario Cuomo (numero due, CC Irno): “È stata una gara che sognavo di vivere e l’ho vissuta da protagonista. Temevamo la Germania, ma durante il percorso ci siamo accorti che la più pericolosa era la Nuova Zelanda che ha provato a metterci paura. Eravamo troppo convinti di vincere, che niente poteva toglierci questo sogno, anche se non era certo scontato. Non abbiamo sottovalutato per questo nessun avversario. Dedico anche io questo risultato alla mia famiglia, ai miei amici e ai miei allenatori Vittorio Scrocchi e Rosario Pappalardo. Una dedica particolare va alla mia ragazza Federica”.

Vincenzo Abbagnale (numero tre, CN Stabia): “Voglio rivelare una cosa. Io e Giuseppe Vicino ci siamo regalati un braccialetto, una sorta di amuleto, per poter vincere un mondiale. Giuseppe lo ruppe e vinse il titolo, io lo mantenni intatto e non riuscii a vincere. Quest’anno mi si è rotto ed eccomi qui sul tetto del mondo anche perché volevamo vincere perché ci siamo allenati molto bene. Sarà una coincidenza ma tant’è e ci tenevo a dirlo. Ringrazio Antonio La Padula, il Presidente Federale, che è pure mio padre, mia mamma e mia sorella che sono qua a tifare Italia, tutti i tecnici della Federazione e tutte le persone che in questo periodo mi sono state vicine con messaggi e telefonate. Grazie a tutti”.

Luca Parlato (numero quattro, Marina Militare): “Sembrerà strano quello che dico, ma non potevamo assolutamente perdere. Eravamo motivatissimi, e lo siamo tuttora per continuare a lavorare bene con questa nuova direzione tecnica. Poi noi in barca avevamo il buon “vecchio Kiraz” che ci ha saputo guidare per tutti i duemila metri che abbiamo fatto qui a Linz. Ringrazio Catello Amarate che mi segue quando vado a casa, Antonio La Padula e Giovanni Lepore che mi ha fatto fare il salto di qualità. Dedico la medaglia alla mia famiglia che mi sta sempre vicino soprattutto nei momenti difficili”.

Andrea Kiraz (timoniere, CC Saturnia) è l’atleta più giovane di tutto il mondiale: “Sono ragazzi davvero molto forti e in gamba e per questo siamo riusciti a vincere. Ieri sera ho letto l’intervista a Gaetano Iannuzzi e devo dire che oggi mi sentivo anche io su una Formula uno. La barca era un tutt’uno e ogni volta che chiamavo i vari rinforzi sembrava sollevarsi dall’acqua. Un grazie a Spartaco Barbo, perché mi ha dato la possibilità di diventare campione del mondo, alla mia famiglia e ai miei compagni di barca e di nazionale. Peccato sia già finito, iniziavo a divertirmi!”.


DUE SENZA FEMMINILE

Beatrice Arcangiolini (numero due, SC Firenze): “Sono sfinita ma felice di essere salita sul podio e di avere questa medaglia al collo. Durante la gara stavamo attente a tutte le barche, ma alla fine abbiamo superato l’unica barca che non ci interessava, l’Australia. Che gara! Sono felicissima e dedico questa medaglia alla mia famiglia, in particolare a mio padre che oggi compie gli anni, ma non posso dire quanti altrimenti si sente vecchio, al mio allenatore Luigi De Lucia e al mio ragazzo Giuseppe Vicino. Grazie anche a tutti i tecnici della Federazione. Ora ci dovranno sopportare fino in Corea”.

Gaia Marzari (Capovoga, SC Lario): “Posso solo dire che non mi sono accorta di quello che succedeva durante la regata, anche perché ero concentrata solo sulla mia gara. Dovevamo stare attente alla Germania e all’Australia ed è grazie a questa tattica che abbiamo potuto lottare alla pari con le altre barche. Mi piace pensare che questo risultato possa far bene al canottaggio italiano perché stiamo lavorando bene e sul podio ci siamo salite e sono felicissima. Ora ci aspetta il mondiale coreano e sono caricatissima. Dedico questa medaglia al mio fidanzato Luca e alla mia famiglia. Grazie anche al mio allenatore Stefano Fraquelli”.