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Effemeridi – Traguardi internazionali dello sport giuliano dalmata  L’eccezionale cursus honorum della Libertas di Capodistria

martedì 19 Luglio 2011

Effemeridi – Traguardi internazionali dello sport giuliano dalmata  L’eccezionale cursus honorum della Libertas di Capodistria

MILANO, 19 luglio 2011 – Procediamo con l’appuntamento delle Effemeridi curate da Ferruccio Calegari. Dalla numero 5, si fa un salto indietro alla 4 generata dalla visione del libro Olimpia pubblicato dal Coni Regionale Friuli Venezia Giulia.

EFFEMERIDI

TRAGUARDI INTERNAZIONALI DELLO SPORT GIULIANO DALMATA

L’ECCEZIONALE CURSUS HONORUM DELLA LIBERTAS DI CAPODISTRIA

Alla vigilia dei Giochi Olimpici di Pechino il Comitato Friuli Venezia Giulia del Coni decise di mettere in cantiere un’opera dedicata al ricordo del passato, al presente ed anche al futuro dello sport nella regione. E il presidente Emilio Felluga, tra l’altro con un importante passato di canottiere sia in barca che alla guida del Comitato regionale remiero, sottolinea: “Oggi il Friuli Venezia Giulia con oltre 2000 società sportive, delle quali ben 21 ultracentenarie, ha raggiunto prestigiosi risultati” e il libro “vuole evidenziare questo patrimonio agonistico che ha espresso nelle massime competizioni olimpiche l’orgoglio e la tenacia della sua gente”.

Argomento che conosciamo assai bene, sia in generale che nella grande famiglia del canottaggio, anche per conseguenza della tragica situazione seguita alla fine della guerra. Una condizione che ha imposto a dei grandi campioni di confermarsi tali anche con grandi rischi, riuscendo rocambolescamente a prepararsi e partecipare nel 1948 alle Olimpiadi di Londra. 

E’ il caso della Canottieri Libertas, che ebbe origine proprio nel lontano 1888, nello stesso anno di fondazione del Rowing Club Italiano, quando la città era soggetta all’impero austriaco. Ed era un club dove fioriva sì l’amore per lo sport ma anche il contrastato amore per l’Italia, fisicamente a due passi, ma politicamente tanto lontana ed in quel clima si forgiò anche il carattere di uno dei più noti eroi della prima guerra mondiale, Nazario Sauro.

Nella storia del canottaggio italiano il nome della Libertas spicca per il titolo assoluto dell’otto con timoniere proprio al primo campionato italiano disputato a Lecco nel 1919 dopo la conclusione del conflitto mondiale che sancì l’annessione all’Italia della Venezia Giulia e Dalmazia. Un altro grande traguardo nazionale fu il titolo assoluto del 1932 nel quattro con timoniere che valse poi a Parovel, Divora, Plazzer, Vattovaz col timoniere Scherl la conquista dell’argento alle Olimpiadi di Los Angeles. E in precedenza, nel 1912, ancora sotto l’Austria una yole a quattro della Libertas partecipò alle gare complementari degli “europei” di Ginevra,  indette per rimpolpare degli spazi determinati allora dalle poche nazioni partecipanti e quando i leoni della Libertas vinsero e furono portati alla premiazione il loro capo delegazione chiese che sul pennone più alto fosse issato il tricolore italiano.

Questo spirito non venne meno quando a fine del 1945 la città venne assegnata alla amministrazione militare jugoslava, che non faceva certo concessioni agli sportivi italiani. Ma i canottieri si affiliarono alla Federazione italiana, patendo subito le conseguenze dell’atto coraggioso e la sera del 13 febbraio 1947 la loro sede fu circondata dai militi jugoslavi che ne asportarono ogni bene strumentale. Un disastro, al quale reagì la grande passione: nello stesso anno, allenandosi in maniera rocambolesca, a Pallanza Steffè, Tarlao col tim. Grio vinsero il titolo italiano del due con e poi a Lucerna l’argento agli europei. Apriti cielo e dopo l’asportazione del patrimonio nautico fu imposta la cessazione di ogni attività. Per allenarsi la sera i campioni si recavano in bicicletta a Trieste dove trovavano appoggio nelle società triestine. Nel 1948, col timoniere Radi, altro immenso risultato con la rabbiosa conquista dell’argento olimpico a Londra, cui seguirono l’oro europeo del 1949 ad Amsterdam della nuova formazione Ramani, Tarlao, tim. Marion, che si ripetè anche nel 1950 a Milano e 1951 a Macon. Nello stesso anno  il due con di Ramani, Tarlao e il timoniere Marion vinse l’oro alla prima edizione dei Giochi del Mediterraneo ad Alessandria d’Egitto e nella medesima manifestazione Ramani e Tarlao salirono anche sull’otto azzurro che pure  vinse l’oro.

Alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952 purtroppo i capodistriani chiusero al quarto posto, ma l’albo d’oro tricolore del “due con”, iniziato nel 1947 proseguirà sino al 1953. E nel 1953, ripetendosi anche nel 1955, ecco anche l’oro tricolore nel quattro con timoniere, che valse a Giuseppe Ramani, Mario Cociani, Bruno Sandrin e Aldo Tarlao, col timoniere Luciano Marion l’opportunità di conquistare a Barcellona l’oro ai Giochi del Mediterraneo del 1955. Fu questa l’ultima grande affermazione internazionale di un sodalizio che tra mille difficoltà aveva voluto essere ancora vivo, nel nome della sua città ormai perduta, tra i grandi di un grande sport come il canottaggio. La Libertas cercò in ogni maniera di sopravvivere a Trieste, ma venendo a mancare le condizioni essenziali proprio la vigilia dell’anno olimpico di Roma fu costretta a cessare ogni attività.

 

Ferruccio Calegari