News

Argenti, bronzi, Giochi: che bella Toscana a Bled!

lunedì 5 Settembre 2011

Argenti, bronzi, Giochi: che bella Toscana a Bled!

FIRENZE, 05 settembre 2011 – Un vortice di emozioni, un insieme di passioni, una consapevolezza di prestanza e competenza. Tutto questo è il Mondiale Assoluto conclusosi domenica a Bled, in Slovenia. Una rassegna iridata che ai colori della Toscana del remo ha dato soddisfazioni ipotizzabili a inizio manifestazione, ma che non si credeva potessero raggiungere tali vette.

E invece, diciamolo, le cose sono andate alla grande. Al samminiatese Matteo Stefanini è mancata la medaglia: la corsa alle Olimpiadi per il quadruplo del finanziere (con lui Galtarossa, Venier e Perino) è stata massacrante, ha succhiato ai nostri tutte le energie necessarie per andare a difendere l’argento di Karapiro dello scorso anno in finale, dove non si è andati oltre il sesto posto. Ma il pass per Londra è stato staccato, Matteo lo ha fatto da protagonista, e ora può lavorare per andare a riprendersi con gli interessi ciò che per qualche anno gli è stato tolto, dopo che nel 2004, ad appena 20 anni, aveva difeso i colori azzurri ai Giochi di Atene in singolo.

Il limitese Lorenzo Carboncini, Fiamme Oro, non solo ha portato a Londra il due senza con Niccolò Mornati, compagno che per sua stessa ammissione “ormai frequento più di mia moglie”, ma lo ha fatto andando a vincere un fantastico bronzo in una finale di altissimo livello, con la Nuova Zelanda campione del mondo e la Gran Bretagna regina della specialità a fare gara a sé, e l’Italia con la Grecia dei Gkountoulas, forgiati dal “nostro” Postiglione, ed i vicecampioni olimpici del Canada a giocarsi il bronzo. Bene, quel bronzo è finito al collo di Lorenzo, uno che già assaporò il gusto di una medaglia iridata su questa difficile specialità, poco amica della tradizione italiana, a 21 anni, nel 1997 con Mattia Trombetta. Quattordici anni e siamo ancora qui. Il Carbo è una colonna del remo azzurro, e ciò è innegabile.

Di Lorenzo in Lorenzo… L’anno di nascita è lo stesso, il 1976. La società anche, Fiamme Oro. Cambiano provenienza, perché da Limite si scende verso Pontedera, e categoria, perché l’altro Lorenzo è un peso leggero. Altra curiosità: alla ribalta internazionale assoluta entrambi si affacciano nel 1995 a Tampere, entrambi con un bronzo, a quello in quattro con del diciannovenne Carboncini risponde sul quattro di coppia Pesi Leggeri il pari età Bertini. E volendo, indietro di un anno, nel ’94 sono assieme sul quattro di coppia argento ai Mondiali Junior. Anche in questo caso, anni e anni dopo, siamo ancora qui.

Perché a Bled Bertini, sul doppio PL con Elia Luini, ha tra le mani una barca pesante, che marchia il libro delle tradizioni azzurre a livello olimpico e mondiale. Bertini sa che non può sbagliare in finale, c’è da difendere l’argento di Karapiro… Le Olimpiadi si avvicinano, il livello sale, la finalissima è agguerrita, ma Lorenzo Bertini è uno che con tre ori mondiali e un bronzo olimpico in bacheca non si fa facilmente sorprendere, ed ecco che dietro Gran Bretagna e Nuova Zelanda spunta la prua azzurra, Bertini è di bronzo. Si avvicina Londra, e i campioni quando sentono odore di cinque cerchi, sanno dove andare a trovare le forze…

Sul quattro senza poi ci sono ben due toscani, il fiorentino Francesco Fossi ed il livornese Luca Agamennoni. Entrambi Fiamme Gialle, il primo insegue la prima qualificazione olimpica, mentre il secondo per il canottaggio italiano è l’unico fenomeno ad aver vinto ai Giochi una medaglia di punta (bronzo nel quattro senza ad Atene 2004) ed una di coppia (argento nel quattro di coppia a Pechino 2008).

Sono in mezzo al quattro senza perché il quattro senza azzurro, che negli ultimi anni troppe volte ha inciampato prima degli ultimi gradini, ha bisogno di loro: Francesco, il miglior remoergometro del gruppo, garantisce cavalli al terzo carrello; Luca, l’uomo delle meraviglie del canottaggio italiano, ha il compito di trasmettere il passo dal capovoga Palmisano al resto della barca (al quattro siede Pavonessa) e di farle fare quel salto di qualità che solo uno come lui può dare ad un gruppo di giovani così di belle speranze come gli altri tre.

Ci riesce, ci riescono: la finale non arriva, ma in finale B il quattro senza sfodera una gara folle quanto basta per garantirsi negli ultimi 500 metri il sorpasso decisivo su Serbia e Repubblica Ceca per andare a prendersi il quarto posto, quello della tranquillità (alle Olimpiadi vanno i primi cinque della finalina). Si può stappare: Francesco a 23 anni ha fatto il passo principale per coronare il sogno suo e di tutta una città (dal 1992, Filippo Soffici bronzo a Barcellona sul quattro di coppia, un fiorentino, così come la Canottieri “Firenze”, dove Fossi è cresciuto, partecipa ai Giochi); Luca, in acqua per festeggiare la qualificazione, si conferma l’atleta delle certezze, ovvero se di Giochi si tratta e una barca deve camminare, deve esserci Aga…

L’unico toscano che non riesce nell’impresa di qualificarsi per Londra è il fiorentino Fabrizio Caselli, Adaptive della Canottieri Firenze, che nel singolo AS non va oltre il quindicesimo posto. Rassegnazione? Tutt’altro. Fabrizio è sceso in barca per la prima volta a febbraio, due mesi dopo è approdato in Nazionale, e dopo Gavirate e Monaco (Internazionale Adaptive e Coppa del Mondo) ha vestito l’azzurro ai Mondiali. Il tutto in sei mesi. La prossima chance di qualificazione olimpica sarà a maggio a Lucerna; mancano nove mesi, se si pensa dove Caselli è arrivato in appena sei, si può ben sperare.

Infine le specialità non olimpiche. A Londra l’otto Pesi Leggeri non ci sarà, ma non importa, perchè in bacheca le medaglie iridate, in quella che è una delle specialità roccaforti del canottaggio italiano, contano lo stesso. A Bled sull’ammiraglia leggera azzurra c’erano due toscani: Davide Riccardi, fiorentino delle Fiamme Oro, e Gianluca Santi, orbetellano del CUS Pavia. Due canottieri che hanno fatto della fatica e del lavoro la scala per arrivare laddove non arrivava il talento.

Davide, classe 1986, si è confermato, e al terzo anno consecutivo ai Mondiali sull’otto PL ha completato la bacheca: all’oro 2009 e al bronzo 2010 si aggiunge l’argento 2011, un po’ stretto a dire la verità, perchè l’Australia primeggia per appena sedici centesimi. Il collo comunque pesa, e tanto, soprattutto quello di Gianluca, 28 anni tra pochi giorni. Ce ne ha messo di tempo per affacciarsi alla ribnalta che conta Gianluca, ma dai tempi della Canottieri Orbetello al CUS Pavia, la sua casa da anni ormai, non ha mai smesso di crederci, e alla fine alle soglie dei 30 anni è arrivato il primo Mondiale e subito la prima medaglia. Che forse, vista la storia del protagonista, potrebbe tranquillamente risultare il successo più bello della spedizione toscana in terra slovena.

 

Niccolò Bagnoli – Ufficio Stampa Comitato FIC Toscana –